AMICI MIEI. Dopo la pubblicazione del report della Cia sull’uccisione del giornalista Khashoggi, continua il pressing dei partiti (M5S, Pd e Leu) affinché Matteo Renzi faccia chiarezza sui suoi rapporti con il principe saudita Bin Salman. E Amnesty International sostiene che “non si può tacere sulla violazione dei diritti umani”. Sul Fatto di domani leggerete un’intervista ad Alessandro Di Battista e un intervento del nostro Marco Lillo, che spinge Renzi a restituire gli 80mila euro percepiti per la conferenza in Arabia. Intanto sui social impazza l’hashtag #renzidimettiti.
LA CONTRORIFORMA DEL LAVORO. Un’altra batosta per il senatore di Italia Viva è lo smantellamento del suo Jobs Act da parte della magistratura. Ieri il Tribunale di Roma ne ha mandato alla Consulta un altro pezzo. La Corte costituzionale, peraltro, due giorni fa aveva cassato la parte della riforma che riguarda agli indennizzi fissi nei licenziamenti per vizi formali. Insomma, altro che – come sosteneva Renzi – una “democrazia delle opportunità”.
REVOLVING DOORS. Dal punto di vista politico, proseguono invece collocamenti e ricollocamenti. Se da un lato le deleghe al Mise potrebbero tagliare fuori i 5S dai posti in cui verranno gestiti i fondi del Recovery Plan, dall’altro vecchie conoscenze della politica continuano a lasciare i Palazzi per entrare nelle grandi aziende di Stato. È il caso dell’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, ma non solo: troverete domani un bell’elenco di “porte girevoli”. Leggerete poi un’ampia intervista sul governo al professor Gustavo Zagrebelsky.
INTANTO, LA PANDEMIA. Con il dilagare delle varianti, uno dei temi all’ordine del giorno sono sicuramente le scuole: visto che molti governatori stanno procedendo in autonomia (De Luca chiude tutto fino al 14 marzo), il Cts è chiamato a dare la linea (chiusura degli istituti nelle zone rosse e oltre alcune soglie, ma misure modulate anche a livello di comuni e province). Intanto, mentre i numeri di giornata parlano di quasi 19mila nuovi positivi e 280 vittime, la Sardegna è l’unica regione italiana a diventare bianca.
SEQUENZIAMENTO, QUESTO SCONOSCIUTO. A preoccupare, dicevamo, sono soprattutto le varianti. Anche perché il nostro Paese è molto indietro rispetto al loro tracciamento. Scopriremo chi se ne sarebbe dovuto occupare e non l’ha fatto.
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