MIGRANTI IN ALBANIA, L’ENNESIMO BLUFF DI MELONI: INAUGURA UNA STRUTTURA (MA L’ALTRA è IN ALTO MARE). SOCIAL CARD E SANITÀ: ECCO LE “PATACCHE” DELLA PREMIER. A tre giorni dal voto europeo dell’8 e 9 giugno, Giorgia Meloni cala l’ultimo asso di una campagna elettorale “ad effetto”: dopo il bluff del decreto contro le liste d’attesa per la sanità, oltre l’annuncio della social card per i poveri senza un euro, oggi la premier è volata in Albania per celebrare il taglio del nastro del centro per i migranti. Peccato che la struttura non sia ancora funzionante: Meloni ha annunciato che lo sarà dal primo agosto, ma la road map prevedeva la chiusura del cantiere il 20 maggio. Invece è pronto solo il centro nel porto di Shengjin (circa 70 chilometri da Tirana) destinato ad ospitare i migranti per le procedure di ingresso e prima accoglienza. L’altra struttura a Gjader – per il trattenimento e le verifiche dei requisiti per l’asilo – è ancora in alto mare. Giunta a Shengjin con il primo ministro albanese Edi Rama, Meloni ha dato qualche numero: “Partiremo da più di mille posti attualmente, che arriveranno ai 3mila previsti dal protocollo”. Dopo l’inaugurazione, Meloni è stata contestata dal parlamentare di +Europa Riccardi Magi, spintonato dagli uomini della sicurezza di Tirana. È dovuta intervenire la premier per ricordare che si trattava di un parlamentare italiano. Le opposizioni hanno attaccato la premier anche sul fronte degli sprechi: “Uno spottone elettorale dal costo di 800 milioni”, ha rilanciato Schlein invitando la premier a mettere quei soldi sulla sanità. Proprio ieri il governo ha approvato il decreto per ridurre le liste d’attesa negli ospedali, ma senza un euro di copertura. Mentre il ministro Lollobrigida domani andrà in conferenza per annunciare il rinnovo della social card destinata ai poveri (con reddito fino a 15 mila euro): peccato che i soldi arriveranno a settembre e gli sconti non è detto che saranno rinnovati. Sul Fatto di domani vi racconteremo lo sbarco in Albania e tutti i bluff della premier in vista del voto europeo.
LA PROPAGANDA DI ISRAELE PER INFLUENZARE IL CONGRESSO: FALSI PROFILI SOCIAL PER IL SOSTEGNO ALLA GUERRA DOPO IL 7 OTTOBRE. Secondo il New York Times, Israele ha pagato una società di comunicazione per una campagna di influenza negli Stati Uniti dopo il 7 ottobre. Tra i bersagli alcuni membri del Congresso filo-israeliani, in particolare quelli neri e democratici, come i deputati Hakeem Jeffries e Ritchie Torres, oltre al senatore Raphael Warnock. I parlamentari sono stati raggiunti da centinaia di messaggi che li esortavano a continuare a finanziare l’esercito di Tel Aviv. Lo scopo della campagna era diffondere il consenso sulla guerra a Gaza, grazie a centinaia di falsi profili social attivi su Facebook, Instagram e X. Il ministero degli affari della diaspora israeliano ha stanziato 2 milioni di dollari, la società di comunicazione che ha collaborato con il governo di Tel Aviv si chiama Stoic. Gli account fasulli hanno perorato la causa di Israele con commenti e post generati grazie all’intelligenza artificiale ChatGPT. A fianco dei canali social, l’operazione di marketing ha sfruttato 3 siti di fake news in lingua inglese, tra cui Non-Agenda e UnFold Magazine. Intanto, sul fronte diplomatico è stallo. Dopo la proposta di cessate il fuoco lanciata da Biden per pressare Netanyahu, Israele ha risposto Sì malgrado le riserve sul piano. Ora “la palla è nel campo di Hamas”, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan. Anche il ministro degli esteri Antonio Tajani ha ribadito gli ostacoli, dichiarando che la trattativa “va avanti con grande difficoltà”. Il direttore della Cia William Burns, con il consigliere speciale per il Medio Oriente Brett McGurk, sono volati rispettivamente in Qatar e Egitto a caccia dell’intesa. Il ministro Ben Gvir, dell’estrema destra religiosa, ha minacciato di ritirare il sostegno a Netanyahu “finché non vedrò l’intesa sulla tregua a Gaza”. Oltre alla Striscia, aumentano le tensioni lungo il confine settentrionale con il Libano, da dove Hezbollah bersaglia il territorio israeliano con droni e razzi. “Siamo pronti ad un’azione estremamente potente nel nord”, è il monito di Netanyahu. A Beirut, un uomo di nazionalità siriana ha aperto il fuoco vicino all’ingresso dell’ambasciata americana intorno alle 8.30 del mattina. L’aggressore è stato arrestato, il bilancio è di due feriti. Sul Fatto di domani vi racconteremo la propaganda di Israele e le trattative per il cessate il fuoco.
