LA CRISI DI GOVERNO in primo piano sul Fatto di domani. Dopo le dimissioni del premier, Mattarella inizia le consultazioni con i presidenti di Camera e Senato. L’ipotesi più forte è ancora quella del Conte-ter, ribadita dalla direzione del Pd, con il presidente del Consiglio che continua a preferire una maggioranza allargata a nuovi Responsabili. Senza Italia Viva. Solo che i “costruttori” sono finora riusciti a costituire il gruppo parlamentare imbarcando un Dem e un “autonomista”. Il percorso, quindi, è ancora in salita. Renzi, intanto, riunirà stasera i gruppi parlamentari. In salita anche la strategia della destra: la coalizione salirà al Colle unita, ma solo per marcarsi a vicenda, segno che da quelle parti si litiga. Vedremo anche i malumori di Salvini per il sondaggio fatto da “Di martedì” che lo vede al 29% contro Conte al 48%. A seguire un altro aspetto della comunicazione: i social, con Conte inondato di messaggi di solidarietà e apprezzamento e Renzi sepolto dalle critiche. Sempre riguardo al rottamatore, troverete importanti novità sui suoi viaggi in Medio Oriente.
L’ECONOMIA si occuperà del programma di aiuti europeo, con la bufala lanciata dai giornali della bocciatura della Ue del nostro Recovery Plan. Anche perché il ministro dell’Economia francese denuncia i troppi paletti burocratici imposti da Bruxelles che stanno rallentando la presentazione dei piani fatti dagli Stati (quasi tutti bocciati, anche se informalmente).
NELLE PAGINE SUL COVID andremo a vedere, oltre ai dati di giornata che trovate qui, a che punto è la creazione di una “banca dati delle varianti” del virus. Poi l’inchiesta, nata da un esposto dei sindacati presentato in Procura, sulle mascherine prodotte da Fca e destinate alle scuole: protezioni che non sembrano funzionare a dovere.
IL FOCUS sarà dedicato ai vaccini, con lo scontro con AstraZeneca per gli annunciati ritardi e un punto sul farmaco che sarà prodotto in Italia. Ci aiuterà nella comprensione un’intervista all’europarlamentare belga Marc Botenga (di cui potete leggere un’anticipazione).
NELLA CRONACA la condanna della sindaca di Torino, Chiara Appendino, per i morti in piazza San Carlo.
GLI ESTERI ci porteranno nello Yemen dove nei sei anni di guerra (dimenticata, secondo l’Onu) i due contendenti hanno saccheggiato le risorse economiche del Paese. Poi in Brasile dove la difficile situazione dovuta alla pandemia rischia di travolgere Bolsonaro, così come è avvenuto negli Usa per Trump.
NEL RADAR la nostra firma, Massimo Fini.
NEL SECONDO TEMPO l’anticipazione del libro “L’orgoglio del fallimento” di Emil Cioran che raccoglie lettere inedite del grande scrittore. Infine una biografia di Sylvester Stallone e del suo personaggio Rocky Balboa.
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Botenga: “Accordi con le aziende: così s’è fatta fregare la Commissione Ue”
di Stefano Vergine
“Che AstraZeneca stia vendendo le dosi prefinanziate dall’Europa ad altri Paesi, come l’Arabia Saudita, bisogna provarlo. Ma Ryad sta comprando vaccini che la compagnia produce in India: sarebbe interessante sapere se questa una è violazione del contratto firmato con la Commissione europea”. Marc Botenga, belga, europarlamentare del gruppo “La Sinistra”, è il promotore di un emendamento per rendere pubblici i brevetti dei vaccini anti Covid. Emendamento bocciato a Bruxelles con l’appoggio di buona parte di Pd e di tutta Forza Italia.
Lei è tra i pochi parlamentari europei ad aver visto i contratti tra Commissione e aziende produttrici dei vaccini.
Solo quello con CureVac. Abbiamo chiesto anche quello firmato con Pfizer, ma la Commissaria Stella Kyriakides prima ha promesso di farlo, poi ha cambiato idea.
Che cosa l’ha colpita del contratto con CureVac?
Il prezzo non c’era, e c’erano omissis anche su quantità e tempistica delle consegne. Mi ha colpito leggere che, nonostante i Paesi europei abbiano finanziato la ricerca del vaccino, i brevetti restano di proprietà unica della compagnia e sarà la Commissione a doversi assumere il rischio finanziario in caso di vizi segreti e di reazioni avverse. C’è anche una clausola che prevede il divieto di esportare, o anche donare, i vaccini ad altri Paesi o a organizzazioni umanitarie.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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