ASSANGE AMMETTE LA COLPEVOLEZZA, PATTEGGIA CON GLI USA E VOLA IN AUSTRALIA. LA MOGLIE STELLA: “CHIEDERÀ LA GRAZIA”. Un accordo di massima riservatezza firmato sei giorni fa ha permesso a Julian Assange di tornare in libertà, riconoscendo la sua colpevolezza – cospirazione per ottenere e diffondere illegalmente informazioni riservate – per uno dei 18 capi di imputazione. A trovare il punto d’incontro sono stati gli avvocati dell’attivista e gli inquirenti del dipartimento di Giustizia americano che hanno fatto cadere la richiesta di estradizione nei confronti del fondatore di WikiLeaks. Così Assange rientra in patria dopo cinque anni di detenzione nel carcere inglese, alla fine di una vicenda nata nel 2010, dopo la pubblicazione di 70.000 documenti sottratti agli Usa, relativi a operazioni militari – e crimini di guerra – della coalizione in Afghanistan. A quei documenti ne seguiranno altri 400.000 sull’invasione dell’Iraq, sottratti al Pentagono e 250.000 cablo diplomatici americani. Una mole di documenti che Assange aveva ottenuto da Bradley Manning – oggi Chelsea – allora militare che aveva accesso ai file top secret. Assange ha preso un volto diretto verso l’Australia che ha previsto una tappa nelle Isole Marianne, dove un giudice americano convaliderà l’accordo. In nome della scelta di Assange di riconoscersi colpevole, gli Stati Uniti hanno accettato di considerare già scontata la pena, data la durata della carcerazione preventiva in Gran Bretagna. Stella Assange, la moglie dell’attivista, ha chiarito che il marito intende chiedere la grazia, in futuro, al governo Usa. Sul Fatto di domani leggerete un’ampia cronaca degli eventi.
POST BALLOTTAGGI, MELONI NERVOSA PARLA DI “GUERRA CIVILE”. Il centrodestra sembra proprio allergico alla sconfitta. All’indomani dei risultati dei ballottaggi e dopo la seconda carica dello Stato – il presidente del Senato La Russa – che invoca un cambiamento della legge elettorale, è scesa in campo direttamente la premier. Con un video su Facebook lungo 16 minuti, Giorgia Meloni cita l’autonomia differenziata per attaccare l’opposizione “che usa irresponsabili toni da guerra civile”. “Penso che i toni violenti che usa la sinistra sull’autonomia, ma anche su tutte le altre riforme, non siano altro che una difesa disperata dello status quo” ha dichiarato la presidente del Consiglio. Poi l’affondo su Elly Schlein: “Sul premierato ci accusano di deriva autoritaria, poi si scopre che lo voleva anche Achille Occhetto, trent’anni fa, in pratica Occhetto era più avanti di Elly Schlein”. Meloni se la prende poi con una deputata 5 Stelle, Susanna Cherchi: “Ha evocato per noi piazzale Loreto, in pratica io dovrei essere massacrata e appesa a testa in giù”. Sul giornale di domani vedremo meglio di chi si tratta e quali affermazioni abbia fatto nell’Aula di Montecitorio. Di certo, sono due anni e mezzo che il centrodestra non risparmia frasi e azioni non propriamente pacifiche. La premier è nervosa, insomma, anche in vista di quelle che saranno le prossime chiamate al voto. E, come vedremo, l’uscita di La Russa sulla legge elettorale non è solo una boutade.
