ERMINI PRESIDENTE DELLA HOLDING DI SPINELLI, IL (QUASI) CANDIDATO ANDREA ORLANDO LO CHIAMA: “RINUNCI ALL’INCARICO”. Dopo l’annuncio della nomina a presidente della società di Aldo Spinelli (agli arresti domiciliari), David Ermini ha raccolto le proteste del suo partito e degli oppositori. Ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ora componente della Direzione nazionale del Partito democratico, Ermini ha assunto l’incarico al vertice della Spininvest, l’azienda dell’imprenditore portuale indagato per corruzione, nel pieno dell’inchiesta sul governatore dimissionario Giovanni Toti. La Liguria tornerà al voto entro tre mesi e Andrea Orlando è tra i papabili candidati del centrosinistra. Stamattina l’esponente dem ha invitato Ermini a dimettersi dal ruolo appena assunto, per non prestare il fianco alle accuse del centrodestra. Che ha raccolto subito l’assist: nel Consiglio regionale ligure il forzista Angelo Vaccarezza ha srotolato un cartello con su scritto “Ermini uno di voi”. All’indirizzo dei banchi del Pd, il leghista Brunello Brunetto ha mostrato un farmaco contro l’ulcera. Il Carroccio, con Sonia Viale, ha denunciato la violazione della sovranità popolare con le dimissioni di Toti, mentre “il dem va a lavorare per la holding del Gruppo Spinelli”. Fratelli d’Italia, con il capogruppo alla Camera Alfredo Antoniozzi, ha tirato in ballo il Nazareno e Elly Schlein, “che mandano un loro uomo, ma non uno qualsiasi, l’ex vicepresidente dell’organo di autogoverno dei giudici, nella holding dell’imprenditore coinvolto principalmente nell’inchiesta. Ciò getta ulteriori ombre sulla vicenda giudiziaria”. Già ieri sera, il Pd ligure e di Genova esprimeva “stupore e perplessità” per l’incarico di Ermini alla corte di Spinelli, una scelta “inopportuna”. Sul Fatto di domani vi racconteremo le reazioni della politica al caso Ermini.
MELONI E IL REPORT UE CHE STRONCA L’ITALIA SULLO STATO DI DIRITTO: PER LA PREMIER È COLPA DI ALCUNI GIORNALI (TRA CUI IL FATTO). Se un rapporto dell’Unione europea attacca l’Italia del governo Meloni sullo stato di diritto – in particolare sulla riforma della giustizia firmata da Nordio e sulla libertà di stampa messa in difficoltà dal bavaglio sulle inchieste imposto ai giornalisti – la premier da Pechino ha pronta la replica: è tutta colpa di alcuni quotidiani “portatori d’interesse”, tra cui il Fatto Quotidiano, il Domani e Repubblica. I comitati di redazione del Fatto e del fattoquotidiano.it hanno risposto con una nota congiunta. Per la Federazione Italiana della Stampa “il concetto dei ‘giornalisti anti Meloni’ ricorda fin troppo da vicino le liste di proscrizione, una pratica inaccettabile che, purtroppo, ci riporta ancora al punto di partenza: la deriva illiberale che qualcuno vorrebbe far imboccare all’Italia”. Barbara Floridia, esponente dei 5 Stelle e presidente della Commissione di Vigilanza scrive così: “Come sempre la colpa di tutto è di qualcun altro: i governi precedenti, i giornalisti cattivi, eccetera eccetera. Quanto ancora dovremo aspettare – si chiede Floridia – per avere una risposta nel merito di quanto ci contesta l’Europa su indipendenza dei media, querele temerarie, governance Rai?”. Dal punto di vista formale, la portavoce della Commissione Ue, Anitta Hipper ha confermato che Bruxelles ha ricevuto dalla premier italiana una lettera in risposta alle critiche sullo stato di diritto: “La stiamo valutando e in questa fase non abbiamo alcun elemento ulteriore”. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sull’attacco della premier ai giornali italiani.
