COSTITUENTE M5S, TUTTO DA RIFARE: GRILLO CHIEDE DI REVOCARE LA MODIFICA ALLO STATUTO, GLI ISCRITTI RIPETERANNO IL VOTO. All’indomani del parricidio, tutto il Movimento 5 stelle attende la reazione del fondatore. Il probiviro Danilo Toninelli, vicino al fondatore, aveva avvisato nel pomeriggio: “Chiederà di rivotare e farà un’azione legale”. Come ha scritto Luca De Carolis su Fatto.it, l’istanza del fondatore è già arrivata. Grillo ha chiesto una seconda votazione su tutte le modifiche, compresa quella che ha cancellato il suo ruolo di garante. Aveva 5 giorni di tempo, per invocare il ritorno alle urne online. Ma l’ex elevato ha preferito accelerare. Ora potrebbe adire le vie legali per vietare l’uso del simbolo. In ogni caso, i pentastellati si aspettano una risposta sul web, in video, con Beppe Grillo a metterci la faccia contro il rivale Giuseppe Conte. L’ex premier che lo avrebbe appena detronizzato a furor di popolo: il 63 per cento dei votanti nella Costituente ha scelto di abolire il ruolo del Garante. Quando è apparsa la slide con il risultato, al Palazzo dei congressi capitolino è scattato l’applauso, ma nella vecchia guardia non tutti hanno gradito. In primis Chiara Appendino, che nei giorni scorsi aveva lasciato balenare il suo dissenso dalla linea Conte ponendo dubbi sulle alleanze: “Il M5s deve lavorare prima sulla propria identità, che dovrà essere molto forte, poi si potrà ragionare di eventuali accordi”. L’assemblea ha dato il via libera alle alleanze e stabilito la collocazione di campo: progressisti, non più “né di destra né di sinistra”. Superato anche il totem dei due mandati: dopo il bis in parlamento, i pentastellati potranno candidarsi nei Comuni e nelle Regioni. Ma ora si torna alla casella di partenza, con gli iscritti di nuovo al voto. Sul Fatto di domani, le reazioni all’assemblea costituente che ha rivoluzionato il M5s.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, L’EUROPA SI PREPARA AL DISIMPEGNO USA. FRANCIA E REGNO UNITO RIAPRONO IL DIBATTITO SULL’INVIO DI TRUPPE. L’ITALIA: “NON MANDEREMO NOSTRI SOLDATI”. Cosa farà l’Europa in vista del disimpegno americano in Ucraina? Il quotidiano francese Le Monde scrive che “si sono state riattivate le discussioni sull’invio di truppe occidentali e di società di difesa private sul suolo ucraino”. Tutto è rimandato al 20 gennaio 2025, dopo l’insediamento di Donald Trump. Il tema era già stato sollevato dal presidente Macron, ma dal resto d’Europa, Germania in testa, l’idea era stata bocciata. Secondo Le Monde, invece “discussioni sono in corso fra la Gran Bretagna e la Francia sulla cooperazione in materia di difesa, in particolare con l’obiettivo di creare un nocciolo duro fra alleati in Europa, centrato sull’Ucraina e la sicurezza europea in senso ampio”. Ci sarebbe spazio anche per le società che lavorano con il Ministero della Difesa francese, come la Défense Conseil International “pronta a proseguire, in Ucraina, la formazione di soldati ucraini, come fa già in Francia e in Polonia”. Il ministro degli esteri, Tajani, è sicuro: “”Noi non invieremo nessun soldato a combattere in Ucraina”. Dall’altro lato della barricata, è di ieri la notizia pubblicata dal Financial Times che la Russia, oltre ai nordcoreani, avrebbe arruolato anche milizie yemenite. I combattimenti nell’Est intanto proseguono, così come i bombardamenti russi: almeno 23 feriti sono stati registrati a Kharkiv. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento sulla guerra Russia-Ucraina.
MEDIO ORIENTE, CESSATE-IL-FUOCO IN LIBANO DA DOMANI. ISRAELE, LAPID ATTACCA NETANYAHU: “I SUOI CONSIGLIERI HANNO RICEVUTO DENARO DAL QATAR”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato l’accordo di cessate il fuoco con Hezbollah “in linea di principio”. A dare la notizia è stata la Cnn. Da parte di Israele ci sarebbero ancora delle riserve, ma il piano è stato comunque trasmesso al governo libanese. Una tregua tra Israele e il partito armato Hezbollah, sostenuto dall’Iran, è vista come una apertura da parte di Netanyahu nei confronti del presidente eletto americano, Donald Trump, con il quale Netanyahu ha un ottimo rapporto. I media israeliani hanno preannunciato che domani l’annuncio del cessate-il-fuoco sarà dato dal presidente Biden e da quello francese, Macron. Intanto, per il primo ministro israeliano i guai non finiscono mai; il capo dell’opposizione, Yair Lapid ha chiesto se “il premier sapesse che nel suo ufficio, le persone a lui più vicine, hanno ricevuto una grande quantità di denaro dai sostenitori di Hamas in Qatar”. Il riferimento è a Yonatan Orich e Shmulik Einhorn, coinvolti nella campagna per migliorare l’immagine del Qatar in vista dei Mondiali 2022. La campagna mirava a presentare il Qatar come un Paese “che aspira alla pace”, nonostante il suo sostegno finanziario a Hamas. Nel frattempo, la guerra prosegue; nella zona di Tiro, fonti libanesi lamentano dieci vittime dopo un raid israeliano. Si combatte anche nella Striscia di Gaza. Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato di aver eliminato Ahmed Abd Halim Abu Hussein, comandante del battaglione Jabalya di Hamas. Sul giornale di domani leggerete le novità sul conflitto in Medio Oriente, e sulla tregua in Libano, che dovrebbe riportare sicurezza anche nel nord di Israele.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Femminicidi: ergastolo per Impagnatiello, stessa pena richiesta per Turetta. La Corte di Assise di Milano ha condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello, responsabile dell’omicidio di Giulia Tramontano, 29 anni; era la sua fidanzata, incinta di sette mesi. Impagnatiello, il 27 maggio 2023, uccise Giulia con 37 coltellate. La stessa pena è stata chiesta dal pubblico ministero nei confronti di Filippo Turetta, accusato di aver ammazzato Giulia Cecchettin, con 75 coltellate.
Roma, definitiva la condanna a 15 anni per uno dei due americani che uccise il carabiniere Cerciello. Lee Elder Finnegan, uno dei due americani accusato dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, sconterà 15 anni e due mesi; il delitto avvenne a Roma nel luglio 2019. La Procura generale non ha impugnato la sentenza di appello bis del 3 luglio scorso. Per l’altro imputato, Gabriele Natale Hjorth, il pg, così come i difensori, hanno presentato istanza in Cassazione. Hjorth – condannato a 11 anni e 4 mesi – si trova ai domiciliari dall’estate scorsa.
Bologna, otto condanne e una assoluzione per il crac della società Bio-on. Si è concluso con otto condanne e una assoluzione il processo di primo grado per il crac di Bio-on, la società di bioplastiche fallita il 19 dicembre 2019. Gli imputati erano nove, tra questi l’ex presidente di Bio-On, Marco Astorri, condannato a 5 anni e 2 mesi; stessa pena per il suo vice Guido Cicognani. La Procura aveva chiesto dieci anni per entrambi.
|