GOVERNO E CAMERA DICONO SI’ ALL’ODG COSTA: “NO A MISURE CAUTELARI PER GLI INCENSURATI”. NUOVO FAVORE AI COLLETTI BIANCHI. Parere favorevole del governo e sì della Camera dei Deputati all’ordine del giorno al decreto Carceri presentato dal deputato di Azione Enrico Costa che prevede la possibilità di valutare la custodia cautelare per pericolo di reiterazione nei confronti di incensurati solo in caso di “reati di grave allarme sociale e di reati che compromettano la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone”. Con il risultato che un incensurato rischia di finire dentro solo per reati come mafia, reati sessuali, terrorismo, omicidio o anche furti in abitazione e non per corruzione e per gli altri reati di cui in genere si macchiano i colletti bianchi. Una norma che, se diventasse legge, si applicherebbe anche al recente caso di Giovanni Toti, ex governatore della Liguria arrestato per corruzione a maggio. Un testo che, secondo Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra, serve “ad aprire la strada allo scudo penale per i politici”. Sul Fatto di domani la giornata a Montecitorio e gli ultimi sviluppi.
GAZA, USA: “VICINI ALL’ ACCORDO SUL CESSATE IL FUOCO”. TEL AVIV ALLE PRESE CON I LIMITI DELL'”IRON DOME”. “La gang criminale sionista non rispetta alcuna regola o legge e riceverà una dura risposta dall’Iran per avere ucciso Ismail Haniyeh”, ha detto il comandante dell’esercito di Teheran, Abdolrahim Mousavi, aggiungendo che la nomina di Yahya Sinwar come capo dell’ufficio politico di Hamas prova che Israele non dovrebbe avere alcuna speranza sul futuro. In attesa della risposta di Teheran, proseguono le trattative per il cessate il fuoco a Gaza e il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, professa ottimismo: “Siamo più vicini che mai a un accordo”. Intanto sul fronte israeliano il sistema antimissilistico “Iron Dome” non dà più garanzie, soprattutto contro i droni. Ora Tel Aviv attende l'”Iron Beam”, dotato di un laser concentrato per abbattere le minacce aeree, ma sarà pronto solo alla fine del 2025.
DDL RICERCA, NUOVO PASSO VERSO LA PRECARIZZAZIONE. La riforma della carriera dei ricercatori approvata in Consiglio dei ministri aumenta il precariato e favorisce i baroni. Scritto senza nessun confronto con i rettori e la rappresentanza universitaria, crea 5 nuovi tipi di contratto, nuove figure nominate su chiamata diretta e nuovi “non lavoratori” senza contributi e diritti. Sul Fatto di domani racconteremo in che modo il testo andrebbe, se diventasse legge, a impattare sul mondo della ricerca.
LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Prosegue l’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk. L’operazione è iniziata martedì, quando 300 soldati ucraini, supportati da carri armati, veicoli blindati e droni, hanno lanciato un attacco al di là del confine. I combattimenti continuano anche oggi: la volontà dell’esercito di Kiev è attirare le forze di Mosca nei pressi di Kursk per alleggerire la pressione sul fronte di Donetsk.Per il presidente Vladimir Putin “l’attacco è una provocazione su larga scala”, poiché “Kiev ha fatto ricorso a bombardamenti indiscriminati, anche con missili, su strutture civili”. I bombardamenti delle forze di Kiev hanno provocato almeno 5 morti tra i civili e almeno 28 feriti.
Umbria, Emilia e Liguria: possibile tripletta giallorosa alle Regionali. Il nuovo incubo del governo è l’appuntamento con le urne previsto per l’autunno. Sul voto in Liguria aleggia lo spettro di Giovanni Toti, in quella che – anche grazie al governatore arrestato per corruzione – sarà una corsa in cui il campo largo è largamente favorito. Elezioni anche in Emilia-Romagna, dove il centrodestra tenterà l’assalto alla roccaforte “rossa” di Stefano Bonaccini, eletto al Parlamento europeo, e in Umbria, che fu conquistata nel 2019 dalla leghista Donatella Tesei ma dove i recenti risultati nei Comuni consentono al centrosinistra di coltivare la speranza di un ribaltone. Sul Fatto di domani troverete un Focus su quello che potrà accadere in autunno.
Parigi 2024, Tamberi fatica ma agguanta la finale del salto in alto. Il portabandiera azzurro è arrivato tra i primi 12. Oro a Tokyo 2020, ammalatosi nei giorni scorsi per una colica renale con febbre, Tamberi si è fermato a 2.24, fallendo tre volte il tentativo dei 2.27. “Bisognava andare in finale, sapevo sarebbe stato il giorno più duro della mia vita, così è stato”, ha detto Tamberi. Con lui anche l’altro azzurro, Stefano Sottile, con la stessa prestazione. Via libera alle prove nella Senna, ma gli azzurri di fondo hanno preferito non tuffarsi: si allenano in piscina.
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