CASO SPIONI, A ROMA SI TROVA L’ALTRA CENTRALE DEI DOSSIER: APERTO UN FASCICOLO IN PROCURA. INDAGATO A MILANO IL MANAGER ENI FRANCESCO SPERONI. Non solo il gruppo di presunti “spioni” capitanato dal manager Enrico Pazzali e dall’ex poliziotto antimafia Carmine Gallo, sotto la lente della procura di Milano per gli accessi abusivi alle banche dati più importanti d’Italia. A Roma agirebbe un secondo gruppo dedito al dossieraggio, sul quale indaga la procura capitolina. Il primo a rivelare il fascicolo sulla “banda” romana – chiamata “Squadra Fiore” – fu il giornalista Fabrizio Gatti a marzo, con un articolo sulla testata online Today.it. La fonte sarebbe proprio l’ingegnere Samuele Calamucci, considerato dagli inquirenti milanesi il braccio operativo della società Equalize di Pazzali e Gallo. Calamucci avrebbe scoperto la centrale capitolina grazie al patron di Luxottica Leonardo Maria Del Vecchio: quest’ultimo gli avrebbe chiesto di confezionare un dossier, confessando il timore di essere spiato. L’ingegnere avrebbe trovato conferma dei sospetti dopo essere stato contattato, nel 2023, da un militare e informatico in servizio all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Costui, avrebbe rivelato al fedelissimo della Equalize l’esistenza della “Squadra Fiore” e lo spionaggio ai danni di Del Vecchio. Il gruppo avrebbe base a Roma, nei pressi di Piazza Bologna, con affiliati tra gli ex membri delle forze dell’ordine, alcuni con incarichi ai massimi livelli delle istituzioni. Sul Fatto di oggi, carte alla mano, vi abbiamo raccontato i dialoghi e le intercettazioni che suggeriscono relazioni del gruppo milanese con i servizi segreti. Tra gli indagati c’è anche Stefano Speroni – direttore degli Affari legali di Eni – per concorso in accesso abusivo. Gli inquirenti vogliono far luce su un report di Equalize per “mettere in cattiva luce” l’imprenditore petrolifero Francesco Mazzagatti. Eni ha ribadito di non essere “al corrente delle presunte condotte illecite attribuite a Equalize nell’ambito dell’inchiesta della procura di Milano”. Sul Fatto di domani, nuove rivelazioni sul caso “spioni”.
LIGURIA, IL CROLLO M5S E IL PROCESSO AL CENTROSINISTRA (IN VISTA DI UMBRIA ED EMILIA). BOSCHI: “COLPA DI CONTE, CON RENZI AVREMMO VINTO”. SANTANCHÈ: “LORO ARRESTANO, NOI VINCIAMO”. Dopo la sconfitta in Liguria, Pd e M5s guardano alle prossime scadenze: tra venti giorni si vota in Umbria e Emilia Romagna. Nel secondo caso il centrosinistra è favorito, nel primo potrebbe arrivare un’altra sconfitta. In Emilia governa il Pd, con l’ex governatore Stefano Bonaccini che ha traslocato a Strasburgo con le elezioni europee di giugno. L’Umbria invece è il feudo della leghista Donatella Tesei. Ma a tenere banco è la vittoria del centrodestra e la debacle giallorosa: il candidato Andrea Orlando ha perso di neppure 10 mila voti, con il 47,36% dei consensi; eppure aveva il vento in poppa grazie al patteggiamento di Giovanni Toti sullo “scandalo mazzette”. Il Pd ha preso il 28,47% (doppiano FdI) ma non è bastato a bilanciare il crollo M5s. Per i renziani la sconfitta è colpa di Conte e del veto su Renzi. “Con Italia viva il centrosinistra avrebbe vinto”, ha commentato Maria Elena Boschi. Il leader pentastellato chiude il discorso: “Con Renzi, ancor meno voti”. Invece il centrodestra esulta: “Hanno arrestato la gente, ma abbiamo vinto”, la sintesi di Daniela Santanchè. Marco Bucci, sindaco di Genova, ha incassato il 48,77% offuscando i guai giudiziari dell’ex governatore. Ma il dubbio è che il sistema Toti sia vivo e vegeto: le destre hanno perso nei centri urbani – perfino nel capoluogo ligure dove governa Bucci – ricevendo una valanga di voti nell’entroterra e in provincia. A Imperia, regno di Claudio Scajola, il centrosinistra è affondato: i voti di differenza sono anche (o soprattutto) lì. Non a caso l’ex ministro è stato il primo a rivendicare la vittoria, a suggello dei suoi meriti. Nel M5s invece tira aria di debacle, con il 4,5%: ha pesato la faida Conte-Grillo, con il de profundis sul Movimento recitato dall’Elevato in un video pubblicato sabato, alla vigilia delle urne. Non ha aiutato il profilo del candidato dem Andrea Orlando, per nulla di rottura e in continuità con l’eredità di Burlando. L’astensionismo record, poi, ha fatto il resto. Sul Fatto di domani torneremo in Liguria con nuove analisi sul voto e lo sguardo alle eterne preferenze clientelari.
