UCRAINA, CENTINAIA DI RAZZI RUSSI SU 15 REGIONI E SULLE INFRASTRUTTURE DI KIEV. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha dichiarato che l’offensiva di Kiev nella regione russa di Kursk “non può rimanere senza risposta, e una risposta ci sarà”. Parole che sono coincise con uno dei bombardamenti più serrati dall’inizio del conflitto, scoppiato due anni e mezzo fa con l’invasione russa. Che il Cremlino abbia colpito duramente – utilizzando pure missili ipersonici Kinzhal – lo conferma anche il presidente ucraino Zelensky: “Quello di oggi è stato uno dei più grandi attacchi combinati: più di un centinaio di razzi di vario tipo e un centinaio di droni. E come la maggior parte dei precedenti attacchi russi, anche questo è altrettanto vile e prende di mira infrastrutture civili critiche”. Zelensky ha messo in evidenza che “sono state colpite la maggior parte delle nostre regioni, dall’oblast di Kharkiv e Kiev a Odessa e nelle regioni occidentali. Purtroppo ci sono delle vittime” ed ha parlato di svariati black out. Nella Capitale è stata centrata anche la centrale idroelettrica. Secondo la Bbc, almeno cinque civili sono rimasti uccisi. Dopo la conta dei danni, il governo ucraino ha detto di essere pronto a “rispondere con armi di propria produzione”. Sul Fatto di domani leggerete la cronaca di questa giornata di fuoco in Ucraina, e un approfondimento su chi paga veramente il prezzo più alto: i civili su entrambi i fronti.
IL PD, IL CAMPO LARGO E L’OMBRA DI RENZI. BERSANI LO NOMINA E IL PUBBLICO RUMOREGGIA. IN LIGURIA I 5 STELLE METTONO IL VETO SUL LEADER DI ITALIA VIVA. Il momento più “alto” alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia si è registrato ieri, quando Pierluigi Bersani ha nominato Matteo Renzi: “In questo dibattito Renzi sì, Renzi no, io faccio un discorso molto semplice, tanto sono pensionato e non porto responsabilità: bisogna trovare una soluzione che dica no ai veti e no alle ambiguità. Il punto è passare dall’opposizione alla costruzione dell’alternativa. Bisogna che Pd, M5s e Avs diano lo start per poi aprire il confronto nel paese senza veto alcuno. Quando dico ‘no ai vetì viene in mente Renzi, ma è un discorso più ampio che dà forza all’idea che il programma non possiamo farcelo in casa”. Ma quando l’ex segretario ha nominato il leader di Italia Viva, il pubblico non ha trattenuto la sua perplessità. Dunque, campo largo sì, ma a certe condizioni. Lo dicono apertamente i 5 Stelle in Liguria, dove c’è da scegliere un candidato alla Regione per il centrosinistra. I pentastellati sono chiari: “No ad alleanze con Renzi, lui fa cadere i governi”. Una presa di posizione che potrebbe far saltare l’alleanza con il Pd. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sulle manovre del campo largo e su cosa pensa la base del Pd di un possibile alleato come Matteo Renzi.
AUTONOMIA, TAJANI (FORZA ITALIA) FA RETROMARCIA. DA MILANO A PALERMO UN CORO DI CRITICHE ALLA LEGGE CALDEROLI. “Era nel programma del governo, noi l’abbiamo votata, ma deve essere un’autonomia che garantisca tutti i cittadini italiani, da nord a sud. Per questo abbiamo chiesto che prima vengano approvati i LEP e poi si applichi l’autonomia differenziata”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Forza Italia) stamane a Rtl 102.5 nel corso della trasmissione No stop news è tornato sul tema dell’autonomia, confermando la mezza retromarcia rispetto alle sicurezze della Lega. Da Nord a Sud, i malumori aumentano, così come le Regioni che si oppongono. In Lombardia, Silvia Roggiani, segretaria regionale Pd, ha attaccato il presidente Fontana: “”Il modello di Autonomia proposto dalla destra impoverisce il nord e produrrà danni enormi per il tessuto produttivo della Lombardia, compromettendo il ruolo centrale e la leadership della nostra regione. Il presidente Fontana sa benissimo che questa pseudo riforma danneggerà gravemente il nostro territorio, aggravando il carico burocratico per le nostre imprese e riducendo la loro competitività attraverso assurdità come la scelta folle di avere 20 diverse politiche energetiche, una per ogni regione”. A Palermo, la Flc Cgil ha chiamato a raccolta il mondo della scuola giovedì 29 agosto, alle 16, alla Camera del Lavoro. Il segretario generale Flc Cgil Palermo, Fabio Cirino ricorda: “Non basta aver raggiunto il quorum fissato dalla legge di 500 mila firme. La campagna continua, online si può firmare fino a fine settembre”. Sul Fatto di domani leggerete a che punto è l’opposizione per mettere un freno alla legge Calderoli.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Guerra Israele-Hamas, la tregua condizionata dal controllo sul Corridoio Filadelfia. L’Onu sospende l’assistenza umanitaria. “Il Cairo non accetterà una presenza israeliana al valico di Rafah o sul Corridoio Filadelfia”. Così un alto funzionario egiziano ha ribadito che il nodo da sciogliere per giungere ad una tregua tra lo Stato ebraico e gli islamisti palestinesi passa dal controllo del corridoio. Intanti in Israele si accentua lo scontro interno. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant ha attaccato il ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir, per le sue mire sulla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme: “Mettere in discussione lo status quo sul Monte del Tempio è un atto pericoloso, inutile e irresponsabile. Le azioni di Ben Gvir mettono in pericolo la sicurezza nazionale di Israele e la sua posizione internazionale”. Nel frattempo, a causa delle scarse condizioni di sicurezza, l’Onu ha deciso di sospendere le operazioni umanitarie a Gaza.
Omicidio Verzeni, la famiglia difende il fidanzato della vittima: “Sicuri che non sia stato lui”. Bruno Verzeni, papà di Sharon, la giovane donna accoltellata a morte nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, scagiona il fidanzato della figlia, che più volte è stato convocato dai carabinieri. “Sergio è tranquillo e noi siamo tranquilli” sul suo conto, “siamo sicuri che non sia Sergio” l’assassino. Bruno Verzeni dice di aver fatto “tutte le supposizioni di questo mondo, ma sicuramente non è stato uno che la conosceva bene”.
Muore Goran Eriksson, il mondo del calcio è in lutto. All’età di 76 anni è morto Sven Goran Eriksson, l’ex allenatore in Italia di Lazio e Roma e all’estero della nazionale inglese. Soffriva da tempo per un cancro al pancreas. Parole di commiato giungono sia dal mondo dello sport che della politica. Anche il premier Starmer ha reso omaggio al tecnico svedese: “Sarà ricordato per il suo contributo straordinario al calcio inglese, che ha portato gioia a molti negli anni”.
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