THE DAY AFTER. Le ripercussioni sulla politica italiana di quanto avvenuto ieri notte a Washington in primo piano sul Fatto di domani. Oltre a registrare le prese di distanza (vere o opportunistiche) rispetto all’atteggiamento di Donald Trump e alla gallery dei sovranisti di casa nostra, seguiremo anche gli ultimi sviluppi della discussione sul futuro della maggioranza, alle prese con una nuova bozza di Recovery Fund e con le nuove minacce degli esponenti di Italia Viva.
NEGLI USA, invece, il giorno in cui Joe Biden è diventato ufficialmente presidente, si fanno davvero i conti. Scopriremo che, contrariamente alle attese, gli elettori repubblicani sono ancora ben saldi al fianco del tycoon e andremo ad analizzare il comportamento della polizia che, come si vede in molti video, è stato assai morbido con i manifestanti violenti.
IL NOSTRO FOCUS sarà dedicato proprio a loro, a quella marea organizzata che ieri ha sconvolto le istituzioni democratiche. Scopriremo chi sono, da dove vengono e quanto peseranno nella politica futura. Le immagini richiamano alla mente le scene di alcuni film o di alcune serie tv, e infatti il nostro Federico Pontiggia ci racconterà il déjà vu.
IL COMPARTO COVID, poi, che se da un lato fa balzare l’Italia al secondo posto del rapporto tra popolazione e numero di vaccinati, dall’altro preoccupa ancora: secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, ci sono undici regioni con le terapia intensiva oltre la soglia di allerta. La grande domanda, ora, è che succederà alle scuole. Abbiamo poi analizzato i veri dati della mortalità Covid in Italia e all’estero, secondo le stime di un nostro collaboratore esperto di statistica. Qui i numeri di giornata.
NELLA SEZIONE RADAR ospiteremo il primo degli interventi sul centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano. Partiamo con lo storico Giovanni De Luna, di cui potete leggere di seguito un’anticipazione.
IL SECONDO TEMPO, infine, con anche qui un anniversario: Pino Corrias ci racconta chi è stato Leonardo Sciascia, che oggi avrebbe compiuto 100 anni.
Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Il Pci e il rovescio delle medaglie
di Giovanni De Luna
Nella nostra storia degli ultimi cento anni il Pci occupa una posizione probabilmente migliore di quella che lo stesso Pci si meriti. A esaltarne il ruolo sono infatti i limiti di un socialismo riformista eccessivamente schiacciato su un esasperato pragmatismo, incapace di suscitare passioni, lontano dalle pulsioni profonde che hanno segnato la politica del 900.
La capacità dei comunisti italiani di coinvolgere anche emotivamente le masse popolari li ha resi invece protagonisti della più significativa esperienza di alfabetizzazione politica di massa vissuta. Tutto questo è vero, ma non scalfisce il paradosso al quale è inchiodata la storia del Pci: ovunque è andato al potere, il comunismo ha prodotto regimi dispotici, in molti casi spietati; in Italia è stato, al contrario, un potente baluardo in difesa della libertà e della democrazia. È vero manca la controprova; mai potremmo sapere cosa sarebbe successo se i comunisti avessero vinto, nel 1948 ad esempio. Escludendo le soluzioni sanguinarie alla Pol Pot, avremmo avuto anche noi i gulag e il Kgb? È un interrogativo destinato a restare senza risposta anche perché le vicende italiane ci raccontano tutta un’altra storia. Il partito fu fondato a Livorno, il 21 gennaio 1921. Poco più di un anno dopo, il fascismo andò al potere e l’Italia visse sulla sua pelle l’incubo del totalitarismo novecentesco. Nel 1926, fu istituito il Tribunale speciale, la più potente macchina repressiva mai partorita dalle istituzioni italiane. Tra il 1926 e il 1943 (quando fu soppresso) furono deferiti al Tribunale Speciale 15.806 antifascisti (891 donne). Quasi altrettanti, 12.330, furono quelli inviati al confino (145 donne), mentre 160.000 furono “ammoniti” o sottoposti a “vigilanza speciale”. Quelli effettivamente processati furono 5.620 (124 donne), di cui 4.596 condannati. Di questi, tre quarti erano comunisti.
(continua a leggere sul giornale di domani)
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it
|