NON SOLO BARI: LA QUESTIONE MORALE AGITA IL CENTROSINISTRA. Il terzo nome per tenere unito il centrosinistra a Bari? “Se ne parla da mesi e ci sarà pure una ragione se il terzo nome non è stato trovato e temo che non esista”: nel terremoto politico-giudiziario che ha investito il capoluogo pugliese, sono arrivate stamattina le dichiarazioni a Radio Norba di Michele Laforgia, il candidato appoggiato dai 5S che proprio domani avrebbe dovuto sfidare Vito Leccese, l’attuale assessore della giunta Decaro sostenuto invece dal Pd. Come sappiamo, è stato proprio Laforgia – spinto da Giuseppe Conte – a tirarsi indietro e quindi, almeno al momento, in lizza per le elezioni di giugno ci saranno entrambi. Con stracci che volano da entrambe le parti, dopo che Elly Schlein – ieri sul palco insieme con Leccese – ha ribadito le accuse di slealtà mosse al Movimento. L’altro schieramento potrebbe invece ufficializzare nelle prossime ore il nome di Filippo Melchiorre, attuale senatore di FdI. Domani, a godersi il trauma degli avversari, sarà a Bari il vicepremier Matteo Salvini. Su tutto, però, pesa lo spettro del commissariamento, con i tecnici del Viminale che continuano a lavorare sulle partecipate del Comune. La città, sbigottita, si lecca le ferite e si chiede se sia davvero finita un’epoca, ma a farne le spese – come vedremo – potrebbe essere anche l’attuale sindaco Decaro, il “più amato d’Italia”, che fino a pochi giorni fa si sentiva già in Europa: adesso il Pd dovrà capire se candidarlo. Sul banco degli imputati, è finito ancora una volta il trasformismo della politica, con candidati che portano valanghe di voti (spesso, è l’accusa della Procura di Bari, comprati) e poi, una volta eletti, sono pronti a cambiare casacca. Sul Fatto di domani la nostra inchiesta sui tanti, non solo a Bari, che hanno mutato bandiera negli ultimi mesi. Evidentemente esiste una questione morale, che prima o poi il centrosinistra dovrà affrontare. Inoltre, ci sarà una intervista al leader dei 5S, Conte.
GLI ALTRI GUAI DEL PD: ELEZIONI 2021, FARI DEL VIMINALE PUNTATI SU TORINO. “Il sindaco venga con la massima urgenza a riferire in aula in ordine a quanto emerso per rimuovere ogni ombra da eventuali irregolarità nelle elezioni 2021”. I consiglieri del Movimento 5 Stelle chiedono a Stefano Lo Russo di riferire in merito all’indagine su presunte richieste di voti in cambio di favori. “Non siamo nemmeno a metà del mandato – dicono i 5 Stelle – e per la seconda volta, dopo la vicenda Rear, le ombre di un nuovo caso giudiziario avvolgono l’amministrazione Lo Russo”. Si attende ora la relazione della prefettura sollecitata dal ministro degli Interni, Piantendosi. Come abbiamo già raccontato oggi sul giornale, una figura centrale nell’inchiesta è quella di Salvatore Gallo, 85 anni, ex Psi e oggi in area Pd con l’associazione IdeaTo; secondo la Procura si è reso responsabile di corruzione elettorale ed estorsione. Gallo, padre dell’attuale capogruppo Pd alla Regione Piemonte, nel 2021 avrebbe fatto eleggere 3 consiglieri (non indagati) con un sistema clientelare che andava dalle promesse di favori alle minacce. In mezzo c’è anche la Sitaf, società autostradale che gestisce la Torino-Frejus, di cui Gallo era amministratore delegato, che fino a poco tempo fa era una società del Comune. Sul Fatto di domani leggerete ulteriori particolari: a raccontare i segreti della politica torinese è stato Ferdinando Lazzaro, imprenditore molto noto e altro collettore di tessere per il binomio Gallo-Pd.
