FASSINO E IL PROFUMO CHANEL IN TASCA, IL DEPUTATO DEM SAREBBE RECIDIVO AL FURTO. Non sarebbe la prima volta che Piero Fassino è stato colto con le mani nella marmellata. Come rivelato dal Fatto Quotidiano, il 15 aprile l’ex ministro della Giustizia è stato denunciato per il presunto furto di un profumo Chanel (costo, circa 100 euro) al duty free dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino, alle porte di Roma. L’ex ministro della Giustizia (leader del centrosinistra al tempo dei Democratici di sinistra) si è giustificato dicendo che aveva solo appoggiato la boccetta nella tasca della giacca, avendo le mani occupate dallo smartphone e dal trolley, in attesa di pagare alla cassa. Insomma, un tremendo equivoco, secondo Fassino, che si è detto “sofferente e distrutto” per il malinteso. Non è chiaro se l’esponente dem, quel 15 aprile, stesse davvero parlando al telefono e neppure dove è stato fermato dalla vigilanza, se all’interno del negozio oppure fuori: ma di sicuro è stata presentata una denuncia, mentre la Polaria (Polizia di frontiera aerea) sta indagando per consegnare alla procura di Civitavecchia un’informativa sulla vicenda. Le cronache di oggi già accennavano a voci di recidiva, per il deputato dem: voci, appunto. Nel pomeriggio un’agenzia Ansa ha rilanciato i sospetti: secondo “fonti investigative”, “già in passato Piero Fassino sarebbe stato riconosciuto come autore di un furto nel duty free”. Nella prima occasione, tuttavia, sarebbe stato graziato: nessuna denuncia. Il 15 aprile, invece, è arrivata la querela. Il video delle camere di videosorveglianza aiuteranno gli inquirenti a sciogliere ogni dubbio. Sul Fatto di domani vi racconteremo i nuovi sviluppi del caso Fassino.
EUROPEE, SFIDA MELONI-SALVINI: CROSETTO IRONIZZA SU VANNACCI, TRA IL GENERALE E IL CARROCCIO VOLANO GIÀ GLI STRACCI. AL VIA L’ASSEMBLEA FDI A PESCARA. Fratelli d’Italia punge la Lega per la candidatura di Vannacci, mentre tra il generale e i big del Carroccio è già guerra aperta. Intanto, da Pescara, il partito di Meloni inaugura la campagna elettorale per il voto europeo dell’8 e 9 giugno. L’assemblea programmatica FdI parte oggi, in Abruzzo, ma l’attesa è per domenica quando la premier salirà sul palco ad annunciare la sua candidatura. Le cronache politiche danno per scontata la corsa della premier, dopo le discese in campo di Tajani e Schlein. Tutti e tre, una volta eletti, torneranno in patria disertando Bruxelles: ma l’importante è incassare voti in Europa, da far pesare a Roma nelle trattative di palazzo. Salvini punta tutto su Vannacci, incassando l’ironia del ministro meloniano Guido Crosetto: “Era chiaro da mesi, Vannacci sarà certamente eletto e le istituzioni europee potranno godere del suo contributo di idee e valori. Sono certo che la sua presenza aiuterà elettoralmente la Lega. Una scelta win-win, come si dice. Per lui, per la Lega e per l’esercito”. Anche nel Carroccio si sono sollevate voci critiche verso il generale, soprattutto dall’ala nordista dei governatori. Massimiliano Fedriga (presidente del Friuli Venezia Giulia) ha dichiarato che voterà per i tre candidati della sua regione. Gian Marco Centinaio ha lasciato intendere di non gradire il generale: “Ho detto che avrei votato chi si è fatto il mazzo sul territorio, per fortuna ci sono le preferenze”. Vannacci tira dritto: “sono problemi loro, io non faccio parte del partito, non ho la tesserà e al momento non la prenderò. Lo ha detto anche Salvini sono un indipendente. Centinaio e Fedriga? Tanti auguri e in bocca al lupo”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la faida a destra in vista del voto europeo.
