Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre agli articoli del nostro inserto, questa settimana dal Financial Times pubblichiamo un’analisi dei flussi di importazioni di combustibili fossili dalla Russia verso l’Europa, da cui emerge come, nonostante le sanzioni, dall’inizio della guerra in Ucraina l’Ue abbia versato oltre 100 miliardi di euro a Mosca per gas petrolio. In ambito cripto, invece, con Virginia Della Sala ci parla dell’attacco hacker subito da Binance, una delle piattaforme più grandi al mondo. Dall’inizio dell’anno i pirati hanno messo a segno colpi per 2 mila miliardi.
Buona lettura
FT: dall’invasione dell’Ucraina l’Ue ha pagato alla Russia oltre 100 miliardi per l’energia
di Chris Campbell
Secondo le stime del Centro di ricerca sull’energia e l’aria pulita Crea, istituto indipendente con sede a Helsinki, dal giorno dell’invasione dell’Ucraina i Paesi dell’Unione europea hanno importato dalla Russia carbone, petrolio e gas per un valore di oltre 100 miliardi di euro. Questo nel quadro di un aumento del consumo complessivo di combustibili fossili registrato nel 2022.
La prima causa di questo risultato è il fatto che l’Europa ha continuato a pagare alla Russia per il gas le stesse somme che pagava prima metà del 2021 pur importando solo una frazione delle forniture dell’anno passato, per effetto dell’impennata dei prezzi. A ciò si aggiunge il dato fornito da Eurostat per cui il calo del consumo di gas naturale dell’11% nel primo semestre dell’anno è stato controbilanciato da un aumento dell’uso di prodotti petroliferi dell’8%, del carbone fossile del 7% e della lignite del 12%. Così, nel bilancio complessivo stilato da Crea, le emissioni di anidride carbonica dell’Ue sono aumentate di circa il 2% nella prima metà del 2022.
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