ELEZIONI USA, DISASTRO BIDEN NEL DUELLO TV CON TRUMP: CONFUSO E MENTALMENTE SCONNESSO, DEMOCRATICI VALUTANO UN NUOVO CANDIDATO. LO STAFF DEL PRESIDENTE: “NON SI RITIRA”. Prima del dibattito di ieri notte sulla Cnn era solo un sospetto alimentato a suon di gaffe, dichiarazione smentite, video virali su internet. Alcuni commentatori avevano perfino bollato come propaganda repubblicana, i dubbi di certa stampa sulla salute mentale di Joe Biden. Ma nel duello di ieri notte la verità è emersa senza appello: il presidente americano è apparso confuso, mentalmente sconnesso, surclassato dallo sfidante Donald Trump. E’ lui il vincitore del confronto, per il 67% degli americani: solo il 33% ha preferito Biden. Ora le alte sfere del partito democratico ammettono il disastro e cercano di correre ai ripari: per scongiurare il ritorno alla Casa bianca dell’ex inquilino (fresco di condanna per aver pagato il silenzio della pornostar Stormy Daniels) Biden dovrtebbe abbandonare la corsa. Problema: il presidente ha vinto le primarie, dunque serve un passo indietro spontaneo, sempre rifiutato (fino ad ora). Anche la moglie Jill ha sostenuto il marito nella corsa elettorale: secondo indiscrezioni di stampa, solo un suo intervento potrebbe scongiurare il disastro con il ritiro di suo marito. Al momento Biden resta in sella: “Non abbandonerà la corsa”, ha detto il suo portavoce Seth Schuster. Se il presidente rinunciasse alla candidatura, il suo sostituto verrebbe nominato durante la Convention nazionale democratica dal 19 al 22 agosto, a Chicago. Già circolano i nomi degli outsider: la vice presidente Kamala Harris (poco popolare specie sul tema immigrazione); il governatore della California Gavin Newsom (schiacciato a sinistra sui temi woke); la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer (la più accreditata contro Trump). Ma anche Michelle Obama, moglie di Barack, se solo avesse la volontà di candidarsi. Sul Fatto di domani vi racconteremo tutti gli scenari delle corsa elettorale per la Casa bianca.
NOMINE UE, IL CONSIGLIO DICE Sì MA MELONI SI ASTIENE SU VON DER LEYEN: LA TRATTATIVA CON URSULA E FITTO COMMISSARIO (MENTRE SALVINI URLA AL GOLPE). Il Consiglio europeo ha approvato il pacchetto delle nomine, con disappunto di Giorgia Meloni. Ma la trattativa della premier è appena iniziata e si annuncia in salita, fino al voto dell’Eurocamera del 18 luglio. La maggioranza dei 27 ha detto sì al bis di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione; all’estone Kaja Kallas, oltranzista atlantica, Alta rappresentante per la politica estera e la Difesa; al socialista Antonio Costa presidente del Consiglio europeo. Meloni ha votato No per Kallas e Costa, offrendo l’astensione a von der Leyen. La candidata del Ppe ha bisogno del sostegno di Meloni per tornare a Palazzo Berlaymont: la maggioranza con socialisti e liberali è risicata e i franchi tiratori in agguato; la pattuglia di Fratelli d’Italia (24 seggi) serve a coprirsi le spalle in caso di fuoco amico. Ma la premier italiana vorrebbe spostare a destra l’asse della Commissione, soprattutto punta ad incassare un ruolo di peso per il fido ministro Raffaele Fitto: ad esempio, come vicepresidente e commissario al Bilancio con delega al Pnrr. In vista della battaglia sui conti – con la Manovra d’autunno e la procedura d’infrazione alle porte – un meloniano nella casella chiave e buoni rapporti con Bruxelles diventano opportunità da cogliere. Mercoledì, Meloni aveva tuonato in Parlamento contro i “caminetti” dell’oligarchia di Bruxelles (cioè Francia e Germania) colpevole di ignorare l’Italia e il voto popolare. C’è tempo per ricucire. In ogni caso, la trattativa brussellese lascerà veleni nel centrodestra. Salvini ha già bocciato von der Leyen e urlato al golpe europeo: “Un colpo di Stato, la democrazia ci impone di reagire con tutti i mezzi possibili”. Tajani, nome di spicco nel Ppe, sta con Ursula. Sul Fatto di domani leggerete il racconto e i retroscena delle nomine in Europa.
