DUE CENTRISTI PER UN PIRELLONE. IL PD SI FA SPACCARE DA MORATTI. Letizia Moratti prova a tentare i democratici per farli convergere sulla sua candidatura a presidente della Regione Lombardia, ufficializzata con Azione e Italia Viva. L’ex vicepresidente della Regione (ma anche ex sindaca di Milano ed ex ministra dell’Istruzione dei governi Berlusconi) lo fa attraverso un’intervista a Repubblica: il centrodestra “non c’è più” e si è schiacciato a destra, ragiona, per questo serve “una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo”. Insomma, una corsa al centro. Per cui scomoda addirittura il riferimento al Comitato di liberazione nazionale durante la Resistenza. Il vero messaggio di Moratti è indirizzato, però, alla dirigenza dem: “In queste ore molti del Pd mi stanno chiamando, e non parlo solo di quelli che si immagina più facilmente”. Un modo per far capire a Letta che, mettendosi contro di lei, il rischio sarebbe di spaccare il partito nella prima Regione italiana. Per ora sembra che l’intenzione dem sia di non ascoltare il richiamo. È in ballo Carlo Cottarelli, anche se lui dice che non se ne fa niente senza Renzi e Calenda. Il centrodestra, invece, muove compatto sulla ricandidatura del leghista Attilio Fontana. Vedremo sul Fatto di domani che una parte centrista del Pd resta tentata dal richiamo di Moratti, però. Più a sud, problemi simili si ritrovano nel Lazio, dove le correnti Pd si affrontano sui nomi di Enrico Gasbarra e dell’ex assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, ma dove molto determinante è il rapporto con il M5S, alleato in giunta.
MELONI ALLA COP27: L’INTESA CON AL SISI E IL NULLA SUL CLIMA. Nel discorso di apertura dei lavori della Conferenza sul clima di Sharm el-Sheikh, il segretario generale dell’Onu Guterres ha chiesto ai governi mondiali di tassare gli extraprofitti delle compagnie dei combustibili fossili, per reindirizzare i fondi a Stati e strati sociali più bisognosi nella crisi energetica e climatica. Alla Cop27, disertata dagli attivisti del clima e da quelli dei diritti umani (molto presenti al vertice di Glasgow dell’anno scorso) perché lo considerano puro green washing per il regime di Al Sisi, è andata invece la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni. La premier, accompagnata dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, ha avuto incontri bilaterali con il premier britannico Rishi Sunak, con il presidente di Israele Herzog e anche con il padrone di casa Abdel Fattah al Sisi. Un faccia a faccia di un’ora in cui, stando alla nota di Palazzo Chigi, è stato affrontato anche il tema dei diritti umani e i casi Patrick Zaki e Giulio Regeni. Ma la versione egiziana è diversa: il portavoce della presidenza del Cairo riferisce che con Meloni si è parlato di rafforzare la cooperazione e “aprire orizzonti costruttivi tra i due Paesi e popoli amici”. A fare ombra a questi accenni diplomatici c’è la lista di affari tra Roma e il Cairo, di cui abbiamo raccontato l’ultimo in ordine di tempo sul Fatto economico di oggi. Sul Fatto di domani, oltre alla cronaca dei lavori del summit, leggerete un commento sulle sfide climatiche firmato da Edward Mukiibi, nuovo presidente di Slow Food succeduto a Carlin Petrini. Intanto, Greta Thunberg, anche lei assente dalla Cop27, ha annunciato che è pronta a lasciare il testimone del movimento Fridays For Future alle nuove leve, a quattro anni dal primo sciopero del clima.
