LA POLITICA in primo piano sul Fatto di domani, con lo scontro tra governo e Italia Viva. Oltre alla nostra intervista al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ricostruiremo nel dettaglio l’incontro di ieri notte e le prossime mosse di Giuseppe Conte. Riflettore anche sulla pretestuosa polemica di Italia Viva contro un giornalista (e contro il nostro giornale). Polemica che ha visto impegnata la stessa ministra Bellanova proprio mentre partecipava al vertice notturno.
L’ECONOMIA si occuperà degli effetti collaterali del blocco dei lavori del governo per via dei ricatti di Renzi: sono i ristori a dover attendere. A seguire l’intervento della nostra firma, Tomaso Montanari, sulla sinistra italiana e il caso Trump.
NELLE PAGINE COVID, oltre alla consueta analisi dei dati di giornata (19.978 nuovi casi, 483 morti) per il nostro paese e per gli Stati vicini, andremo a vedere la situazione della vaccinazione in Europa e i numeri dell’‘Italia che si sta comportando molto bene. Infine l’intervista al direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, che si è vaccinato oggi, dopo aver dato la precedenza a tutto il personale del suo ospedale.
IL FOCUS sarà dedicato agli sviluppi di due differenti inchieste legate al mondo renziano: il caso Consip e la Fondazione Open.
NELLA CRONACA il faccia a faccia tra Antonio Ingroia e Marco Lillo su chi possiede la famosa agenda rossa di Borsellino. Poi tornando sulla sentenza che grida vendetta per la strage di Viareggio, troverete una storia ragionata della giustizia mancata in Italia.
NEGLI ESTERI ancora la situazione tesa negli Usa e in particolare la questione social, dopo che Twitter ha sospeso l’account di Trump. E non solo, anche la piattaforma che aveva scelto il presidente (e i sui seguaci) ha bloccato il suo accesso. Questione che ha acceso il dibattito: è giusto o meno ammutolire un presidente o sarebbe stato meglio fermare i messaggi “pericolosi”? Approfondimento di cui potete leggere un’anticipazione. Nel comparto l’intervista al professor Anton Shekhovtsov, esperto di estrema destra.
NELLA SEZIONE RADAR la nostra firma, Daniele Luttazzi, e una nostra inchiesta sugli ascolti televisivi (dei canali digitali) durante il periodo della pandemia.
IL SECONDO TEMPO, infine, con l’intervista a Lino Patruno dei Gufi e l’intervento di Francesco Sylos Labini sul Museo della Fisica di Roma.
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Quella di Twitter è una scelta politica: serve un Garante
di Salvatore Cannavò
La decisione di Twitter di sospendere l’account di Donald Trump crea un brutto precedente . Insieme a Facebook la società fondata da Jack Dorsey controlla infatti gran parte della comunicazione con un’influenza evidente nel dibattito pubblico. La decisione più che una rigida applicazione di regole interne appare invece molto politica. Non a caso si accompagna all’annuncio da parte di Google di bandire la piattaforma Parler, regno della destra alternativa americana, e scelta analoga si appresta a compiere Apple.
Le motivazioni “politiche” si possono scorgere nello stesso comunicato della società di San Francisco che ha preso la sua decisione dopo aver ricostruito la sequenza di tweets del presidente statunitense da leggere “nel contesto di eventi più ampi nel paese e nel modo in cui le dichiarazioni del presidente possono essere mobilitate da diversi pubblici, anche per incitare alla violenza, nonché nel contesto del modello di comportamento di questo racconto nelle ultime settimane”.
Twitter fa riferimento al clima che si starebbe creando per l’inaugurazione della presidenza Biden, alla decisione di Trump di non presenziare e a prove di “piani per future proteste armate” già il 17 gennaio. Tutto questo lascia intendere che “la transizione non sarà ordinata” e che dunque la sospensione ha una funzione preventiva. Sulla base di una autonoma valutazione da parte di una società privata, si prende una decisione che pone il social network su un piano più forte dell’autorità politica più forte al mondo, come nemmeno le Nazioni Unite.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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