UMBRIA, LA PROCURA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER LA GOVERNATRICE TESEI CHE IL 17 NOVEMBRE, ALLE REGIONALI, CORRERÀ PER IL SECONDO MANDATO. L’inchiesta era sull’utilizzo di fondi per la filiera del tartufo e aveva coinvolto i piani alti della Regione. Ma oggi la procura di Perugia ha chiesto l’archiviazione per la presidente Donatella Tesei, e per l’assessore regionale alla programmazione europea al bilancio e al turismo, Paola Agabiti; entrambe erano indagate, e i magistrati ipotizzavano il reato di abuso d’ufficio. L’inchiesta era stata sviluppata dalla Guardia di finanza. Il procedimento riguardava un bando predisposto dalla Regione dopo la pandemia di Covid 19, per lo sviluppo di filiere agricole. L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, voluto dal governo Meloni, sta dunque avendo conseguenze pratiche, considerando che in Umbria si andrà al voto domenica 17 novembre e lunedì 18, fino alle 15, per eleggere il presidente della Regione. In lizza ci sono proprio la presidente uscente Tesei – appoggiata anche dalla lista dell’attuale sindaco di Terni, Bandecchi – e la sfidante Stefania Proietti, sindaca di Assisi, candidata per il centrosinistra. Sul Fatto di domani leggerete le ultime di cronaca sull’archiviazione chiesta dalla Procura e quali altre conseguenze ha avuto l’iniziativa del ministro Nordio sull’abrogazione del reato d’ufficio.
“BANDA DEI DOSSIER”, PRIMI INTERROGATORI A MILANO. CAMPONOVO: “TEMO PER LA MIA INCOLUMITÀ”. CALAMUCCI: “LE COSE ATTRIBUITE DAI MEDIA A NOI SONO IMPOSSIBILI DA REALIZZARE”. Sono iniziati oggi a Milano gli interrogatori degli esperti di informatica accusati di aver imbastito una banca dati di dossier in maniera illegale. “Temo per l’incolumità mia e della mia famiglia” avrebbe detto ai magistrati Massimiliano Camponovo; l’amministratore della Mercury Advisor assieme all’informatico Samuele Calamucci, è agli arresti domiciliari dal 25 ottobre e risponde di associazione a delinquere e accesso abusivo a sistema informatico. Calamucci a sua volta è accusato di essere al vertice della rete di cyber spie, ma ha smontato le cronache riportate dai media: “L’unica cosa che posso dire, signor giudice, è che dal punto di vista empirico le cose che ho letto sugli organi di stampa sono impossibili da realizzare”. Giulio Cornelli, tecnico informatico, anche lui tra gli indagati, ha detto: “Chiarirò tutto quello che potrò chiarire. Voglio uscire” da questa situazione e “tagliare con ambienti che non mi riguardano”. Cornelli, così come gli altri tecnici sotto inchiesta, formalmente si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma si è detto pronto a spiegare la sua posizione. Sul giornale di domani leggerete tutte le novità sugli interrogatori dei presunti componenti della banda, che raccoglieva informazioni dietro richieste ed aveva anche l’accesso, secondo l’accusa, ai dati del Centro anticrimine informatico. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del question time al Senato, ha detto che il quadro degli illeciti legati all’inchiesta è “preoccupante”.
LIBANO, I RAZZI DI HEZBOLLAH UCCIDONO SETTE ISRAELIANI. L’IDF BOMBARDA BAALBECK. TREGUA, HAMAS RESPINGE LE CONDIZIONI. LE ELEZIONI USA E LA RICADUTA SUL MEDIO ORIENTE. Due persone sono state uccise dalle schegge di un razzo, dopo un attacco missilistico nei pressi di Kiryat Ata, fuori Haifa. Le vittime sono due civili – una donna di 60 anni ed un ragazzo di 30 – i cui corpi stati trovati in una zona agricola. Altri cinque morti ed un ferito – stavolta militari – sono stati registrati nella zona di Metula. A Baalbek, nel nord-est del Libano, Israele ha emesso ordini di evacuazione per il secondo giorno consecutivo ed ha bombardato. Non va meglio nella Striscia di Gaza, dove Hamas ha respinto la proposta di una tregua temporanea. Lo ha dichiarato un alto responsabile di Hamas, Taher al-Nounou, all’agenzia Afp: “Abbiamo già espresso la nostra posizione sull’idea di una tregua temporanea della guerra, se non servirà ad altro che a riprendere l’aggressione in un secondo momento. Hamas sostiene la necessità di una fine permanente, e non temporanea, della guerra”. Anche nei precedenti negoziati gli islamisti hanno chiesto una conclusione della guerra definitiva e il ritiro dei soldati israeliani dall’enclave palestinese. Una condizione sempre rifiutata dal governo israeliano che vuole smantellare definitivamente Hamas, responsabile della strage del 7 ottobre. Tuttavia, gli inviati americani, Amos Hochstein e Brett McGurk arriveranno domani in Israele per i colloqui finalizzati al raggiungimento di un accordo, che riguardi anche il Libano. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sul conflitto in Medio Oriente, e una analisi su come il risultato delle elezioni americane, in programma il 4 novembre, potranno influenzare questa crisi.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Spagna, 158 morti in seguito all’alluvione. Il bilancio dei morti legato all’alluvione che ha travolto diverse zone della Spagna, ed in particolare l’area di Valencia, è salito a 158. L’Agenzia Meteorologica Statale spagnola (Aemet) ha mantenuto sei comunità sotto allerta arancione, il secondo livello di una scala di tre, in Andalusia, Aragona, Catalogna e Comunità Valenciana; e giallo, il livello più basso, in Castilla y León, Estremadura e Ceuta. Non esiste più nella zona l’avviso rosso, l’allerta massima, che era stata indicata stamattina a Castellón. La polizia ha arrestato 39 persone per saccheggi.
Conflitto di interessi nella sanità e richiesta di dimissioni, Gemmato replica: “Sinistra rancorosa”. Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato replica alla richiesta di dimissioni che arriva da Pd e 5 Stelle, su un presunto caso di conflitto di interessi che riguarda la sua clinica privata. Sui social, Gemmato ha scritto: “Una sinistra bugiarda e rancorosa che non sa più a cosa appigliarsi. Le polemiche stanno a zero: 1) Ho il 10% di una società senza averne alcuna responsabilità di gestione (Figuriamoci poi dei contenuti del sito internet) 2) Non esiste alcun conflitto di interessi come certifica il Garante della concorrenza. 3) Con il Governo Meloni e il Ministro Schillaci ci stiamo occupando del problema delle liste di attesa creato dalla mala gestione di decenni di sinistra al governo”. La vicenda ha preso spunto da un articolo del Fatto che racconta come la clinica privata in Puglia attragga i clienti con lo slogan: “Qui niente liste di attesa”.
Argentina, la coppia italiana con la bimba da maternità surrogata era al terzo tentativo di partenza. Era il terzo tentativo di partire con la bambina nata da maternità surrogata, quello della coppia di italiani che venerdì 25 ottobre è stata fermata all’aeroporto di Buenos Aires, pochi minuti prima di mezzanotte, quando il volo di Air France che intendevano prendere stava per partire per Parigi. Lo riporta il quotidiano argentino La Nacion. L’indagine, di natura penale, contempla tre possibili reati: traffico di persone, vendita di bambini o appropriazione di minori.
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