Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, un’analisi del Financial Times spiega le ribellioni nelle banlieue a partire dai numeri sulle disparità nella distribuzione della ricchezza.
Buona lettura
FT: le rivolte francesi spiegate con i dati sulla disuguaglianza
di John Burn-Murdoch
Due Paesi allo specchio. Il primo è orgogliosamente cristiano, ha permesso la segregazione razziale nella memoria collettiva e i suoi media parlano di razzismo più spesso che in qualsiasi altra parte del mondo sviluppato. Il secondo è rigorosamente laico e vieta per legge la raccolta di dati sulla razza dei cittadini perché i suoi leader politici si sono impegnati per evitare di usare l’etnia per differenziare o dividere. Quale dei due modelli offre migliori prospettive a chi proviene da contesti razziali e religiosi minoritari? La statistica dà una risposta sorprendete a questa domanda. Negli Stati Uniti nel 2021 la disoccupazione era del 5,5% per i nati negli Usa e del 5,6% per i nati all’estero. I tassi di occupazione dei bianchi e dei neri sono alla pari. In Francia, il tasso di disoccupazione è del 7% per i nati nel Paese e del 12% per gli immigrati, e sale al 17% per chi è arrivato negli ultimi dieci anni. Altrettanto negativo il confronto con la Gran Bretagna, che ha dati demografici e una storia coloniale più in linea con quella francese.
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