IL PORTAVOCE DI LOLLOBRIGIDA IN CHAT CON DIABOLIK: OFFESE AGLI EBREI, “ONORE” AI TERRORISTI NEOFASCISTI E GIOIA PER IL NARCOTRAFFICANTE ELVIS DEMCE. PAOLO SIGNORELLI AUTOSOSPESO DALL’INCARICO. Insulti agli ebrei e a Gad Lerner, lodi ai terroristi di destra e gioia per un’assoluzione del criminale albanese Elvis Demce. A 24 ore dall’apertura delle urne italiane per le elezioni europee, sul governo Meloni piomba l’imbarazzo per le conversazioni in chat (pubblicate oggi da Repubblica) tra Diabolik e Paolo Signorelli. Quest’ultimo è il portavoce del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, marito di Arianna e cognato della premier. Diabolik all’anagrafe è Fabrizio Piscitelli: ultrà della Lazio e narcotrafficante, ucciso in un agguato a Roma il 7 agosto 2019, per una faida tra bande della malavita capitolina. Ad unire Diabolik e Signorelli è l’amore per la Lazio e per la curva, ma soprattutto la fede neofascista. Il nonno del portavoce fu tra i fondatori del movimento di estrema destra Ordine Nuovo e si chiama come il nipote, Paolo Signorelli. Dalla chat tra i due fioccano gli insulti antisemiti. “Quell’ebreo di Gad Lerner…”, scrive Piscitelli. E Signorelli: “Cosa ha detto quel porco?”. Oppure: “Mica è colpa nostra se i romanisti sono ebrei”, dice il primo. “Tutti ebrei”, rincara il secondo, “mortacci loro e degli ebrei”. In chat gli elogi sono riservati ai terroristi neri Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti: “Onore a loro”, scrive Signorelli. Quando il criminale albanese Elvis Demce viene assolto da un’accusa di omicidio, il portavoce di Lollobrigida chiede conferma a Piscitelli: “Ma l’hanno assolto Elvis? Fantastico dajee”. “Sììì”, replica Diabolik. Le opposizioni hanno chiesto in coro la dimissioni di Signorelli, invece è arrivata solo l’autosospensione dall’incarico. Il collaboratore del ministro sostiene di “non ricordare” quelle conversazioni di “molti anni fa”. Poi prende le distanze dalle sue parole vergate in chat, sottolineando “quanto mai distanti da me, dal mio pensiero e dal mio sentire, siano i gravi contenuti di quella conversazione”. Il ministro Lollobrigida non lo scarica. Anzi, augura a Signorelli di poter smentire quelle frasi: “Per come l’ho conosciuto, sono certo sia distante anni luce da quanto riportato nella conversazione”. Sul Fatto di domani approfondiremo la vicenda con una mappa dei neofascisti con incarichi istituzionali.
UCRAINA, VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE VON DER LEYENALL’INGRESSO IN UE. L’ITALIA NON SEGUE MACRON, SALVINI: “È PERICOLOSO E INSTABILE”. Via libera della Commissione von der Leyen all’ingresso di Ucraina e Moldavia nell’Unione europea. Secondo Palazzo Berlaymont, Kiev e Chisinau hanno dimostrato di avere le carte in regola: dallo Stato di diritto alla lotta alla corruzione, dall’indipendenza dei magistrati al rispetto dei diritti umani. Ora la palla passa al Consiglio europeo, dove l’adesione dei due Stati dovrà essere approvata all’unanimità dai 27 ma è scontata la contrarietà dell’Ungheria di Viktor Orban, il leader più vicino a Putin. Intanto, in Russia risuona l’eco della parole di Macron in occasione della commemorazione dello sbarco in Normandia. Il presidente francese aveva annunciato l’invio a Kiev dei caccia da combattimento, promettendo di addestrare i piloti di Kiev e una “brigata francese” con 4.500 mila soldati ucraini. Oggi il portavoce del Cremlino Dmitro Peskov ha risposto evocando scenari foschi: Macron “dichiara che la Francia è pronta a partecipare direttamente al conflitto militare in Ucraina”, parole “molto, molto provocatorie, aggravano l’escalation nel continente e non portano a niente di positivo”. L’Italia prende le distanze dall’Eliseo, con sfumature diverse. Per Matteo Salvini, Macron “è pericoloso, io lo vedo instabile”. Tajani boccia le “volgari parole” del leghista, ma anche lui si allontana da Macron: “L’Italia ha una posizione diversa, non dobbiamo seguire nessuno: bisogna evitare l’escalation e le nostre armi non colpiranno in territorio russo”. Sul campo, l’avanzata di Mosca non si ferma: il Cremlino ha annunciato la conquista del villaggio di Paraskovievka nel Donetsk. Sul Fatto di domani le ultime notizie sulla guerra in Ucraina.
