MELONI FA LA PASSERELLA A CAIVANO MA LE ALTRE PERIFERIE CAMPANE RESTANO DEI GHETTI. EUROPEE: L’ANTIMAFIA TROVA SETTE IMPRESENTABILI. “Presidente De Luca, quella str..za della Meloni, come sta?”. Giorgia Meloni si è presentata così, questa mattina a Vincenzo De Luca, governatore della regione Campania, durante la visita a Caivano, per l’inaugurazione del nuovo centro sportivo polifunzionale. De Luca (Pd), che più volte ha attaccato la premier e il suo governo di destra, si è limitato ad un “benvenuta” come risposta. Siparietto a parte, a pochi giorni dalle elezioni europee dell’8 e 9 giugno, Giorgia Meloni cerca di monetizzare consenso, e l’occasione di Caivano era troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Ad accoglierla è stata don Patriciello, il prete di periferia che più volte è entrato in contrasto con De Luca perchè attaccato dal governatore, e che invece al capo del governo ha riservato un “Dio la benedica”. La visita a Caivano è servita per inaugurare il nuovo impianto sportivo, dove sorgeva la “piscina degli orrori”, all’interno dello Sporting Club Delphinia, teatro delle violenze sessuali nei confronti di due cugine di 12 e 10 anni. Il centro è stato ribattezzato “Pino Daniele”, in onore del musicista partenopeo. Le Europee sono la cartina di tornasole rispetto ad una politica poco trasparente: l’Antimafia ha trovato sette impresentabili – tre di Forza Italia, due di Fratelli d’Italia, uno del Pd e una esponente legata a Renzi – dopo aver vagliato una ventina di segnalazioni provenienti dalla Direzione nazionale antimafia. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla visita a Caivano della premier e sulle altre Caivano della Campania che restano ghetti dimenticati. Inoltre, ci sarà un approfondimento sugli esponenti politici “pizzicati” dall’Antimafia.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: SPAGNA, NORVEGIA E IRLANDA RICONOSCONO LO STATO DI PALESTINA. TEL AVIV RILANCIA UNA PROPOSTA DI TREGUA. Madrid, Oslo e Dublino hanno deciso, seppur in modo distinto e con il proprio percorso, di riconoscere lo Stato di Palestina. Ci sono delle differenze: la Norvegia indica Ramallah, in Cisgiordania, come “capitale” con cui avere rapporti, la Spagna parla più in generale di un territorio che comprenda anche Gerusalemme est. Questa decisione politica è legata ovviamente alla guerra in corso nella Striscia di Gaza; sono trascorsi 235 giorni dal 7 ottobre – quando Hamas ha firmato il massacro con 1.200 morti e la cattura di centinaia di ostaggi – e le operazioni militari dell’esercito israeliano si intensificano. La Bbc, citando testimoni oculari, riporta che carri armati israeliani hanno preso il controllo della rotonda di al-Awda, nel cuore di Rafah. Proprio il raid che ieri ha causato 45 vittime a Rafah – la maggior parte civili – potrebbe spingere gli Stati Uniti a prese di posizioni molto dure con il premier Netanyahu. Il capo della Casa Bianca, Biden, aveva minacciato di sospendere la fornitura di armi allo Stato ebraico, invitando Netanyahu a trovare altre soluzioni per Rafah. Oggi ci sono stati altri scontri, con 7 morti (21 secondo Hamas) L’esercito ha negato: “Nessun raid sulla zona umanitaria”. Intanto, secondo Axios, Israele ha consegnato ai mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti una proposta “ufficiale, scritta e aggiornata” sulla tregua e lo scambio ostaggi-detenuti palestinesi. Nel documento ci sarebbe anche “la volontà di discutere la richiesta di Hamas di una calma sostenibile a Gaza”. L’ultimo cessate il fuoco con scambio di ostaggi-detenuti risale allo scorso novembre. Oggi la Jihad islamica ha pubblicato il video di un civile rapito il 7 ottobre. Sul giornale di domani troverete maggiori particolari sul conflitto in Medio Oriente e una nuova puntata del diario da Gaza.