LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani, con gli ultimi sviluppi della crisi di governo aperta dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva. Il premier Conte avrebbe deciso di salire al Quirinale, poiché al momento non ci sarebbero i numeri per sostenere la relazione sulla giustizia che il ministro Bonafede terrà mercoledì alle Camere, dopo che Italia Viva ha confermato il voto contrario. Cercheremo di capire, dunque, quali sono gli scenari possibili: in molti spingono il presidente del Consiglio verso le dimissioni-lampo, per poi costruire un Conte-ter aperto a più “responsabili” (facendo a meno del partito di Matteo Renzi?). Vedremo chi sono e cosa chiedono coloro che potrebbero dare una mano al neo governo (tra loro i forzisti, nonostante Berlusconi oggi abbia ribadito il suo no) e quali sono le condizioni considerate invece imprescindibili per i 5 Stelle.
In tutto questo è passata praticamente in secondo piano la questione iniziale posta da Iv – a dimostrazione della pretestuosità della richiesta –, e cioè la cabina di regia che avrebbe dovuto gestire i soldi del Recovery Plan. Cabina di regia che invece negli altri Paesi europei esisterà.
NEL COMPARTO COVID, oltre ai numeri di giornata (oggi 8.561 nuovi contagi e 420 morti), torneremo sull’errore della Regione Lombardia nella trasmissione dei dati, perché adesso gli altri governatori leghisti, pur di sostenere l’operato di Fontana contro Roma, stanno chiedendo la revisione delle procedure. Ma siamo sicuri che non ci sia qualcun altro ad avere sbagliato il calcolo o la comunicazione dei dati? Selvaggia Lucarelli si dedicherà invece nuovamente all’ex assessore Gallera, di cui sentiamo già la mancanza. Intanto a Varese è stato individuato il primo caso della variante brasiliana in Italia.
IL NOSTRO FOCUS affronterà la situazione vaccini: mentre l’Unione europea teme che le dosi mancanti di questo periodo siano finite altrove, la vera battaglia che non si è voluta fare è quella sui brevetti. Liberarli avrebbe consentito una produzione molto più ampia del farmaco antivirus, ma qualcuno si è opposto (e non è solo Big Pharma). Intanto Moderna ha reso noto che il proprio vaccino copre anche rispetto alle varianti inglese e sudafricana.
GLI ESTERI ci porteranno in Olanda dove, con l’occasione della protesta contro il lockdown, la destra di Pegida si è impadronita del malcontento e di piazze finora impensabili, compresa quella di Amsterdam.
NELLA SEZIONE RADAR l’anticipazione del libro Io sono Joy, in cui Mariapia Bonanate affronta il tema della tratta delle donne africane, e una lettura di Barbara Spinelli sulla crisi politica (potete leggerne di seguito un’anticipazione).
NEL SECONDO TEMPO, infine, Tomaso Montanari ci spiegherà perché è importante sostenere la chiamata collettiva del sindaco di Santa Fiora sul Monte Amiata per riportare a casa una Madonna di Luca Della Robbia che va all’asta da Sotheby’s a New York il 28 gennaio.
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La crisi “disfattista” nel caos del virus
di Barbara Spinelli
Può darsi che alla fine andremo a votare, perché Conte non sarà riuscito ad allargare la maggioranza dopo la defezione di Renzi. Si sta installando l’idea che sia Conte a dover riaprire a Italia Viva, e non i renziani che hanno teso l’agguato. Può darsi che vinceranno gli apparati e i poteri che non hanno mai sopportato il presidente del Consiglio: troppo indipendente, troppo lontano dai palazzi, troppo attento ai pareri dei virologi.
Nel dibattito al Senato l’opposizione è giunta sino a rivolgersi a Conte chiamandolo avvocato, quasi fosse un usurpatore. La crisi viene presentata come un ennesimo episodio della lunga storia italiana di governi precari: una storia di normale instabilità.
Così ragionando si dimentica il contesto in cui è avvenuta la rottura di Renzi: una pandemia che scuote il mondo e mette in ginocchio le sue economie. Un virus che non solo corre ma nelle sue mutazioni incattivisce con spaventosa velocità, rischiando l’inefficacia dei vaccini. Una campagna di vaccinazioni che in Italia è cominciata bene – siamo tra i primi nel continente – e d’un tratto viene paralizzata dai Big Pharma (Pfizer, AstraZeneca) che violano i contratti con l’Europa diminuendo le consegne pur di vendere magari le fiale ad altri, a prezzi più lucrosi (Arcuri e Conte hanno deciso di portare in tribunale Pfizer e AstraZeneca, e ora a Bruxelles Von der Leyen e Michel seguono l’esempio). E ancora, sullo sfondo: una tragica mancanza di terapie che curino definitivamente i malati gravi ed evitino il moltiplicarsi dei morti (in Inghilterra oltre mille al giorno).
(continua a leggere sul giornale di domani)
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