LE VARIANTI NEL PALLONE. Mentre in Italia la mutazione Delta è stata trovata in diverse zone (oggi nuovo focolai nel Lodigiano, nel Biellese, a Fermo e Senigallia) in Europa l’allarme è sempre più alto. E una delle cause della ripresa dei contagi sembrano essere proprio le partite di calcio degli Europei, con gli stadi riaperti al pubblico. Tanto che il presidente del Koch Institute tedesco ha detto chiaramente che “gli stadi aperti per Euro 2020 sono un moltiplicatore di Delta”. Infatti il centinaio di finlandesi positivi di cui si è parlato in questi giorni erano reduci dalla trasferta in Russia per la partita. E nel Paese la situazione va peggiorando: i contagi sono oltre 21 mila, mentre San Pietroburgo, che ospita le gare di Euro 2020, ha riportato oggi il più alto numero giornaliero di morti per Covid-19 in una città russa dall’inizio della pandemia: 107. E anche in Danimarca (a Copenaghen come a Budapest gli stadi erano pieni) hanno ormai parecchi casi di tifosi positivi. A questo punto cosa si deciderà per la finale del torneo di calcio prevista a Londra, dove i contagi sono schizzati?
VACCINI ANCORA IN FRENATA. Ci sono ancora 2 milioni e 700 mila italiani over 60 che non hanno fatto neanche la prima dose di vaccino e, dunque, non hanno alcuna copertura contro il Covid. Il dato è riportato nell’ultimo report settimanale del governo dal quale emerge che negli ultimi sette giorni è stata somministrata la prima dose in questa fascia d’età a sole 140 mila persone. Ma oltre a questo problema ce n’è un altro: a Napoli, ad esempio, sono crollate le prenotazioni dei vaccini. Lo stesso si sta verificando nel Lazio. E questo nonostante le raccomandazioni di Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, secondo cui “è importante che si parta per le vacanze con la seconda dose di vaccino effettuata”. Sul giornale di domani vi racconteremo cosa sta succedendo. Ne parleremo anche con il professor Andrea Crisanti.
LA ROTTURA TRA GRILLO E CONTE. “Mettiamocela tutta. Diamo il massimo e rimaniamo uniti”. E’ l’appello al M5S del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un post su Facebook nel pieno dello scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Ex premier oggi, dopo l’attacco del “visionario” in Parlamento al leader in pectore del Movimento, non ha fatto sentire la sua voce, mentre continua il tentativo dei pontieri pentastellati di trovare un’intesa. Il garante, invece, ha scritto un lungo post sul suo blog dal titolo “Siamo liberi di decidere?” in cui, citando filosofi come Spinoza e Schopenhauer, afferma che “una persona può fare ciò che vuole, ma non scegliere ciò che vuole”. Vi racconteremo come procede la trattativa, in attesa del discorso dell’ex premier atteso per lunedì. E ne discuteremo con Domenico De Masi che fornirà il suo punto di vista sul futuro dei 5 Stelle.
LICENZIAMENTI, L’IRA DEI SINDACATI. Cgil, Cisl e Uil sono scesi in piazza a Bari, Firenze e Torino per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti fino a fine ottobre per l’emergenza Covid che è tutt’altro che superata. Questo perchè lo stop in vigore scade il 30 giugno e il governo intende confermare il blocco solo per determinati settori, come il tessile, l’abbigliamento e il calzaturiero. Una misura bocciata dai sindacati, secondo cui ben 700 mila persone rischiano il posto. Mentre Matteo Renzi si ritiene “un pochino meno pessimista dei sindacati. Siamo a un passo da una grande ripesa” e non vede “bombe sociali”, per Maurizio Landini “è un errore sbloccare i licenziamenti al primo di luglio, lo diciamo al presidente del Consiglio Draghi, a Confindustria, a Confapi. I problemi e le riorganizzazioni non si devono affrontare coi licenziamenti. Abbiamo bisogno di politiche industriali e ammortizzatori sociali degni di questo nome”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
La vergogna del Morandi. Un altro capitolo dell’inchiesta sul crollo del ponte di Genova, con documenti inediti.
Referendum & scarcerazioni facili. La nostra intervista all’ex presidente della Consulta, Gustavo Zagrebelsky.
Bufera su Abu Mazen. Vi racconteremo la morte di Nizar Banat, 44 anni, che è diventata un grosso problema per Abu Mazen: Banat era un attivista che si impegnava in una campagna contro la corruzione dell’Anp e lui stesso aveva intenzione di candidarsi alle elezioni mai avvenute in Palestina.
L’agente del caso Floyd. Vi parleremo del futuro di Chauvin, l’agente condannato a 22 anni per la morte di George Floyd: il detenuto costretto al massimo isolamento per motivi di sicurezza. L’unico carcere dello Stato degli Usa che può ospitarlo è quello di Oak Park Heights dove ha già trascorso il periodo di detenzione prima della sentenza di ieri: la cella è 3 metri x 3 e continuamente monitorata.
Secondo tempo. L’intervista a Pamela Prati.
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