MANOVRA STRONCATA ANCHE DAI SINDACATI: “CON I TAVOLI NON SI MANGIA”. Da una parte c’è una maggioranza divisa su tutto (tranne che sullo smantellamento della giustizia), dall’altra i tempi più stretti per approvare la manovra. Sul tavolo dell’incontro con i capigruppo, stamani a Palazzo Chigi, i punti spinosi: limiti all’uso del Pos (Meloni non vorrebbe stravolgerne l’impianto), Superbonus, tetto al contante e Opzione donna per le pensioni (si discute se abolire la condizionalità legata ai figli). Finora sono 3.104 gli emendamenti presentati (617 dai partiti di governo), che dovranno scendere a 200 entro domenica, altrimenti rischia di saltare il banco. Dubbi anche sulla norma Lotito con il regalo di Natale per i club di calcio indebitati. Mentre si tira dritto sul taglio al Reddito di cittadinanza. Sul Fatto di domani vi daremo conto delle trattative in seno alla destra, su cui pesano le bocciature di quasi tutte le istituzioni e le raccomandazioni dell’Europa, e anche di una norma infilata nelle proposte di modifica che rappresenta un regalo a determinati soggetti non proprio bisognosi di aiuto. Ma oggi è stato anche il giorno dell’incontro tra Giorgia meloni e i sindacati: un lungo confronto durato due ore e mezza: “Le risposte hanno confermato le profonde distanze su fisco e precarietà e anche sulla tutela del potere d’acquisto. Proseguiremo con gli scioperi”, ha commentato il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Mentre per Bombardieri della Uil (troverete l’intervista sul giornale di domani) “con i tavoli promessi della premier non si pagano le bollette e non si mangia”.
VERSO UN NUOVO BAVAGLIO: NORDIO E LE NOTIZIE DA NON DIVULGARE. Il ministro della Giustizia tira dritto sulla volontà di una stretta alle intercettazioni: “Non ho mai detto che debbano essere eliminate – ha affermato in commissione –. L’inchiesta che ho coordinato sul Mose ha avuto migliaia di intercettazioni, ma erano mezzi di ricerca della prova, non di prova e non è uscita una parola sui giornali”. Il Guardasigilli si riferisce al 2014, anno in cui la Procura di Venezia (dove esercitava le sue funzioni di magistrato) mise sotto indagine anche l’ex sindaco Orsoni e l’ex governatore veneto Galan. Come vedremo sul giornale di domani, in realtà le intercettazioni uscirono, eccome, a migliaia. Ma solo quelle di interesse pubblico, a dimostrazione del fatto che la normativa esistente è già efficace (lo ha ricordato oggi anche il presidente dell’Anm, Santalucia). Ma tanto, lo dicevamo, lo smantellamento della Giustizia è l’unica cosa su cui la maggioranza è d’accordo: Forza Italia, con un ddl, si è già accodata al ministro nemico della sua stessa ex categoria. Qualora la riforma si dovesse configurare, con tanto di Salvacorrotti annessa, avremo un Paese in cui i colletti bianchi possono delinquere impuniti, e l’opinione pubblica rimanere all’oscuro di tutto. Tra l’altro, come ha ricordato oggi il direttore Marco Travaglio, uno studio comparativo della commissione Giustizia del Senato ha già messo nero su bianco le fandonie di maggioranza: l’Italia è tra i Paesi che intercettano meno i propri cittadini.
