LA CRISI DI GOVERNO in evidenza sul Fatto di domani. È stato il primo giorno di consultazioni per il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha l’arduo compito di tenere insieme la maggioranza di governo. A Montecitorio nel pomeriggio sono saliti 5S (Fico: “Conte indiscutibile, basta provocazioni sul Mes”) e Pd (Zingaretti: “Con Conte con le forze che hanno votato l’ultima fiducia”); adesso è il momento di Italia Viva e in serata di LeU. Il nodo resta sempre la possibilità che il partito di Renzi rientri in un Conte ter, possibilità sulla quale alcuni esponenti pentastellati hanno posto un veto. Il senatore di Rignano, dopo il gioco di aperture e chiusure fatto nei giorni scorsi, dovrà fornire indicazioni precise.
Quel che è certo che dal Colle sono arrivati alcuni punti fermi: ci sono ministeri che non si toccano, oltre al commissario Arcuri, e quindi Renzi su questo avrà ben poco da chiedere. Ma le manovre di chi vuol far saltare Conte sono in atto e metteremo in evidenza il ruolo dei cosiddetti poteri forti, come Confindustria e di alcuni giornali come Repubblica che muove un attacco frontale a Nicola Zingaretti. I sondaggi intanto premiano il presidente del Consiglio e penalizzano Renzi.
IL NOSTRO FOCUS sarà nuovamente dedicato a Matteo d’Arabia: metteremo insieme tutti i punti che determinano il suo conflitto d’interessi e le condizioni di inopportunità rispetto al suo faccia a faccia con il principe Mohamed bin Salman, accusato di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Khashoggi. In queste pagine anche un commento del nostro Pino Corrias, di cui potete leggere di seguito un’anticipazione.
NEL CAPITOLO COVID, oltre alla consueta analisi dei numeri di giornata, andremo a capire come funzionano gli “altri” vaccini, quelli non vincolati a Big Pharma che potrebbero dunque essere disponibili per tutti. E indagheremo ancora sui “furbetti” il cui numero maggiore, guarda caso, si concentra in Lombardia. Intanto è arrivato l’ok di Aifa al farmaco AstraZeneca.
LA CRONACA tornerà sulla condanna per rivelazione di segreto e favoreggiamento (caso Consip) all’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, che è imputato anche in un altro processo, questa volta per abuso d’ufficio.
L’ECONOMIA ci spiegherà cos’è Reddit, il sito utilizzato per coordinare la campagna GameStop, e perché simili operazioni nascono lì e non su social come Facebook. E, ancora, farà il punto sull’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, che rischia il tracollo finanziario.
GLI ESTERI ci porteranno in Polonia, con un’intervista sulle proteste di questi giorni a Dariuz Stola, ex sindacalista di Solidarnosc, oggi docente all’Istituto di studi politici dell’Accademia polacca delle scienze. E poi in Spagna, dove si compiono gli affari dell’avvocato venezuelano Henrique Capriles Radonski, oppositore di Maduro.
NELLA SEZIONE RADAR, oltre al consueto appuntamento con la satira di Daniele Luttazzi, Selvaggia Lucarelli dialoga con Michele Bravi.
IL SECONDO TEMPO, infine, con l’intervista della domenica a Gabriele Lavia e il caso Sanremo, che potrebbe slittare addirittura a maggio (vista l’impossibilità dei figuranti).
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Matteo e il disonore di un Rinascimento con il sangue dei detenuti e il sudore dei servi
di Pino Corrias
Ma se i senatori e i deputati di Italia Viva restituissero Matteo Renzi a Mohammed Bin Salman e ai suoi saloni insanguinati, non avremmo risolto con un solo colpo la crisi di governo, liberandoci del suo artefice?
Matteo Renzi, prigioniero del suo disturbante delirio di onnipotenza fa finta di non saperlo, ma per gli standard appena decenti delle persone libere e per bene che abitano nelle democrazie occidentali (delle persone, non dei governi) inchinarsi davanti al principe saudita Bin Salman, accreditarlo come il titolare di un Rinascimento tirato a lucido col sangue dei detenuti sepolti nelle carceri speciali e con il sudore dei servi della gleba, è colpa grave. Oltre che grottesca, ridicola, umiliante. Forse più grave (più ridicola e più umiliante) della ornamentale sconcezza compiuta dal suo amico Macron, quando ha appuntato la Legion d’onore sul cuore nero del presidente egiziano Al Sisi, onorandone il regime che imprigiona, tortura, uccide. Macron lo ha fatto per la Ragion di Stato che è tanto alta quanto i delitti che copre. Matteo Renzi per 80 mila dollari, cifra modesta persino per il figlio di un modesto trafficate d’affari di provincia toscana.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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