GUERRA ISRAELE-HAMAS, UN PIANO PER IL NORD DELLA STRISCIA CON GLI ARABI MODERATI. L’ALTA CORTE EBRAICA: ARRUOLARE 3.000 STUDENTI ULTRAORTODOSSI. Niente più Hamas nel nord di Gaza. Israele, secondo il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, è pronta: “Non possiamo sbarazzarci di Hamas come idea, abbiamo bisogno di una azione alternativa, un governo basato sulla gente del posto che voglia vivere al fianco di Israele. Un governo che sia sostenuto dagli Stati arabi moderati”. Nel giorno di guerra numero 263 – scaturita dal massacro firmato dai fondamentalisti islamici – il premier Netanyahu viene messo alle strette dalla sentenza dell’Alta Corte, che ha stabilito il servizio di leva obbligatorio immediato per 3.000 studenti ultraortodossi. Una novità contro cui si sono battuti i principali alleati di governo di Netanyhau, i ministri Ben Gvir e Smotrich dell’ultra destra religiosa e che ora potrebbero reagire mettendo in crisi la stessa coalizione. La situazione a Gaza intanto resta drammatica. Secondo un rapporto dell’Onu, quasi 500.000 persone soffrono una condizione di fame “catastrofica”. Sul giornale di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto in Medio oriente. Nel frattempo continua la raccolta dei fondi a favore di Medici senza frontiere, lanciata dalla Fondazione del Fatto. Per donare si può andare su https://ilfat.to/GazaMSF
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Ue, trovato l’accordo sulle nomine. Ursula von der Leyen sarà confermata per un secondo mandato alla presidenza della Commissione Ue. A dare la notizia in anteprima il magazine Politico e diversi media tedeschi. L’accordo prevede anche che la premier estone Kaja Kallas riceva l’incarico di alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue e che l’ex premier portoghese António Costa divenga presidente dell’organo dei capi di Stato e di governo per un periodo iniziale di due anni e mezzo. Il vertice per ufficializzare queste nomine è in programma questa settimana, il 27 e 28 giugno.
Pescara, i verbali dell’omicidio di Thomas Luciani. “Calci e sputi mentre era riverso a terra” in fin di vita, persino una sigaretta spenta sul viso: è un quadro agghiacciante quello che emerge dalle indagini di Pescara, dove due minori sono indiziati dell’omicidio di un loro coetaneo, Thomas Christopher Luciani, cui avrebbero inflitto 25 coltellate. Gli inquirenti parlano di “sevizie” e “crudeltà” e di “assenza di empatia emotiva con un fatto di tale inaudita efferatezza”.
Guerra Russia-Ucraina, mandati di arresto internazionali per gli alti ufficiali russi. La Corte penale internazionale ha emesso mandati d’arresto per l’ex ministro della Difesa russo Serghei Shoigu e per il capo di stato maggiore Valery Gerasimov: entrambi sono accusati di “crimini di guerra” e “crimini contro l’umanità” per i danni provocati alla popolazione civile in Ucraina, con i bombardamenti missilistici contro infrastrutture elettriche, condotti dall’ottobre del 2022 al marzo del 2023. Nel frattempo, la Russia ha bloccato le trasmissioni e la divulgazione di 81 media europei, come risposta ad un provvedimento analogo occidentale per arginare la disinformazione russa: tra le emittenti italiane che i russi non potranno vedere, Rai e La7 e i quotidiani Repubblica e Stampa.
Ex Ilva, sentenza della Corte di Giustizia Ue: “Se dannosa, va fermata”. “In caso di pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute umana l’esercizio dell’installazione deve essere sospeso”. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue in merito all’ex Ilva, rispondendo a un’istanza presentata dai giudici del Tribunale di Milano. “Varie misure per la riduzione del suo impatto – scrive la Corte – sono state previste sin dal 2012, ma i termini stabiliti per la loro attuazione sono stati ripetutamente differiti”.
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Stefano Zamagni: “Felicità non fa rima con crescita. Per salvare la politica, il popolo deve dettare l’agenda ai partiti”
di Elisabetta Ambrosi
Nell’ultimo Rapporto Mondiale sulla Felicità, tutti gli indicatori mostrano come i paesi in cui la felicità è più in diminuzione sono soprattutto i paesi più ricchi, come gli Stati Uniti. La ‘follia’ della cultura dominante ci fa credere che aumentando la produzione e il consumo di beni privati e pubblici si possa rimediare all’aumento del tasso di suicidi, dell’utilizzo di psicofarmaci, della depressione giovanile, del degrado dell’ambiente: non è così”. Non ha dubbi sul fatto che più crescita non significhi più felicità l’economista Stefano Zamagni, che di recente ha preso parte – all’interno del panel su “Economia e felicità, pratica e politica” – alla XV convention del Consorzio Nazionale Cgm, dal titolo “Direzioni. Intelligenze collettive per una nuova economica sociale”, dal 20 al 22 giugno scorso a Bologna.
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