C’È OPERA E OPERA: TRA LA PRIMA DELLA SCALA E I POVERI DI MILANO. Oggi il Guardasigilli assiste alla prima della Scala dal carcere di San Vittore, insieme con quella che per qualche giorno sembrava la candidata ideale del centrosinistra in Lombardia: Letizia Moratti. A Milano, dopo una tappa a Torino, è arrivato anche Giuseppe Conte, ma non solo per l’Opera teatrale (che sul giornale ci racconterà Silvia Truzzi): il leader del Movimento ha visitato l’Opera Cardinal Ferrari per incontrare i percettori del Reddito di cittadinanza, che il governo vuole distruggere: “Vedo un’Italia capovolta – ha dichiarato –. Il governo non ha letto la Costituzione, perché sembra in modo deliberato e consapevole premiare i cittadini privilegiati, i gruppi forti del Paese”. Conte ha poi rinviato al mittente le accuse, neanche troppo latenti, di aver aizzato l’odio contro Meloni: oggi è stato identificato colui che, proprio sul Reddito, avrebbe minacciato sui social la premier e sua figlia. E la capogruppo al Senato di Forza Italia Licia Ronzulli ha subito parlato di “cattivi maestri”. In Lombardia, come nel Lazio, non sono ancora chiare le sorti del centrosinistra: secondo un sondaggio di cui vi parleremo, se M5S e Pd corressero insieme, almeno all’ombra della Madonnina potrebbero sperare di contrastare il governatore uscente, Attilio Fontana. Ma i dem in queste ore sono molto più presi a rafforzare le proprie correnti che a pensare al Paese: come vedremo, persino i laburisti Pd si sono ritrovati oggi per stilare il loro manifesto. Chi ha le idee chiare su come prendersi la scena, non certo nel centrosinistra, è Carlo Calenda, che in solitaria ha annunciato la sua trasferta a Kiev. Leggerete a che prezzo.
UCRAINA, USA BOCCIANO GLI ATTACCHI DI KIEV. PUTIN: “AUMENTA” IL RISCHIO NUCLEARE. Dopo gli attacchi ucraini con i droni in territorio russo, gli Usa prendono le distanze da Zelensky. Prima con il sottosegretario Usa Anthony Blinken, poi con il portavoce del Consiglio per la sicurezza John Kirby. “Non abbiamo né incoraggiato né permesso agli ucraini di colpire all’interno della Russia”, ha dichiarato Blinken. Kirby ribadisce come gli Usa sostengano Kiev solo per scopi difensivi. Il Congresso americano ha stanziato altri 800 milioni di dollari per aiutare l’Ucraina, mentre cresce (soprattutto tra i repubblicani) la spinta verso il negoziato. Ma la tregua resta lontana: Putin minaccia di difendersi con “tutti i mezzi a disposizione”, avvisa come stia “aumentando” il rischio nucleare e che la guerra “potrebbe essere lunga”. Secondo Stoltenberg – segretario generale della Nato – la Russia “cerca di congelare il conflitto per riprendersi e lanciare l’offensiva in primavera”. Sul Fatto di domani faremo il punto sulla diplomazia focalizzandoci su Washington, dove il sostegno a Zelensky s’incrina sempre più. Intanto proseguono gli attacchi presso la centrale nucleare di Zaporizhzhya e nel Donbass. Ma gli arsenali russi inizierebbero a scarseggiare e Putin avrebbe ordinato centinaia di droni e di missili balistici dall’Iran. Intanto, Zelensky è stato nominato “Persona dell’Anno” dalla rivista Time (dopo l’onorificenza del Financial Times). Il governo invita al boicottaggio della cultura russa, proprio nel giorno della Prima alla Scala con il “Boris Godunov” di Puškin. Giorgia Meloni ha difeso la scelta del debutto: “La cultura è un’altra cosa, non ce l’abbiamo col popolo russo e con la sua storia”.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Xi Jinping e il nuovo asse con bin Salman. Si è aperto oggi un vertice che proseguirà fino a sabato prossimo: una “pietra miliare”, l’ha definita Pechino, che parla anche di un’opportunità per promuovere la costruzione di “una comunità arabo-cinese dal futuro condiviso”.
Berlino ferma il golpe di destra. Ci sono anche tre militari tra i 25 arrestati in Germania per “associazione terroristica”. Si tratta del gruppo di estrema destra “Reichsbuerger” che, per l’accusa, stava preparando un colpo di Stato.
Dal microfono al musical. Il nostro Stefano Mannucci intervista la cantante Malika Ayane, al debutto nel mondo dei musical.
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