GUERRA ISRAELE-HAMAS: RECUPERATO A GAZA IL CORPO DI UN OSTAGGIO UCCISO. I PARENTI CONTRO NETANYAHU: “POTEVA ESSERE SALVATO”. “Elad è stato rapito vivo e vegeto dalla sua casa a Nir Oz e fotografato due volte mentre era in prigionia. Avrebbe potuto essere salvato se un accordo fosse stato raggiunto in tempo. La nostra leadership è codarda e guidata da considerazioni politiche, ed è per questo che ciò non è avvenuto”. Così Carmit Palty Katzir, sorella di Elad, ha commentato la notizia che unità speciali israeliane hanno recuperato il corpo senza vita del fratello a Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza. I parenti degli ostaggi da settimane accusano il governo di fare poco per i loro cari. Elad era tenuto sotto sequestro dalla Jihad islamica; era stato rapito dai miliziani islamisti il 7 ottobre, durante la strage firmata da Hamas con 1.200 morti e la cattura di centinaia di civili. Al momento, 134 di loro restano nella Striscia, 123 sono tornati a casa in virtù dell’unico scambio di prigionieri tra lo Stato ebraico e i fondamentalisti. Israele resta in stato d’allerta anche per le minacce dell’Iran in risposta al raid su Damasco, in Siria, che ha permesso all’Idf di eliminare un generale dei pasdaran e numerosi ufficiali, ritenuti tra coloro che hanno coordinato gli attacchi di Hezbollah dal Libano al confine nord di Israele. Sul piano delle trattative con Hamas per una tregua, il dialogo è in corso in Egitto, al Cairo, ma i fondamentalisti restano sulle loro posizioni annunciate quasi un mese fa: si chiede “un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, il ritorno degli sfollati al Nord, la libertà di movimento e un serio accordo di scambio di prigionieri”. Lo Stato ebraico non vuole assicurare il ritiro o il ritorno degli sfollati al nord della Striscia se prima non verranno restituiti tutti gli ostaggi presi il 7 ottobre. Sul Fatto di domani faremo il punto dopo sei mesi di guerra, con un reportage e le foto di Fabio Bucciarelli.
GUERRA RUSSIA-UCRAINA, IL GENERALE SYRSKY: “I RUSSI ATTACCANO GIORNO E NOTTE”. BLOOMBERG: “LA CINA FORNISCE A MOSCA IMMAGINI SATELLITARI”. Le truppe di Mosca continuano la pressione sull’Ucraina, sia al fronte che sulle città. L’ultimo bombardamento di Kharkiv ha causato sei morti e diversi feriti, una vittima anche a Odessa. Il presidente Zelensky ha sollecitato per l’ennesima volta gli alleati occidentali a fornire la difesa aerea. Dal canto suo, Kiev rivendica di aver fatto saltare in aria la notte scorsa un oleodotto in Russia, utilizzato per scopi militari. La situazione per gli ucraini resta complicata, come abbiamo raccontato con i reportage di Parente. Il comandante in capo delle forze armate, Oleksandr Syrsky, conferma che “l’esercito russo continua a condurre operazioni offensive giorno e notte”. Secondo l’alto ufficiale, il nemico “gode di superiorità aerea e del vantaggio nelle scorte di missili e munizioni”, e le truppe “continuano a cercare di avanzare fino al confine amministrativo della regione di Donetsk”, assaltando le posizioni dell’Ucraina “a ondate”. Che l’umore in patria non sia dei migliori lo conferma al magazine Politico il consigliere di Zelensky, Anderij Yermak: “La gente può dire di essere stanca, ma se si chiede loro se vogliono scendere a compromessi con la Russia, sono categorici e dicono di no. E il fatto che le persone rimangano in Ucraina con le loro famiglie è la conferma che in generale lo stato d’animo della gente è ancora forte”. Sul giornale di domani troverete gli aggiornamenti sul conflitto nell’Est che dura ormai da più di due anni, comprese le ultime dell’agenzia Bloomberg secondo cui la Cina ha fornito alla Russia immagini satellitari per scopi militari.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Campobasso, incendio della cementeria, morto operaio. Claudio Amodeo, 53 anni, non è sopravvissuto alle ustioni che aveva riportato nell’incendio della cementeria di Guardiaregia (Campobasso) due giorni fa: era ricoverato al centro grandi ustionati di Napoli. Un secondo operaio è ancora ricoverato a Roma.
Il “capitano Ultimo” scopre il volto. Dopo 31 anni l’ufficiale dei carabinieri che arrestò a Palermo Totò Riina ha mostrato il suo viso; lo ha fatto oggi al teatro Quirino di Roma, in occasione della campagna elettorale per Libertà, la lista creata da Cateno De Luca. Sergio De Caprio, generale dell’Arma a cui è rimasto addosso il soprannome di Capitano Ultimo dagli anni in servizio in Sicilia, non si era mai tolto il passamontagna dal gennaio 1993.
Grecia, chiede aiuto alla polizia senza esito e l’ex la pugnala a morte. La vicenda di Kyriaki Griva, 28 anni, sta suscitando proteste e polemiche in Grecia. La ragazza, molestata dall’ex, si era recata al commissariato alla periferia di Atene per chiedere aiuto. Poi, la giovane donna aveva chiesto una scorta per tornare a casa ma l’operatore per le emergenze aveva risposto: “Un’auto di pattuglia non è un taxi”. Qualche minuto dopo l’ex fidanzato ha accoltellato a morte Kyriaki.
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