MEDIO ORIENTE, COLPITO UN CONDOMINIO A GAZA. FONTI PALESTINESI: “109 MORTI”. L’IDF: “STIAMO INDAGANDO”. LIBANO, QASSEM È IL SUCCESSORE DI NASRALLAH COME CAPO POLITICO DI HEZBOLLAH. Fonti mediche palestinesi indicano che a Gaza ci sono stati 109 morti durante un attacco notturno. Al Jazeera rilancia la notizia; il palazzo di Best Lahia, a nord di Gaza, ospitava circa 200 persone. L’esercito israeliano conferma di essere “a conoscenza” dell’eccidio, ma quanto avvenuto è ancora “in fase di indagine”. “L’Idf invita i media a prestare attenzione alle informazioni pubblicate da Hamas, come è stato dimostrato in diversi eventi precedenti” e ricorda che quella di Beit Lahia “è una zona di combattimento attiva”. Ancora vittime, stavolta soldati israeliani: si tratta di quattro militari, che hanno perso la vita, ed un ufficiale ferito in modo grave, sempre a nord della Striscia. In Libano, i soldati dell’Unifil sotto tiro, ma stavolta è stato Hezbollah, il partito-milizia filo iraniano. Otto soldati austriaci dell’Unifil sono rimasti lievemente feriti da un razzo caduto su Naqura. L’ordigno, secondo gli osservatori della missione Onu “è stato sparato da nord del quartier generale di Unifil, probabilmente da Hezbollah o da un gruppo affiliato. Abbiamo aperto un’indagine sull’incidente”. E a proposito di Hezbollah, oggi si è appreso il nome del successore di Nasrallah, il leader ucciso da un raid israeliano il 27 settembre scorso. Si tratta di Naim Qassem. Il ministro della Difesa dello Stato ebraico, Gallant, ha fatto capire che anche lui è nella lista: “Si tratta di una nomina a tempo”, ha ironizzato. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto in Medio Oriente, con un approfondimento sulla questione dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei palestinesi e che Israele ha messo al bando accusando i suoi componenti di essere fiancheggiatori di Hamas.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Morte Lorenzo Parelli, condannati tutor e collega di lavoro dello studente 18enne. Dopo quasi tre anni dall’incidente del 21 gennaio 2022, oggi il Giudice per l’udienza preliminare ha pronunciato la sentenza: condannati con il rito abbreviato per omicidio colposo – con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro – a 3 anni di reclusione Claudio Morandini, l’operaio che quel giorno doveva stare a fianco del ragazzo; a 2 anni e 4 mesi Emanuele De Cillia, il tutor aziendale, assente il giorno dell’incidente a causa del Covid. Il dramma avvenne l’ultimo giorno di stage, nello stabilimento di carpenteria metallica della Burimec Srl a Lauzacco, in provincia di Udine. Una putrella d’acciaio colpì Lorenzo Parelli alla testa, uccidendolo sul colpo.
Operazione globale di Eurojust: chiuso uno dei principali server per il furto dei dati personali in rete. Il blitz dell’agenzia europea è stato condotto insieme alle autorità di Stati Uniti, Paesi Bassi, Belgio, Portogallo, Regno Unito e Australia. Due arresti sono stati eseguiti in Belgio. I server dei due ladri di dati, RedLine e Meta, “hanno preso di mira milioni di utenti in tutto il mondo, diventando una delle più grandi piattaforme di malware a livello globale”, evidenzia Eurojust in una nota. Il virus utilizzato dai criminali si chiama infostealer: serviva a rubare password, dati bancari, numeri di telefono, e a commettere altri crimini informatici.
Guerra Russia-Ucraina, Mosca rivendica la conquista di altri tre paesi nel Donetsk. Putin supervisiona esercitazioni per rispondere ad “attacchi nucleari”. Il ministero della Difesa russo rivendica di aver conquistato altre tre località nella regione ucraina orientale di Donetsk, confermando così che è in corso l’avanzata più profonda da quando è avvenuta l’invasione, più di due anni e mezzo fa. Si parla ancora delle truppe nordcoreane concesse dal dittatore Kim Yong-un a Putin. Per rispondere a questa minaccia il presidente ucraino Zelensky ha chiesto più scambi di informazioni con la Corea del Sud. Intanto in Russia le forze armate russe si allenano a rispondere ad un attacco nucleare nemico. Sarà lo stesso presidente Putin a supervisionare l’esercitazione.
|