Sul Fatto di domani ancora l’emergenza Covid. Oltre all’analisi dei dati di giornata (25.853 nuovi casi e 722 morti), torneremo sul caso Natale, con le polemiche strumentali dell’opposizione che cavalca il liberi tutti. Poi andremo a vedere quanti medici in pensione hanno risposto all’appello della Protezione civile per tornare in servizio, alcuni dei quali ci hanno rimesso la vita, con numeri e testimonianze. A seguire un raffronto con l’estero sull’efficacia delle misure di contenimento adottate dai vari paesi. In ambito vaccini cercheremo di capire come funzionano i vari medicinali che saranno a disposizione dell’Europa, in particolare l’incognita mascherina dopo la somministrazione.
Grande spazio sarà riservato alla scomparsa del “pibe de oro” Diego Armando Maradona, con approfondimenti e interviste.
Il Focus sarà dedicato all’economia, con un approfondimento su come sarà il “nuovo” Mes dopo la riforma. Un tema che continua a dividere la maggioranza. Poi un’analisi su come gestire il mega debito pubblico accumulato anche per la crisi Covid e le proposte degli economisti su come dare nuovo sprint all’Italia.
Nella politica il divertente colloquio con i coniugi Mastella, con Clemente che appoggia la candidatura di Bassolino in Campania e la moglie Sandra che cerca di entrare nella corte di Conte (non richiesta).
La cronaca si occuperà del processo che ruota attorno alla Fondazione Open e quale strategia stanno adottando i legali di Renzi per toglierlo da Firenze. Sempre riguardo all’ex premier, ma questa volta sul caso Regeni, andremo a svelare il carteggio tra la Farnesina e l’allora presidente del Consiglio. Per chiudere il caso dell’“insindacabile” Maurizio Gasparri, salvato dalla giunta che presiede dopo le accuse rivolte a un magistrato.
Negli esteri l’intervista allo scrittore Manuel Villas, sui problemi che sta affrontando la Spagna.
La sezione Radar ospiterà l’intervento di Veronica Gentili che presenta il suo libro “Gli immutabili”. Poi un estratto dell’anticipazione firmata da Antonio Padellaro al libro “Magistropoli” scritto dal nostro Antonio Massari per PaperFirst, la casa editrice del Fatto Quotidiano, che uscirà domani.
La notizia è stata diffusa nel pomeriggio dal quotidiano argentino El Clarin: el Pibe de oro era nella sua casa di Tigre, vicino Buenos Aires, dove si era sistemato in seguito all’operazione alla testa. Aveva compiuto 60 anni il 30 ottobre scorso. L’Istantanea di Caporale: “Non c’è più il dieci”
Genio e sregolatezza, l’impronta di Diego su Napoli
di Fabrizio D’Esposito
Santo. Eroe. Rivoluzionario. Soprattutto un dio. E ora che il suo mito è entrato nel tunnel buio della morte, senza ritorno, Diego Armando Maradona vivrà davvero per sempre. Era il 30 giugno 1984, dopo le ventitré. La notte di Napoli venne squarciata dai clacson delle auto. Caroselli di festa. Non per una vittoria. Ma per un annuncio. La squadra di Corrado Ferlaino, presidente di quegli anni, aveva concluso l’acquisto del secolo. Per 13 miliardi e mezzo di lire. Da Barcellona, dove aveva cominciato il suo tormento con la cocaina, arrivava Maradona, il più grande di sempre. E subito si cantò: “Maradona è megl’e e Pelè”. Maradona è meglio di Pelè. Il 5 luglio El Pibe de Oro calpestò per la prima volta l’erba del San Paolo. Ottantamila persone per la sua presentazione. “Buonasera napolitani”. L’amore iniziò così. Terminò sette anni dopo, nel 1991. In mezzo due scudetti, una Coppa Uefa e un Mondiale vinto da Maradona con la maglia dell’Argentina.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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