LA CRISI DI GOVERNO in primo piano sul Fatto di domani. Mattarella prosegue con le consultazioni: prima i gruppi minori (la Bonino ha chiesto un altro premier e Berlusconi in maggioranza) poi la delegazione di Italia viva che chiede a Conte di fare marcia indietro sulla presenza dei renziani in maggioranza. Il presidente del Consiglio dimissionario nel pomeriggio ha parlato direttamente con Renzi il quale minaccia il governo istituzionale ma in realtà ributta la palla alla maggioranza. In serata l’incontro con il Pd. Dal fronte opposto vi racconteremo cosa sta succedendo in Forza Italia, dopo il dietrofront di Vitali che ha detto no al suo ingresso nei “costruttori”. Vedremo chi è questo personaggio, famoso per le leggi ad personam durante il “regno” dell’ex cavaliere. Poi lo strano caso dei due parlamentari, Minuto e Carbone, appesi al seggio: vedremo cosa c’è all’origine delle loro scelte di campo. Vi racconteremo dell’iniziativa del leghista Centinaio che vorrebbe formare una nuova maggioranza con Renzi (in Regione Lombardia Italia Viva spesso vota col Carroccio). Sempre a proposito del rottamatore la descrizione del video del suo dibattito con il principe saudita Mohammad bin Salman (accusato di essere il mandante dell’uccisione di Khashoggi e recentemente scaricato da Biden) in cui ha esaltato il Rinascimento in Arabia Saudita.
Qui il link al video (l’incontro tra i due è al minuto -3.30:00)
LE PAGINE SUL COVID, oltre ai consueti dati di giornata che trovate qui, ci porteranno ancora in Lombardia, dove chi governa deve avere problemi con la matematica, visto che i conti non tornano troppo spesso. Poi cercheremo di capire, nuovi numeri alla mano, quali Regioni cambieranno colore dalla prossima settimana. Infine il Piano pandemico: dopo quella di Bergamo (oggi il ministro Speranza è stato sentito dai pm), anche la Procura di Roma sta indagando.
IL FOCUS sarà dedicato a un movimento inedito che sta prendendo piede: un gruppo organizzato di piccoli trader è riuscito a causare perdite di miliardarie ai fondi di investimento. Vi spiegheremo come funziona e quali sono le società quotate “bersaglio” dei “ribelli”. Dietro al movimento c’è un personaggio, Michael Burry, che nel 2008 scoprì lo scandalo subprime negli Usa (la sua storia divenne un film, “La grande scommessa”).
NELLA CRONACA la “rivolta” dei sindaci dopo la condanna della sindaca di Torino, Chiara Appendino, per i morti in piazza San Carlo. Ora hanno paura ad autorizzare qualunque manifestazione. Poi il caso Gregoretti, con Conte che viene sentito dai magistrati come testimone.
GLI ESTERI ci porteranno in Vietnam, dove il capo del Partito Comunista, Nguyen Phu Trong, che è anche presidente dal 2018, è in lizza per un altro mandato come segretario generale. Poi in Polonia, dove riprendono le manifestazioni contro il divieto di aborto.
NEL RADAR la nostra firma, Domenico de Masi, che si occuperà del Recovery Fund (di cui vi forniamo un’anticipazione).
NEL SECONDO TEMPO la questione Sanremo con lo scontro sulla presenza dei figuranti in platea. Franceschini non li vuole, Fiorello e Amadeus pronti a lasciare il Festival.
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Recovery plan, il solito ignoto
di Domenico De Masi
Il Recovery Plan – che, piaccia o no, scolpisce l’Italia del 2027 – ha la malasorte di essere commentato senza essere letto. Eppure si tratta di 167 pagine scritte in buon italiano, con tabelle molto chiare, divise in sei parti ineludibili, le “missioni”, dedicate ad altrettanti temi suggeriti dall’Europa: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
Si è detto che il presidente Conte ha elaborato il Recovery Plan nel chiuso del suo studio, con una stretta consorteria di fedelissimi. Chi ha letto il documento e ne ha potuto valutare la complessità sa che ciò non è possibile. In effetti, all’elaborazione del documento lavora da mesi una squadra di esperti del Mef che si è confrontata con tutte le parti sociali e alla quale confluiscono di giorno in giorno dossier, promemoria, proposte e critiche provenienti da ministeri, ordini professionali, sindacati e lobby. Del resto, si tratta di allocare 219 miliardi, che poi sono 224 e, da qui al 2026, arriveranno a 312.
Francesco Giavazzi, sul Corriere del 2 settembre scorso ha scritto che “nell’elenco degli oltre 600 progetti che i ministeri hanno sottoposto al governo per i finanziamenti del Recovery fund, troverete solo cappotti termici, alta velocità e autostrade, più qualche investimento industriale proposto dalle aziende, dall’Ilva alla Fincantieri. Niente riforme, né nella scuola, né all’università, né, ci mancherebbe, nel mercato del lavoro”.
Nelle 167 pagine del Recovery Plan c’è ben più dei cappotti termici e dell’alta velocità. Oltre a un elenco preciso delle fonti dalle quali il Piano ricava i suoi finanziamenti, vi è una descrizione dettagliata delle sei “missioni” raccomandate dall’Europa e, per ogni “missione”, vi sono le varie parti componenti. Ad esempio, la missione che riguarda la digitalizzazione è distinta in Pubblica amministrazione, imprese, turismo e cultura. Le componenti sono 16 in tutto e, per ognuna, sono previsti gli specifici interventi concreti. Per ognuna delle missioni, delle componenti e degli interventi, sono indicati i miliardi assegnati.
(continua a leggere sul giornale di domani)
Di Battista ad Accordi&Disaccordi (Nove): “Spero che Conte sia candidato premier M5s-Pd. Renzi fuori dalla porta”
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