Prosegue l’appuntamento con la newsletter il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un’inchiesta del Financial Times che ricostruisce com’è nata e quali sono gli obiettivi della strategia delle sanzioni: il piano nasce ancora una volta negli Usa e applica un approccio inedito all’economia di mercato, ossia l’idea di usare il potere finanziario e le risorse monetaria come un’arma politica contro i Paesi ritenuti ostili.
Buona lettura.
FT: fare la guerra con la finanza, dove nasce la strategia Usa delle sanzioni contro la Russia
di Valentina Pop, Sam Fleming e James Politi
Il 27 febbraio, al terzo giorno di guerra in Ucraina, a Bruxelles, al 13° piano della sede della Commissione europea, Ursula von der Leyen aveva un problema. La presidente della Commissione ha passato la giornata al telefono nel suo ufficio per cercare di convincere i governi occidentali a varare la più vasta e pesante serie di sanzioni finanziarie ed economiche mai applicate a un Paese ostile. L’accordo era vicino ma, a Washington, la segretaria del Tesoro Janet Yellen vedeva e rivedeva i dettagli della misura più drammatica e sensibile di tutte, per il mercato: sanzionare la stessa banca centrale russa. Gli Stati Uniti sono stati la forza trainante delle sanzioni contro la Russia, ma Yellen voleva esaminare tutti i risvolti e gli europei, preoccupati di una fuga di notizie, erano ansiosi di gettare il cuore oltre l’ostacolo il più velocemente possibile. (…)
L’intenzione dichiarata delle sanzioni è danneggiare significativamente l’economia russa. Oppure, come ha detto un alto funzionario Usa, spingere la valuta nazionale russa “in caduta libera”. È un tipo di guerra nuovo, significa trasformare il dollaro americano e le altre valute occidentali in un arma per punire gli avversari dell’occidente. Questo approccio al conflitto è nato circa vent’anni fa. La guerra finanziaria ha riempito il vuoto bellico causato dal fatto che gli elettori americani si sono stancati dei continui interventi militari e delle “guerre infinite” che gli Usa hanno portato avanti per decenni. In assenza di un’ovvia opzione militare o diplomatica, la politica di sicurezza Usa si è così rivolta alle sanzioni, specialmente a quelle finanziarie.
(Continua a leggere)
|