IL 25 APRILE FINISCE IN POLEMICA TRA FILO-ISRAELIANI E FILO-PALESTINESI. COS’È SUCCESSO DAVVERO NELLE PIAZZE. A celebrazione della Liberazione conclusa, le polemiche non si placano, e arrivano le prime conseguenze giudiziarie. A Milano è stato arrestato un 19enne egiziano per aver colpito con un bastone un addetto alla sicurezza della Brigata ebraica, ieri, a margine della manifestazione del 25 aprile. Con altri otto ragazzi nordafricani, senza legami con i gruppi pro-Palestina che erano nel corteo finito in piazza Duomo, ha preso a calci, pugni alcuni membri del servizio d’ordine e si è scagliato contro lo spezzone della Brigata ebraica che stava arrivando in piazza. Sono stati tutti denunciati per istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa mentre l’egiziano è stato arrestato per il possesso del bastone. Uno dei minorenni è indagato per il porto di un coltello, senza che al momento ci siano evidenze che l’arma sia stata utilizzata durante gli scontri. “Una ferita sul 25 aprile”, ha detto il direttore del museo della brigata ebraica di Milano. Le cronache dei giornali di oggi sono tutte concentrate su questo episodio. Non la stessa attenzione è concessa all’altra piazza dove pure si sono verificati momenti di tensione tra filo-palestinesi e rappresentanti della brigata o della comunità ebraica. Parliamo della piazza di Porta San Paolo a Roma, dove ieri mattina i due gruppi contrapposti sono quasi venuti allo scontro, se non fosse stato per l’interposizione ben condotta delle forze dell’ordine che hanno evitato il peggio. Dallo spezzone della brigata ebraica romana, però, sono partite quattro bombe carta (dopo una serie di insulti incrociati). Sul Fatto di domani leggerete una ricostruzione di quei momenti e una nostra indagine su chi erano i soggetti in campo. Con un’analisi della gestione dell’ordine pubblico, così sapiente e così diversa da quella vista durante le proteste degli universitari.
NUOVE ARMI ALL’UCRAINA, MA QUALI ARMI? KIEV RITIRA I CARRI ABRAMS USA PERCHÉ BERSAGLIO FACILE PER I DRONI RUSSI. Il pacchetto di aiuti militari all’Ucraina approvato la settimana scorsa dal Congresso Usa è in via di consegna (alcuni elementi stoccati nei magazzini delle basi europee saranno inviate la prossima settimana), ma intanto Kiev ha ricevuto i tanto attesi missili a lungo raggio americani ATACMS. Washington li ha inviati segretamente nei mesi scorsi, dopo averli approvati in un precedente pacchetto di aiuti presidenziale. Oggi l’esercito britannico conferma un timore che finora aveva frenato la loro consegna agli ucraini: questi missili a lunga gittata saranno usati per colpire posizioni in Russia, assottigliando quindi la linea rossa che ci separa da un conflitto tra Mosca e la Nato. Mentre gli europei si stanno affrettando a fornire i tanto richiesti Patriot per la difesa aerea, gli analisti militari ucraini ritengono che la Russia stia preparando una grande offensiva per maggio o giugno, più grande di quella a cui stiamo assistendo. La speranza di Kiev e degli Alleati è che in nuovi invii di armi occidentali bastino a frenarla. Ma anche le forniture americane ed europee sembrano avere problemi. L’Ucraina ha annunciato che sta ritirando dalla prima linea i carri armati Abrams forniti dagli Usa perché sono troppo fragili agli attacchi dei droni russi. Gli Usa ne avevano inviati 31, almeno 5 sono stati distrutti. Un segnale che la guerra in Ucraina è sempre di più dominata dai sistemi di droni, ma anche che non tutte le forniture militari sembrano adeguate a contrastare i russi. Sul Fatto di domani leggerete il nostro approfondimento.
