COPASIR E “PUTINIANI”: CHI HA VOLUTO LA LISTA DEL CORRIERE? GABRIELLI: “I SERVIZI NON FANNO LISTE DI GIORNALISTI”. La lista dei presunti filo-russi del Copasir non era del Copasir, stando a quanto dice il presidente del Comitato. Resta il mistero di chi l’abbia passata al Corriere della sera per la pubblicazione. Il caso preoccupa la Federazione nazionale della stampa: “Per evitare di diffondere un clima di sospetto, che porterebbe all’unico risultato di screditare il lavoro della stampa in Italia, sarebbe opportuno fare immediatamente chiarezza”, afferma il presidente Raffaele Lorusso, che aggiunge che sarebbe gravissimo se questi elenchi “fossero stati compilati sulla base di opinioni espresse dagli interessati che, per quanto considerate sgradite o non condivisibili, sarebbero comunque legittime perché rappresenterebbero libere manifestazioni di pensiero”. Al momento, nel dossier pubblicato sul quotidiano milanese, a parte le foto segnaletiche, non ci sono prove che i citati, tra cui giornalisti e parlamentari, siano pagati dalla macchina di propaganda russa. Nel mezzo di questa polemica si è appreso che il Copasir sta svolgendo un’attività di indagine sulle reti di influenza russa, dove però sotto la lente non sono i giornalisti e i politici, ma troll e reti di disinformazione social. Stasera ha commentato la vicenda Franco Gabrielli, sottosegretario ai Servizi, che dice che l’intelligence italiana “non ha mai stilato alcuna lista di politici giornalisti né ha svolto attività di dossieraggio”. Sul Fatto di domani continueremo indagare sull’origine di questo dossier. Intervisteremo il presidente del sindacato dei giornalisti Lorusso. Chiariremo anche sulle competenze di Copasir e servizi con un’intervista all’ex magistrato e senatore Felice Casson. E con Gianni Barbacetto ricostruiremo la lunga storia del dossieraggio nella Repubblica italiana, e il ruolo del giornalismo in queste vicende.
UCRAINA, LA DIPLOMAZIA FA PASSI INDIETRO. ZELENSKY CHIEDE LA MEDIAZIONE CINESE. Lo stallo non è un’opzione, dice oggi Zelensky intervenendo a un forum organizzato dal quotidiano britannico Financial Times. Il presidente torna a vestire i panni dell’intransigenza, escludendo ogni ipotesi di cedere territorio agli occupanti. La relativa novità è l’auspicio che la Cina possa fare da mediatore per arrivare a un cessate il fuoco. Nel frattempo, da Mosca, il falco di Putin Medvedev usa parole durissime contro i “nemici della Russia”: “Li odio, sono bastardi e imbranati. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”. La diplomazia oggi sembra arretrare, insomma. Sul fronte di battaglia, i russi annunciano di controllare il 97% del territorio del Lugansk, ma Severodonetsk è ancora contesa per metà. A Mariupol, mentre gli ucraini denunciano un allarme colera, il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu dice che lo sminamento del porto è ultimato e che sono state accolte le prime navi mercantili: per i russi, Mariupol e Berdyansk sarebbero pronte a riprendere le spedizioni di grano. Molto più complicato sarà sminare i porti sul Mar Nero, come ha scritto oggi Michela Iaccarino su FQ Extra. A margine, la Duma ha votato l’uscita della Russia dalla corte europea dei diritti dell’uomo.
DOPO IL SALARIO MINIMO (SENZA VINCOLI), L’UE VERSO IL PIANO VERDE: I PRODUTTORI DI AUTO TREMANO. Secondo i francesi, che hanno la presidenza di turno dell’Unione, la direttiva sul salario minimo approvata stanotte è “una tappa importante per l’Europa sociale”. Più o meno le stesse parole ha usato il ministro Orlando. Ma i critici della misura, come la Lega, ricordano che non c’è alcun obbligo per l’Italia. In effetti la norma non è vincolante, ma il senso è stimolare una riforma che aumenti le tutele per i lavoratori e riduca i salari da fame. Sul Fatto di domani ne parleremo con l’ex ministra del Lavoro e prima firmataria del ddl presentato al senato dal M5S Nunzia Catalfo. Questa non è l’unica novità in arrivo da Bruxelles. In autunno è attesa la proposta della Commissione contro l’obsolescenza programmata dei dispositivi, che porterà anche a uniformare i cavetti per caricare di smartphone e tablet. Oggi invece al Parlamento europeo si è cominciato a discutere (il voto domani) il piano per il clima FitFor55, che contiene misure come la riforma dei crediti verdi e quella che prevede lo stop alle immatricolazioni di auto a motore termico (diesel e benzina) entro il 2035. Una rivoluzione che sconvolgerà il mercato dell’auto e che spaventa i produttori. Sul giornale di domani ne indagheremo tutte le conseguenze. Intanto, il Partito popolare europeo ha già proposto delle deroghe alle norme.
LE AMMINISTRATIVE AGITANO IL CENTRODESTRA. MORRA: VENERDÌ LA LISTA DEGLI IMPRESENTABILI. C’è tensione nel centrodestra, in vista delle amministrative. Matteo Salvini oggi ha attaccato la sua rivale a destra, Giorgia Meloni, criticando alcune scelte di non alleanze alle comunali del 12 giugno (che la leader FdI rispedisce al mittente). “Meloni ha scelto la via dell’opposizione e questa legittima scelta nel breve periodo paga di più che stare al governo con Letta, Renzi e Conte”, ha detto il leader leghista in una conferenza stampa all’associazione della stampa estera a Roma. E sulle amministrative abbassa le aspettative: “Il sondaggio che mi interessa è quello del giorno del voto dell’anno prossimo, e in quel giorno conto che la Lega e il centrodestra siano vincenti”. Dopo il 12 giugno Salvini dovrà fare i conti anche con il risultato dei referendum sulla giustizia, che potrebbero affossare ulteriormente la sua leadership. Sul Fatto di domani continueremo i nostri reportage sulle amministrative con un reportage da Parma, dove si rischia di tornare al passato. Intanto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, ha reso noto che venerdì l’Antimafia comunicherà i nomi degli impresentabili candidati alle amministrative, e ha lamentato che la Commissione non ha avuto gli elenchi in tempo utile come previsto dalla norma approvata l’anno scorso.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Il pericolo della stagflazione. La Banca mondiale certifica che la crescita sta frenando e i rischi di stagflazione aumentano. Dopo il +5,7% del 2021, il Pil del mondo è atteso crescere quest’anno del 2,9%, decisamente meno del 4,1% previsto a gennaio. “Per molti Paesi la recessione sarà difficile da evitare”, è l’analisi.
Covid, i dati di oggi. Nelle ultime 24 ore i nuovi contagi sono stati 28.082 e le vittime 70. A parte la polemica per l’obbligo di mascherina per votare, vedremo domani uno studio sulla nuova sottovariante di Omicron che sembra rassicurare gli scienziati, perché il virus continuerà ad attenuarsi.
Gli Uffizi e gli Nft. L’idea di vendere token digitali proprietari basati sulla collezione del museo fiorentino espone le opere ad alcuni problemi.
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