ELECTION DAY, DA DOMANI URNE APERTE PER IL PARLAMENTO EUROPEO, LA REGIONE PIEMONTE E OLTRE 3 MILA COMUNI. Domani si aprono le urne in Italia per l’elezione dei candidati al parlamento europeo. Oggi Pd e M5s chiudono la campagna elettorale: la segretaria dem Elly Schlein con un comizio a Padova per ricordare Enrico Berlinguer, Giuseppe Conte a Palermo. Ma a tenere banco sono le liti nel centrodestra sulla maggioranza che governerà a Bruxelles dopo il voto. Meloni, in un’intervista al Secolo XIX, ribadisce la volontà di tagliare fuori i socialista con un’alleanza tra i Popolari, i conservatori di Ecr e l’ala ancora più a destra guidata da Marine Le Pen. Insomma, la premier vuole esportare nel Vecchio Continente la maggioranza che la sostiene a palazzo Chigi. Salvini è con Meloni mentre Tajani non mette veti a sinistra. Anzi, il ministro degli Esteri auspica “una maggioranza senza estrema destra”. Dunque senza Le Pen. Salvini rema nella direzione opposta e senza nominarlo lancia una stoccata a Tajani: “Se qualcuno in Italia, di centrodestra, preferisce Macron alla Le Pen, la guerra alla pace, il centrodestra disunito a favore del centrosinistra, allora è un problema”. L’8 e il 9 giugno si vota per il Parlamento, ma anche per 3.715 sindaci e per la presidenza della Regione Piemonte. I cittadini chiamati ad esprimersi per le Europee sono 51,7 milioni, un terzo dei quali voterà anche per le comunali. Domani le urne saranno aperte dalle 15 alle 23, domenica 9 sarà possibile recarsi ai seggi dalle 7 fino alle 23.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Roland Garros, Errani-Paolini in finale nel doppio femminile. Aspettando Jannik Sinner (segui la diretta del match contro Alcaraz), l’Italia del tennis si prende la terza finale al Roland Garros: singolare femminile, doppio maschile e ora anche doppio femminile. Merito dell’impresa di Sara Errani e Jasmine Paolini: le azzurre hanno battuto in tre set (1-6 6-4 6-1) la coppia formata dall’ucraina Marta Kostyuk e dalla romena Elena Gabriela Ruse.
Tessere elettorali a Roma, il Campidoglio dopo le proteste: “Tutte trasmesse ai neo maggiorenni e a chi ha cambiato residenza”. Una precisazione arrivata mentre su X, il leader di Azione Carlo Calenda denunciava: “A nessun 18enne che conosco è arrivata a casa”. Poco prima era stata la giornalista e conduttrice di Tango su Rai2 Luisella Costamagna a raccontare l’esperienza del figlio: “Mio figlio è maggiorenne da 3 mesi e a oggi non ha ancora ricevuto la tessera elettorale”, ha scritto nelle scorse ore. “A chi non viene reperito in casa”, ha precisato l’assessorato alle Politiche del personale in una nota, “viene lasciato un avviso in cassetta per il successivo ritiro
Il ministero del Made in Italy boccia il francobollo sulla Liberazione. La richiesta era giunta dagli studenti della rete “Memorie. Una città, mille storie”, bocciata dal dicastero guidato dal meloniano Adolfo Urso. A raccontare la vicenda, sono i ragazzi della Rete degli Studenti Medi Lazio, insieme alla Cgil Roma e Lazio e alla Flc Cgil Roma e Lazio. “L’ennesima forzatura che prova a rimuovere la Liberazione dal nazifascismo”, hanno dichiarato gli studenti e le studentesse del liceo Orazio.
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Macron marcia con Zelensky: il leader ucraino torna in patria con un bottino da 650 milioni di euro
di Luana De Micco
“L’Europa non è più un continente di pace”, ha detto stamattina Volodymyr Zelensky davanti al Parlamento francese. Il presidente ucraino, presente ieri a Omaha Beach per la cerimonia di Omaha Beach per gli 80 anni del D-Day, lo sbarco alleato in Normandia del 6 giugno 1944, oggi prosegue la sua visita di Stato a Parigi. “Le città vengono distrutte, i villaggi bruciati. Di nuovo, in Europa, appaiono campi di deportazioni e odio. Tutto ciò oggi riguarda l’Ucraina, ma può colpire domani altri Paesi. I paesi baltici, la Polonia, i Balcani e altri… Il regime russo non conosce limiti. L’Europa non gli basta più. Ha già distrutto la Siria, porta disordine nel Sahel. Rapisce i bambini del nostro popolo nei territori occupati e ricatta il mondo perché il mondo abbia paura di lui. Può Putin vincere questa battaglia? – ha aggiunto – No, perché non abbiamo il diritto di perdere”.
(Continua)
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