SEPARAZIONE DELLE CARRIERE, LO SPOT ELETTORALE SI SCONTRA CON LA REALTÀ (ANCHE EUROPEA). Venti minuti in Consiglio dei Ministri, un lunghissimo iter alle Camere: il ddl costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati si presenta così, come uno spot elettorale a pochi giorni da Europee e amministrative. Il governo sa che i tempi di discussione impegneranno il Parlamento per mesi, tanto che si è pensato di far partire l’iter a Montecitorio, visto che a Palazzo Madama è in corso l’esame del premierato. Senza contare la discussione sull’autonomia differenziata. Insomma, un ingorgo di riforme con relativi tempi infiniti. Come abbiamo spiegato sul giornale di oggi, il testo licenziato dal Cdm di ieri prevede la modifica dell’articolo 104 della Costituzione e quindi due Consigli superiori della magistratura diversi (uno “requirente” e uno “giudicante”), presieduti entrambi dal Capo dello Stato. Di fatto, la separazione delle carriere tanto cara a Licio Gelli, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi. I magistrati, già in rivolta, parlano di misura “punitiva” e si attende la decisione dell’Anm su un eventuale sciopero delle toghe. “La riforma non accelera i processi e non è in sintonia con documenti europei che auspicano l’intercambiabilità delle funzioni” ha detto il magistrato Piergiorgio Morosini. Sul Fatto di domani vedremo, infatti, come funziona nel resto d’Europa e perché, a differenza di quanto sbandierato dal centrodestra, Falcone e Borsellino non sarebbero affatto d’accordo con questo stravolgimento costituzionale.
GUERRA IN UCRAINA, ANCHE LA DANIMARCA TOGLIE VETI SU OBIETTIVI RUSSI. LA SANTA SEDE: “ESCALATION POTREBBE ESSERE INCONTROLLABILE”. Si allarga il fronte dei Paesi che tolgono i veti a Kiev sugli obiettivi da colpire in terra russa, con le forniture belliche occidentali. Ultima è la Danimarca, che si aggiunge a Finlandia, Svezia, Paesi Baltici, Polonia, Repubblica Ceca, Olanda, Regno Unito, Canada e Francia. Restano contrari Italia, Spagna, Belgio, Ungheria, Slovacchia e Bulgaria. Nel campo degli indecisi ci sono Stati Uniti e Germania, anche se i media americani ritengono che il presidente Biden potrebbe sbloccare la situazione e dare l’ok a Kiev. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, boccia la prospettiva di usare armi Nato su obiettivi in Russia: “Potrebbe comportare un’escalation che nessuno potrà più controllare”. Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, punta il dito contro la Cina: “Il 90% delle parti elettroniche che Mosca usa, sono state importate l’anno scorso dalla Cina e questo significa che, senza Pechino, la Russia non sarebbe stata in grado di sostenere il conflitto”. Mosca, con il ministro degli Esteri Lavrov, ritiene che ci sia spazio per una soluzione politica “ma solo se l’Occidente smette di fornire armi”. Lavrov ha parlato anche di “deterrenza nucleare” in risposta all’Alleanza Atlantica che potrebbe schierare i suoi missili ai confini. Sul Fatto di domani leggerete un focus sul conflitto nell’Est, con un reportage dal fronte di Kharkiv, dove i russi avanzano, e una analisi sulla proposta del presidente francese Macron, che approfittando della ricorrenza del D-Day (6 giugno) potrebbe annunciare, come anticipato da Le Monde, l’invio di istruttori militari in Ucraina da più Paesi della Nato.
GUERRA ISRAELE-HAMAS, GANTZ CONTRO NETANYAHU: CHIEDE ELEZIONI AD OTTOBRE. ALLARME DELLA BANCA CENTRALE: IL CONFLITTO ALLO STATO EBRAICO COSTERÀ 63 MILIARDI DI EURO. Il partito “Unità Nazionale” del ministro Benny Gantz ha presentato oggi una proposta di legge per sciogliere il Parlamento israeliano e indire elezioni anticipate entro il mese di ottobre, a un anno dalla strage del 7 ottobre. A presentare il disegno di legge per sciogliere la Knesset è stata la deputata Pnina Tamno Sheta, presidente di “Unità nazionale”. Il partito non ha la maggioranza per sciogliere la Knesset, poiché la coalizione di Netanyahu, appoggiato dagli estremisti religiosi, ha i numeri per continuare con il suo governo. Eppure l’iniziativa potrebbe avere successo puntando sulla spaccatura sociale nel Paese, che vede in Netanyahu il maggior responsabile del disastro: prima la strage del 7 ottobre firmata da Hamas con 1.200 morti e la cattura di centinaia di ostaggi, e poi la guerra nella Striscia che dura da 237 giorni ma non ha riportato indietro tutti i prigionieri, o eliminato i capi di Hamas. Il partito di Netanyahu, il Likud, ha commentato che la richiesta di Gantz è un favore fatto ai fondamentalisti islamici. Intanto la Banca centrale di Israele ha fatto i conti: il conflitto costerà al Paese oltre 63 miliardi di euro in base alle spese per l’esercito, per i bisogni dei civili e le perdite di gettito fiscale negli anni dal 2023 al 2025. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sulla guerra in Medio Oriente: gli scontri e i raid a Rafah proseguono; il ministro Gallant si è detto sicuro che nei tunnel di Hamas vi siano ancora molti ostaggi vivi. A questo proposito, la Jihad islamica ha diffuso un nuovo video di Sasha Trufanov, anche lui portato via dai terroristi il 7 ottobre.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Europee, l’Antimafia segnala altri 13 impresentabili. La Commissione parlamentare antimafia ha segnalato la presenza di altri 13 candidati, che erano stati sindaci o componenti di sette giunte in Comuni sciolti per mafia. Secondo il codice di autoregolamentazione, la Commissione aveva già individuato 32 candidati da escludere dalle liste per le elezioni in programma l’8 e 9 giugno.
Padova, donna giù dal cavalcavia: il marito arrestato per omicidio. Giada Zanola, 34 anni, è morta cadendo giù dal cavalcavia dell’autostrada A4, travolta dalle auto. La polizia ha arrestato il marito della vittima – Andrea Favero, 39 anni – con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il rapporto tra i due era difficile; l’ultimo violento alterco è avvenuto la notte tra martedì e mercoledì, quando la donna era fuggita di casa in auto ed era stata raggiunta da Favero sul cavalcavia della A4, a Vigonza. Si tratta del quarto femminicidio avvenuto in Veneto in pochi mesi.
Calcio-scommesse, indagine sull’espulsione di Bellomo (Bari). La procura federale della Figc ha aperto un fascicolo di indagine sul cartellino rosso a Nicola Bellomo, durante la partita Ternana-Bari, giocata il 23 aprile. Bellomo, che era in panchina, è stato espulso dopo un litigio con un raccattapalle. L’incontro, che fu vinto dai biancorossi per 3-0 in casa degli umbri, avrebbe generato un volume sospetto di scommesse.
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