Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre agli articoli del nostro inserto, ecco in esclusiva un’inchiesta del Financial Times sulle aziende che affiancheranno i quattro big mondiali dei vaccini, cercando di sottrarre quote di mercato: nuovi sistemi di somministrazione e prezzi più bassi. Poi le novità dal mondo delle criptovalute: Nicola Borzi ci parla della scelta del Paese americano El Salvador di adottare il Bitcoin come moneta. Operazione che può presentare vantaggi, ma anche tanti rischi.
Buona lettura
FT. Mix di dosi, prezzi e tecnologie: vaccini, nuova generazione di produttori in arrivo
di Hannah Kuchler, Donato Paolo Mancini e Nikou Asgari
C’è una nuova ondata di produttori di vaccini anti Covid che prova a contendere lo scettro alle aziende attualmente dominanti, i cui nomi sono diventati familiari a tutti gli abitanti del mondo. La concorrenza rischia di essere particolarmente accanita, considerata le proporzioni inedite raggiunte del mercato delle dosi.
Pfizer-BioNTech e Moderna, aziende leader nella tecnologia del vaccino a mRNA, hanno già incassato miliardi di dollari con il loro prodotti, e ora stanno investendo i ricavi per aumentare la loro capacità produttiva, firmare nuovi contratti e consolidare la posizione. Dal canto loro, Oxford-AstraZeneca e Johnson & Johnson scommettono sul vantaggio di avere vaccini più economici e facili da trasportare, mentre in diversi mercati non occidentali dominano i vaccini cinesi e russi.
Tuttavia, la richiesta globale di vaccini contro il coronavirus è così grande da consentire anche ad altri player di entrare sul mercato nella prossima fase della pandemia. Tra questi ci sono grandi case farmaceutiche come Sanofi e GSK, che sperano così di scrollarsi di dosso l’etichetta di ritardatari, accanto a start-up come Novavax, CureVac e Valneva, che contano di riuscire a rispondere a una domanda di vaccini ancora insoddisfatta.
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