GIOVENTÙ MELONIANA, LA PREMIER ROMPE IL SILENZIO E ATTACCA L’INCHIESTA DI FANPAGE: “INFILTRARSI IN UN PARTITO È DA REGIME”. Anche la comunità ebraica aveva chiesto una condanna ufficiale, dopo gli insulti antisemiti, la battute e gli sfondoni razzisti, i saluti a braccio teso e il motto nazista Sieg Heil: tutto immortalato dalle telecamere nascoste di Fanpage. Soprattutto, a destare inquietudine, sono state le offese all’indirizzo della deputata (ex portavoce della comunità ebraica romana) Ester Mieli. Ieri è giunto il commento dei big del partito come Giovanni Donzelli, oggi si è udita la voce della premier dopo giorni di silenzio. La linea è chiara: condanna senza appello di frasi e posture xenofobe, ma anche un attacco frontale allo scoop giornalistico di Fanpage, ottenuto con “metodi da regime”. “In 75 anni di storia repubblicana nessuno ha ritenuto di infiltrarsi in un partito politico e di riprenderne segretamente le riunioni“, ha dichiarato Meloni: “È consentito? Lo chiedo ai partiti politici e al presidente della Repubblica”. In realtà, il cronista sotto copertura con mentite spoglie non è affatto una rarità. Eppure Meloni accusa Fanpage aver superato il confine della cronaca e dell’inchiesta. “Non è un metodo giornalistico, perché sono stati utilizzati degli investigatori”: come se investigare non fosse il mestiere del giornalista. Dall’altro lato, Meloni prende le distanze dai ragazzi di Gioventù nazionale con nostalgie fasciste e razziste: “Penso che abbiano sbagliato la propria casa”. Di sicuro, il busto di Mussolini nella residenza di Ignazio La Russa non ha aiutato a sciogliere il malinteso. Neppure la fiamma nel simbolo, del resto, appare una buona idea per tenere i nostalgici alla larga.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Agrigento, muore operaio 21enne travolto da un carrello elevatore. La vittima si chiamava Angelo Giardina, schiacciato dal muletto che stava manovrando. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta e disposto il sequestro dell’area. Ancora in dubbio la posizione lavorativa del giovane e il rispetto delle norme di sicurezza. “L’ennesima vittima di una strage, tre morti al giorno sul lavoro in Italia non sono una cosa normale”, ha commentato il segretario provinciale della Cgil Alfonso Buscemi.
Danilo Dolci, 100 anni dalla nascita. Il Gandhi di Sicilia venne al mondo il 28 giugno 1924, a Sesana, oggi in Slovenia ma allora in provincia di Trieste. Dedicò la vita lotta alla giustizia sociale e al riscatto degli umili e scelse l’Isola per condurre le sue battaglie con il metodo della non violenza. In provincia di Palermo (nei dintori di Trappeto e Partinico) fondò il “Borgo di Dio”, una casa-asilo per accogliere poveri e bimbi. Fu arrestato e imprigionato, anche a causa delle sue denunce contro la mafia. Candidato sette volte al Nobel. A difenderlo dalle accuse e dai processi, alcuni de gli intellettuali più prestigiosi del 900: Norberto Bobbio, Alberto Moravia, Enzo Sellerio, Erich Fromm, Bertrand Russell, Jean Piaget, Jean-Paul Sartre ed Ernst Bloch.
Aborto, 1000 euro al mese alle donne che rinunciano all’interruzione di gravidanza: la proposta di Forza Italia. L’idea è contenuta in un disegno di legge firmato Maurizio Gasparri: un “reddito di maternità” fino al compimento del quinto anno del bambino, per sostenere le donne che vorrebbero abortire per ragioni economiche.
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Elezioni in Francia, nei sondaggi la destra di Le Pen prende il largo. L’indagine: un elettore su 2 nel Rassemblement si considera razzista
di Luana De Micco
La vittoria del Rassemblement National al primo turno delle legislative anticipate di domenica prossima, 30 giugno, potrebbe essere schiacciante: secondo le previsioni dell’ultimo sondaggio Ipsos, pubblicato da Le Monde, il partito di Marine Le Pen riunisce il 32% circa delle intenzioni di voto, un risultato molto vicino a quello ottenuto la sera del 9 giugno alle elezioni Europee (31,4%).
(Continua)
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