REDDITO DI CITTADINANZA: DURIGON PRIMA LO FA, POI LO DISFA. C’è il Durigon di prima e quello di oggi: era sottosegretario al Lavoro quando l’allora governo varò il Reddito di cittadinanza; oggi è di nuovo sottosegretario al Lavoro, ma lo vuole picconare a morte. La proposta Durigon “prevede, dopo i primi 18 mesi di Reddito, che si possa andare avanti al massimo per altri due anni e mezzo, ma con un décalage”. In sostanza, dopo il primo periodo, se la persona non ha trovato un lavoro, viene sospesa dal sussidio e inserita per sei mesi in un percorso di politiche attive del lavoro. Se dopo 6 mesi la persona è ancora senza lavoro, potrebbe ottenere di nuovo il Rdc, “ma con un importo tagliato del 25% e una durata ridotta a 12 mesi”. Un sistema di difficile applicazione, anche perché non si capisce di cosa dovrebbe vivere la persona mentre segue il corso semestrale. Sul Fatto di domani un approfondimento sul tema, tanto caro alla destra, che nei fatti scarica i bisognosi.
10 ANNI DI LEGGE SEVERINO: TUTT(I) QUELL(I) CHE CI HA EVITATO. PARLA BUSIA (ANTICORRUZIONE). Il 6 novembre 2012 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firmava la legge per il contrasto alla corruzione della pubblica amministrazione, che ha preso il nome della ministra della Giustizia dell’allora governo Monti, Paola Severino. L’effetto più noto della norma è stata la decadenza dei politici condannati. Tutti ricordano l’espulsione di Silvio Berlusconi dal Senato nel 2013, dopo la condanna per frode fiscale. Oggi il Caimano è tornato sui banchi di Palazzo Madama, dopo aver scontato la pena, e ciclicamente alcune forze politiche propongono di abrogare o alleggerire la Severino. L’ultimo attacco è stato il referendum sulla giustizia promosso dalla Lega e dai Radicali, fallito. Sul Fatto di domani faremo una rassegna di tutto quello che la Severino ci ha evitato, con un’intervista al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia.
MIGRANTI CATANIA, GLI AVVOCATI DELLA HUMANITY 1 FANNO RICORSO. La ong Sos Humanity ha annunciato due azioni legali contro le decisioni del governo in merito allo sbarco a Catania della nave Humanity 1. La prima è un ricorso al Tar del Lazio, la seconda è un ricorso d’urgenza al tribunale di Catania per chiedere il rispetto del diritto dei 35 migranti lasciati sulla nave di sbarcare sul territorio italiano. Anche la nave Geo Barents di Medici senza frontiere è ormeggiata al porto di Catania, con oltre 200 migranti rimasti a bordo dopo i controlli. Tre di loro si sono buttati in mare. Secondo il deputato di Europa Verde Angelo Bonelli, sul posto, il ministero avrebbe comunicato per mail una sanzione di 50 mila euro alla Humanity 1 se non lascerà Catania, Geo Barents non conferma. Giuseppe Conte si scaglia contro le mosse dell’esecutivo, accusandolo di fare propaganda senza risolvere il problema: “Il diritto di ogni Stato sovrano a controllare i propri confini non giustifica la violazione delle molteplici norme di diritto internazionale che tutelano la dignità di ogni essere umano”. Sul Fatto di domani tutti gli aggiornamenti sul caso.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE
Ucraina, Kherson senza luce e acqua. La più grande città ucraina occupata dai russi è isolata, riferiscono le autorità filo russe. Secondo Kiev l’esercito russo sarebbe a corto di missili. Da parte sua il Cremlino getta la responsabilità dello stallo negoziale sugli ucraini.
Gkn, la protesta ferma lo svuotamento. Dopo l’ennesimo rinvio della presentazione del piano industriale per il sito di Campi Bisenzio, con la cassa integrazione ancora in sospeso, il proprietario QF aveva annunciato l’inizio dello smantellamento della fabbrica. Ma il progetto stamattina è stato bloccato da centinaia di persone in presidio davanti ai cancelli della fabbrica.
Woody racconta Allen. L’anteprima della raccolta di interviste del regista newyorkese a Stig Björkman, in libreria in questi giorni.
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