ISRAELE, IL MINISTRO GALLANT CHIEDE INCHIESTA SUGLI ASSALTI ALLE CASERME DA PARTE DELL’ULTRA DESTRA. MISSILI DAL LIBANO, UN MORTO IN UN KIBBUTZ. L’opposizione interna al premier Benjamin Netanyahu è ormai palese anche dentro il governo di emergenza. Il ministro della Difesa, Yoav Gallant ha chiesto di avviare una inchiesta per accertare se il responsabile della Sicurezza nazionale, e leader dell’ultradestra, Itamar Ben Gvir abbia ordinato alla polizia di non bloccare i rivoltosi che hanno preso d’assalto le basi dell’Idf di Sde Teiman e Beit Lid, dove sono stati arrestati nove soldati, accusati di abusi su un detenuto palestinese legato ad Hamas. Netanyahu ha negato quieste circostanze, ed ha paragonato l’assalto alle caserme con i blocchi stradali messi in atto da chi lo contesta per la sua strategia nel conflitto dentro la Striscia, e la mancanza di volontà di chiudere un accordo con gli islamisti per far rientrare gli ostaggi catturati dai miliziani durante la strage del 7 ottobre. Questo scontro politico ad alto livello – di cui si occupa oggi l’ex console generale Pinkas intervistato sul Fatto da Roberta Zunini – testimonia come l’equilibrio dello Stato Ebraico sia appeso ad un filo. Nel frattempo la guerra nella Striscia prosegue, fonti palestinesi parlano di centinaia di morti dopo le operazioni militari israeliane a Khan Younis. Sul giornale di domani leggerete altri approfondimenti sul conflitto in Medio Oriente, sulla tensione tra Israele e Libano – oggi un missile ha centrato un kibbutz ed un israeliano di 30 anni è morto – e una intervista a Jeffrey Sachs, l’economista americano, sui vari teatri delle crisi internazionali, sulle responsabilità e i possibili rimedi.
LE ALTRE NOTIZI CHE LEGGERETE
Siccità, anche la Sardegna verso lo stato di calamità. Dopo Sicilia e Calabria, l’isola nell’Adriatico potrebbe essere la terza Regione in emergenza. I presidenti di Legacoop delle regioni del Mezzogiorno hanno lanciato l’allarme: “Il Sud è in ginocchio”. Nel frattempo, la crisi idrica ha creato un scontro interno al centrodestra, tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il governatore siculo Renato Schifani ha attaccato Nello Musumeci (suo predecessore, oggi ministro per la Protezione civile) sui fondi spesi in Sicilia: “Qui ha lasciato un disastro”.
Regno Unito, sono tre i bambini morti nell’aggressione a Southport. La polizia ha confermato che una terza bambina è morta a causa delle ferite riportate nell’aggressione con coltello di ieri a Southport, vicino a Liverpool, all’interno di un centro estivo. Il responsabile, un diciassettenne, è stato arrestato. Ancora poco chiaro il movente. Ieri era già stata confermata la morte di due bambine di sei e sette anni. Gli investigatori ricordano che “altri otto bambini hanno riportato ferite da taglio durante l’attacco e cinque di loro sono in condizioni critiche”.
Brescia, una donna chiama il 112: “Sono stata accoltellata”. Poi muore in ospedale. Si chiamava Sharon Verzeni la donna uccisa la scorsa notte a Terno d’Isola, in provincia di Brescia. La vittima aveva 33 anni; secondo una prima ricostruzione, aveva l’abitudine di andare a correre la sera ed in questa occasione è stata aggredita. La vittima ha chiamato il 112 chiedendo aiuto; i primi soccorritori l’hanno trovata a terra, con diverse ferite da taglio. Verzeni è morta dopo il ricovero in ospedale. I carabinieri stanno cercando l’arma del delitto.
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