MEDIO ORIENTE, ISRAELE TORNA AGLI OMICIDI MIRATI: UCCISO HANIYEH, IL CAPO POLITICO DI HAMAS. L’IRAN PROMETTE VENDETTA, MA FA I CONTI CON LO SMACCO. Ismail Haniyeh è stato eliminato con un attacco mirato mentre era in visita a Teheran. In poche ore lo Stato Ebraico ha messo a segno un doppio colpo, se si considera che nella stessa giornata era stato ucciso il numero due di Hezbollah, Fuad Shukr, a Beirut. Le modalità appaiono simili, un missile teleguidato sparato da una base o da mezzi aerei. La tv di Stato iraniana ha fatto sapere che “la bandiera rossa della vendetta è stata issata sulla cupola della moschea di Jamkaran nella città iraniana di Qom, in seguito all’uccisione da parte di Israele del leader di Hamas Ismail Haniyeh”. Un segnale che gli ayatollah promettono vendetta; tuttavia, è innegabile che il raid di Tel Aviv ha messo a nudo la scarsa sicurezza del regime nel proteggere i suoi alleati. Secondo un retroscena raccontato dal media israeliano Ynet, a sapere della missione erano solo il primo ministro Netanyahu e Gallant, responsabile della Difesa. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha precisato che dli Stati Uniti non sono stati “informati” né “coinvolti” nell’assassinio del leader di Hamas. Nello stesso tempo Blinken chiede di “abbassare la tensione” e di concentrarsi “sul cessate il fuoco a Gaza” che è “un imperativo”. Ma la possibilità che si giunga ad una tregua appare lontana. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla morte di Haniyeh, sulle ricadute nel conflitto e sulla successione alla testa di Hamas, con cronache dal Medio Oriente.
FRANCIA, LE OLIMPIADI TRA COSTI, FIGURACCE E LA SENNA IMPRATICABILE. Code chilometriche alle mense con atleti esasperati, la Senna impraticabile per le gare a causa dell’alto tasso di inquinamento. Sono solo alcuni degli aspetti che stanno contribuendo a rendere le Olimpiadi francesi tutt’altro che memorabili. Leonardo Coen lo ha già raccontato sul Fatto. A proposito della Senna, oggi finalmente la situazione si è sbloccata ed è stato dato il via alle gare di Triathlon, sebbene resti la perplessità sull’inquinamento del fiume di Parigi. Persino la sindaca Hidalgo prima dell’inizio delle gare si era avventurata con un tuffo nella Senna, e toni trionfalistici sulla balneabilità delle acque dopo cento anni. Sul giornale di domani invece potrete leggere un focus sull’aspetto economico della manifestazione: quali sono i costi rispetto alle edizioni precedenti. Ci sarà anche spazio per una cronaca delle gare in cui sono impegnati gli atleti italiani e per il caso dell’incontro di boxe, previsto domani, tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif. Quest’ultima non aveva passato il test di genere ai Mondiali, ma a Parigi è stata ammessa. Un commento sui social del presidente del Senato, Ignazio La Russa in sostegno di Carini – “Io tifo per la donna” – ha suscitato decine di reazioni.
L’EX PROCURATORE GIUSEPPE PIGNATONE INDAGATO PER FAVOREGGIAMENTO ALLA MAFIA NELL’INCHIESTA DI CALTANISSETTA SULL’ARCHIVIAZIONE DEI FRATELLI BUSCEMI. Giuseppe Pignatone è indagato dalla procura di Caltanissetta per favoreggiamento alla mafia: gli inquirenti sospettano che sia coinvolto nel presunto insabbiamento dell’inchiesta sugli imprenditori mafiosi Nino e Salvatore Buscemi, in rapporti con il gruppo Ferruzzi di Raul Gardini. Pignatone ha un lungo curriculum nella magistratura: ex capo della procura di Roma e Reggio Calabria, già sostituto e procuratore aggiunto a Palermo negli anni ’90, oggi presiede il tribunale di Città del Vaticano. Stamattina, in procura per l’interrogatorio, la toga si è avvalsa della facoltà di non rispondere annunciando l’intenzione di chiarire in un secondo momento. In concorso con Pignatone, sono indagati l’ex procuratore Pietro Giammanco (morto nel 2018), l’allora collega Gioacchino Natoli e il capitano della Guardia di Finanza Stefano Screpanti (oggi generale al vertice del Nucleo frodi contro l’Ue). Sia Natoli che Screpanti sono già stati interrogati: il primo non ha risposto (come Pignatone ha rinviato il chiarimento), il secondo ha respinto le accuse. La procura nissena indaga sull’archiviazione di un’indagine palermitana del 1991, sulle infiltrazioni della mafia nella cave di marmo in Toscana. A chiedere l’archiviazione fu Natoli: tra i principali indagati c’erano Nino e Salvatore Buscemi (imprenditori mafiosi vicini a Totò Riina), poi divenuti soci del gruppo Ferruzzi; ma pure il boss Francesco Bonura. Tutti personaggi che verranno successivamente condannati in altre inchieste. Secondo l’accusa, Natoli, Giammanco e Screpanti (ciascuno nel proprio ruolo) avrebbero aiutato i sospettati a “eludere le investigazioni”, svolgendo “un’indagine apparente”. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento sulle indagini di Caltanissetta.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Fassino e il profumo “rubato”, la difesa al giudice: “Riparazione di 500 euro” per estinguere il reato. L’avvocato del deputato dem ha presentato la richiesta di un risarcimento pecuniario dopo la visione del video che riprende Fassino dentro il Duty Free. “Davanti a un video che è molto equivoco, dove sembra che siamo davanti a una dimenticanza – dice a Repubblica l’avvocato Gianaria – abbiamo intrapreso questa strada per non affrontare un processo e la sua portata mediatica”. Il caso Fassino è esploso grazie allo scoop del Fatto Quotidiano del 24 aprile, quando il deputato fu denunciato per il furto di un profumo Chanel ad un Duty Free dell’aeroporto di Fiumicino (Roma). Il gip di Civitavecchia deciderà se accettare o meno la proposta per chiudere il procedimento.
Genova, David Ermini lascia la direzione del Pd e si tiene la presidenza della Holding di Aldo Spinelli. Due giorni fa l’ex vicepresidente dem del Csm aveva accettato l’incarico al vertice della Spininvest, la società dell’imprenditore portuale genovese agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta ligure sulla corruzione del governatore dimissionario Giovanni Toti. Ieri Andrea Orlando (possibile candidato nelle elezioni Regionali) e altri esponenti dem avevano espresso stupore, per il nuovo incarico di Ermini, invitandolo al passo indietro. Oggi Ermini ha annunciato le dimissioni dalla Direzione del Nazareno in una telefonata con Stefano Bonaccini: “A lui ho manifestato il mio sincero stupore e la mia amarezza per le strumentalizzazioni che sono state fatte e che continuano sul mio ruolo”, ha dichiarato Ermini: “Poiché non voglio creare alcuna difficoltà al Pd ho riferito al presidente Bonaccini che lascerò la Direzione Nazionale”.
Referendum contro l’Autonomia, Landini: “Vicini alle 500mila firme”. La risposta popolare per abrogare la legge Calderoli sull’Autonomia differenziata è stata rapida e consistente, anche grazie alla piattaforma per raccogliere firme digitali. “Già ora siamo vicini alle 350.000 firme raccolte solo online e ci sono già altre 100.000 firme raccolte ai banchetti in una settimana – ha dichiarato il segretario della Cgil Maurizio Landini -. Penso che nel giro di poche giornate si possa arrivare all’obiettivo delle 500.000”.
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