ECCO I SOTTOSEGRETARI. Dopo giorni di trattative oggi è in corso il Consiglio dei Ministri per la nomina dei sottosegretari. Da quanto apprendono le agenzie di stampa dovrebbero essere 34 le poltrone che verranno assegnate: il M5s che puntava a 12 caselle dovrebbe accontentarsi di 11. La Lega ne otterrebbe 7, il Pd sei -5 donne e un uomo – e sei anche per Forza Italia. Due sarebbero i nomi di Italia Viva, uno di Leu e uno espressione del gruppo misto. Sul Fatto di domani vi racconteremo chi sono.
SEGUI I SOLDI. La partita politica più importante che si gioca in queste ore, e che sarà definita in un decreto, è quella sull’organizzazione dei ministeri che gestiranno il grosso del Recovery Fund. Roberto Cingolani potrebbe vincere lo scontro con Giancarlo Giorgetti, cui però rimane la delega sulle telecomunicazioni (tanto cara a Berlusconi).
MODELLO GIAVAZZI. L’economista ed editorialista del Corriere della Sera entra a far parte della squadra di Mario Draghi (dopo la questione del discorso copiato). Ripercorreremo allora il suo pensiero. In realtà è solo una delle nomine che il governo sta effettuando e che ci suggeriscono la linea ben poco keynesiana che il premier vuole adottare: contrariamente a quanto accadeva con Conte, adesso uscirà lo Stato imprenditore ed entreranno gli imprenditori-e-basta.
COSTELLAZIONE PD. Così come i 5 Stelle, anche i dem sembrano alle prese con un’implosione. Il caos toscano sarebbe stato innescato dalla presunta candidatura a Siena di Giuseppe Conte. Di fatto, l’estromissione della corrente zingarettiana potrebbe costituire il tramonto finale dell’alleanza con i pentastellati. Inoltre nel partito c’è chi accusa il governatore emiliano, Stefano Bonaccini, di tirare la volata alla Lega sulle riaperture. Ultima occasione di battaglia, il tweet di Zingaretti a sostegno di Barbara d’Urso. Insomma, un caos, all’interno del quale si inserisce il dilemma sulle candidature a sindaco di Roma.
BIDEN SCONFESSA RENZI. Un rapporto redatto dall’intelligence Usa conferma il coinvolgimento del principe ereditario Mohammed bin Salman nell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Il presidente Usa Biden potrebbe chiamare il re Salman dell’Arabia Saudita. E questo sarebbe il “rinascimento” di cui parlava Renzi nel famoso incontro col principe saudita.
INTANTO, IL VIRUS. Nel governo sta vincendo la linea dura: il ministro Speranza oggi ha ribadito che non si può abbassare la guardia (e che il prossimo Dpcm durerà fino a Pasquetta… ma come, con la fine di Conte non dovevano finire anche i Dpcm? Non ditelo a quelli della “dittatura sanitaria”). In effetti potremmo essere all’inizio della terza ondata di Covid: l’Alto Adige ha prolungato il lockdown e il Molise ha chiesto l’intervento dell’esercito. La Lombardia, invece, non si smentisce neanche stavolta: i vaccini, leggerete, proseguono molto a rilento. Qui i numeri di giornata.
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Rider, non schiavi. Un’inchiesta della Procura di Milano: notificati a Uber, Glovo-Foodinho, JustEat e Deliveroo verbali in base ai quali dovranno regolarizzare i fattorini come lavoratori coordinati e continuativi. Si parla di 60 mila persone.
Congo. Emergono ulteriori dettagli sulla dinamica dell’attacco costato la vita all’ambasciatore Attanasio e al carabiniere Iacovacci, caduti in uno scontro a fuoco. Vedremo anche qual è il ruolo dei ranger.
Salvini, l’attore fuori parte. Come Chuck Norris nei panni di San Francesco: una lettura divertente di Selvaggia Lucarelli.
Pier Luigi Bersani e Massimo Galli ospiti di Accordi&Disaccordi, stasera alle 21.25 su Nove. Con Marco Travaglio
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