MEDIO ORIENTE, I TANK DI ISRAELE PRONTI A ENTRARE A RAFAH. EGITTO E USA PROVANO A LIMITARE I DANNI. L’esercito israeliano ha schierato decine di carri armati e veicoli blindati lungo il confine meridionale con Gaza, al valico israeliano di Kerem Shalom, vicino a Rafah. Lo hanno riferito oggi giornalisti testimoni oculari. L’operazione sull’ultimo lembo della Striscia di Gaza al confine con l’Egitto, dove sono ammassati più di 1 milione e mezzo di sfollati palestinesi in tende o condizioni di fortuna, è stata messa a punto dall’Idf e ha bisogno ormai solo del via libera del premier Benjamin Netanyahu e del gabinetto di guerra per cominciare. Ma forse bisognerà aspettare. Martedì infatti dovrebbe arrivare a Tel Aviv, per la settima volta, il segretario di Stato Usa Antony Blinken, proprio per discutere di Rafah. Anche gli egiziani sono preoccupati: il Cairo teme di ritrovarsi centinaia di migliaia di profughi di guerra palestinesi a premere sui suoi confini. Per questo, il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamel è volato in Israele con una delegazione per portare avanti i negoziati su un cessate il fuoco temporaneo e la liberazione degli ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre. Sul Fatto di domani analizzeremo le chance concrete di queste missioni.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
E se il futuro di Pedro Sanchez fosse in Ue? Dopo l’annuncio a sorpresa di una pausa dalle attività politiche fino a lunedì da parte del premier spagnolo, la procura di Madrid ha chiesto l’archiviazione delle accuse di corruzione in appalti rivolte alla moglie perché le prove erano inconsistenti, e lo stesso sindacato di destra che lo aveva denunciato ha ritrattato ammettendo che alcuni elementi forniti sulla moglie di Sanchez potevano essere falsi. Ma a Bruxelles ci si chiede che se il primo ministro socialista non stia lavorando per “un incarico di primo piano a Bruxelles”, forse al Consiglio europeo.
Sciopero dei giornalisti Rai il 6 maggio. L’annuncio arriva dall’Usigrai, il sindacato dei cronisti di viale Mazzini: “Controlli asfissianti, vogliono ridurci a megafono del governo”. Una scelta, l’astensione dal lavoro, giunta dopo gli ultimi episodi che hanno scosso il servizio pubblico radiotelevisivo: la mancata ospitata dello scrittore Antonio Scurati nel programma di Serena Bortone (con un monologo sul 25 aprile e l’antifascismo) e la telefonata del premier albanese alla dirigenza Rai per lamentarsi di un’inchiesta di Report.
G7, Papa Francesco parteciperà alla discussione sull’intelligenza artificiale. Lo ha annunciato Giorgia Meloni con un video pubblicato sui suo canali social. Il vertice si svolgerà in Puglia, a Borgo Egnazia, dal 13 al 15 giugno. Non è ancora chiaro, però, se Bergoglio sarà presente o si collegherà da remoto. La premier ha espresso soddisfazione per la partecipazione del papa: “È la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei 7”.
25 aprile, rubato l’incasso di Casa Cervi. Una dipendente e collaboratrice dell’Istituto per la memoria aggredita nel parcheggio e “alleggerita” di 80 mila euro, ossia l’intero incasso del 25 aprile a Casa Cervi a Gattatico (Reggio Emilia). La festa della Liberazione in Emilia si è conclusa con una rapina e l’aggressione a opera di quattro uomini con uno spray al peperoncino. L’incasso era provento della festa a cui hanno partecipato, tra gli altri, di Maurizio Landini, Romano Prodi e Stefano Bonaccini.
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Guerra, corruzione e lusso: l’arresto di Ivanov e il regolamento di conti tra gli uomini di Putin
di Michela A.G. Iaccarino
Un alto grado del Cremlino è in galera: il vice ministro della Difesa Ivanov è stato arrestato. L’ultima volta che i russi hanno visto un membro dell’élite finire in carcere è stato nel 2017, l’anno in cui l’ex ministro dell’Economia Aleksey Ulyukayev è stato condannato a otto anni di prigione per aver richiesto una maxi tangente al tycoon Sechin, alla testa del colosso Rosneft. Quando, durante un’operazione orchestrata con le forze di sicurezza, Sechin gli allungò i due milioni di dollari in un contenitore, Ulyukayev – che si dichiarò poi innocente in tribunale – pensava però di star accettando salsicce.
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