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, PUTIN: “ANDIAMO VERSO IL CONFLITTO IN EUROPA”. Il presidente russo Putin, parlando in Uzbekistan con i giornalisti, è tornato sul tema della presenza di soldati occidentali in Ucraina. Proprio ieri la Francia ha confermato che potrebbe mandare i suoi istruttori. “Non penso che sia una decisione giusta, piuttosto si tratta di un altro passo verso un grave conflitto in Europa”. Putin è tornato sulle possibilità di un dialogo con Kiev, ed ha riproposto la formula di Istanbul del 2022. Il presidente ucraino Zelensky invece punta sulla conferenza in programma in Svizzera: “Ai leader mondiali dico: se desiderate la pace venite in Svizzera”. Resta complicata la situazione dell’esercito ucraino al fronte, specialmente nella regione di Kharkiv. Il Belgio ha confermato che entro l’anno fornirà i jet F-16 ma ad una condizione: “Tutte le armi coperte dall’accordo Belgio-Ucraina sono intese per l’utilizzo in territorio ucraino” ha detto il premier Alexander de Croo. Il Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, a Bruxelles per il Consiglio Affari Difesa ha detto che gli alleati stanno lavorando per consegnare a Kiev sistemi di difesa aerea Patriot. Due giorni fa, Stoltenberg aveva chiesto di togliere i limiti agli obiettivi da colpire in territorio russo, proprio perchè i reparti di Mosca che martellano Kharkiv si trovano dentro i loro confini. A questa idea oggi si è associato l’alto rappresentante Ue, Josep Borrell che però ha ribadito le perplessità tra i 27 di inviare addestratori in Ucraina. Sul giornale di domani leggerete le novità sul conflitto nell’Est, e le prospettive in Europa dove si rinsalda l’asse Parigi-Berlino per favorire il ritorno di Mario Draghi ai vertici dell’Ue.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Il Papa fa marcia indietro sui gay: nella chiesa c’è posto per tutti. Dopo la dichiarazione di Papa Francesco rivolta ai seminaristi – “troppa frociaggine” – carpita dal magazine Dagospia e rilanciata dai mass media, l’ufficio stampa della Santa Sede pone rimedio: “Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della CEI. Come ha avuto modo di affermare in più occasioni ‘Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti’. Il Papa non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l’uso di un termine, riferito da altri”.
Don Ciotti clonato dall’intelligenza artificiale per una truffa. Il prete fondatore dell’associazione antimafia Libera ha presentato una denuncia alla polizia Postale di Torino, per far rimuovere il contenuto dal web. Nel video don Luigi Ciotti fornisce consigli medici contro reumatismi e dolori articolari, invitando a rivolgersi ad un dottore che lo ha avuto in cura con rimedi miracolosi. Frasi mai pronunciate dal sacerdote; quello che si vede nel video diffuso sui social, infatti, è sì don Ciotti, ma le sue parole sono frutto dell’intelligenza artificiale.
Reggio Calabria, trova i ladri in casa e li accoltella: accusato di omicidio. Ha trovato quattro ladri in casa e, afferrato un coltello, si è scagliato su di loro. La banda è fuggita, per abbandonare il più grave del gruppo dinanzi all’ospedale: Alfio Stancampiano, 30 anni, è morto poco dopo. Un suo complice, ferito, è stato rintracciato nell’ospedale di Messina. Secondo i carabinieri, la banda, composta da catanesi, era andata in trasferta per mettere a segno il colpo. La Procura di Reggio ha accusato il padrone di casa, 48 anni, di omicidio e tentato omicidio.
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Green Deal, il professor Chiti: “Equilibri nazionali e interessi economici minano il progetto europeo”
Di Elisabetta Ambrosi
“Il Green Deal ha molti nemici. È sotto attacco da più versanti: da chi gli imputa di eludere il problema di fondo, ovvero il modello economico consolidato in Europa e nel mondo occidentale; da chi lo accusa di fare troppo poco, ad esempio rispetto alla tutela degli ecosistemi; da chi gli contesta di fare male, producendo costi sociali”. Edoardo Chiti è professore di Diritto amministrativo alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e, insieme a Dario Bevilacqua, autore del recente Green Deal. Come costruire una nuova Europa (Il Mulino Editore), nel quale fa il punto, alla vigilia delle elezioni europee, sul Green Deal, “una strategia che merita tutta la nostra attenzione, perché ridefinisce l’agenda politica dell’Unione e la direzione complessiva del processo di integrazione europea”. E che, però, rischia di essere messa in discussione, se non del tutto fermata, dal prossimo Parlamento, se dovessero vincere le destre.
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