UCRAINA, BIDEN IN FRANCIA PER LA COMMEMORAZIONE DEL D-DAY: INCONTRO CON MACRON SUL SOSTEGNO PER KIEV. WALL STREET JOURNAL: “BIDEN CONFUSO, NON È PIÙ LUI”. Il Qatar è fondamentale nel negoziato con Hamas, ma gioca un ruolo anche per l’Ucraina. Oggi anche Zelensky è arrivato Doha, dal “mio amico l’emiro Tamim bin Hamad al Thani”, ha annunciato il leader di Kiev su X. “Il Qatar assiste l’Ucraina sulla questione del ritorno dei bambini rapiti dalla Russia”, ha specificato il presidente ucraino, ma i colloqui verteranno anche su “questioni economiche e di sicurezza bilaterali”. Domani Zelensky incontrerà Joe Biden in Francia: il presidente Usa è atterrato Oltralpe per le commemorazioni dello sbarco in Normandia; i colloqui tra i due proseguiranno anche al vertice del G7 in Italia. Il presidente Usa discuterà anche con Macron: l’Eliseo nei giorni scorsi ha paventato la possibilità di inviare i suoi addestratori in Ucraina. Del resto, il presidente non aveva neppure escluso l’invio di truppe sul campo ed è favorevole all’uso di armi occidentali in territorio russo. Con Biden, Macron parlerà di come utilizzare gli asset russi congelati per sostenere Kiev. Sugli addestratori e soldati “boots on the ground”, invece gli Usa per frenano. Intanto, il Wall Street Journal pubblica indiscrezioni su un Joe Biden sempre più “confuso”: lunghe pause nei discorsi, sguardo fisso, occhi chiusi troppo a lungo per la stanchezza. A diffondere il sospetto che il leader “non sia più lui”, sono soprattutto esponenti repubblicani, scrive il quotidiano. Ma anche tra i dem serpeggia il pensiero che Biden non sia in gran forma e con qualche appannamento. Intanto, l’assedio russo non si ferma e mira alle infrastrutture energetiche. Le interruzioni di elettricità possono durare più di 4 ore di seguito, ha ammesso Volodymyr Kudrytsky, capo dell’azienda elettrica ucraina Ukrenergo. Sul Fatto di domani troverete gli ultimi aggiornamenti sulla guerra in Ucraina.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Amanda Knox condannata a 3 anni per calunnia: “Non avevo interesse ad accusare un amico innocente”. La donna statunitense aveva coinvolto Patrick Lumumba nelle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher. L’uomo poi è risultato completamente estraneo alla vicenda del delitto di Perugia. Knox ha assistito alla lettura della sentenza con accanto il marito e i suoi difensori. La condanna per calunnia era diventata definitiva ma poi la Cassazione ha disposto un nuovo esame delle accuse dopo che la Corte europea ha riconosciuto la violazione del diritto di difesa. I difensori della cittadina americana hanno annunciato subito ricorso in Cassazione. “Una sentenza ingiusta, un errore giudiziario, perché io sono innocente” ha detto l’imputata che ha lasciato, tra le lacrime, il palazzo di giustizia da un’uscita secondaria, senza affrontare i giornalisti.
Il generale Mario Mori interrogato per le stragi del 1993. L’ex capo del Ros ed ex direttore del Sisde è stato ascoltato questo pomeriggio in procura a Firenze. Il generale, indagato nell’ambito dell’inchiesta per gli attentati mafiosi del ’93, era stato convocato per il 23 maggio (32esimo anniversario dell’attentato a Falcone) data slittata su richiesta dello stesso Mori. Il generale è indagato per i reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico. Secondo i magistrati fiorentini, pur avendo ricevuto informazioni sulle iniziative dei clan, “non avrebbe impedito mediante doverose segnalazioni e denunce all’autorità giudiziaria, ovvero con l’adozione di autonome iniziative investigative e preventive, gli eventi stragisti di cui aveva avuto anticipazioni”. Si tratta degli attentati all’accademia dei Georgofili di Firenze, alle chiese di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro di Roma, alla galleria d’arte moderna di via Palestro a Milano. Nonché il fallito attentato allo stadio Olimpico.
Ilaria Salis a Meloni: “Trasferitemi in ambasciata, sono in pericolo”. La candidata di Alleanza verdi-sinistra, detenuta in Ungheria da oltre un anno, ha scritto alla presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri Antonio Tajani, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per chiedere di scontare la misura cautelare dei domiciliari nell’ambasciata italiana a Budapest. Il motivo sarebbero i “pericoli per la sua sicurezza”, dopo la rivelazione in tribunale del suo indirizzo e le minacce ricevute attraverso un sito neonazista.
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