DILEMMI A 5 STELLE. Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa bisogna aspettarsi dalla giornata clou delle consultazioni del premier incaricato, Mario Draghi, che domani incontrerà il Movimento e la Lega. Grillo è atteso oggi in serata a Roma per cercare di ricompattare i suoi, divisi tra i vertici che vogliono seguire le indicazioni di Conte aprendo uno spiraglio al nuovo governo, e molti parlamentari, che non troverebbero giustificazione a sostenere un esecutivo con Berlusconi, Salvini e Renzi. Lo stesso Grillo salirà domani da Draghi con Crimi e Taverna. C’è l’ipotesi che, dopo i colloqui istituzionali, si apra il confronto sulla piattaforma Rousseau, com’è stato per il Conte uno e il Conte due. Sentiremo, in proposito, anche il parere di alcune nostre firme. Va segnalato anche che, pur di santificare l’operato dell’ex presidente della Bce, è partita una sorta di beatificazione di Di Maio&C. anche da parte di chi, fino a pochi giorni fa, li considerava il peggio possibile.
LA MUTAZIONE LEGHISTA. Altro appuntamento importante di domani, dicevamo, quello con il leader della Lega, che è passato dal “o noi o Grillo” al “se ci sono spazi, ci siamo”. A fargli cambiare idea la necessità di non perdere il partito, dopo che da un lato Giorgetti, dall’altro il cuore confindustriale avevano manifestato la volontà di sostenere Draghi. Sul tavolo metterà i soliti temi (giustizia, migranti, tasse), venendo a patti con le poltrone: “Se ci siamo, non facciamo cose a metà”.
CENTRODESTRA DIVISO. Oggi pomeriggio, invece, è stata la volta di Fratelli d’Italia: Giorgia Meloni ha ribadito il suo no alla fiducia, aprendo in realtà alla possibilità dell’astensione. E poi Forza Italia: contrariamente a quanto annunciato, Silvio Berlusconi non ha guidato la delegazione dei suoi, ma si è limitato a una “telefonata cordiale” con il premier incaricato, durante la quale ha specificato che il partito voterà a favore del possibile esecutivo.
IL PERIMETRO DEL PD. Nel pomeriggio da Draghi è salito il segretario Zingaretti con il suo vice, Orlando, e i capigruppo di Camera e Senato, Delrio e Marcucci. Nonostante il pressing sulla maggioranza “Ursula”, i dem potrebbero essere disposti ad accettare anche un governo con la Lega (a maggior ragione se ci saranno anche i 5S). Resta da capire come lo spiegheranno alla propria base. In fondo a sinistra, invece, LeU – ricevuta stamattina – si è detta sicura: mai più con Salvini.
LA PAROLA AI LETTORI. Il nostro Focus di domani sarà dedicato a voi, che in questi giorni ci avete scritto in tantissimi per esprimerci le vostre opinioni. Pubblicheremo alcune delle tante lettere che sono arrivate a Marco Travaglio e ad Antonio Padellaro.
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