Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana il nostro inserto si occupa di siccità, ma sopratutto del supercommissario nominato dal governo. Nicola Dall’acqua avrebbe dovuto risolvere di gran carriera la crisi idrica in Italia: invece, dopo un anno, ci sono un paio di relazioni e poco altro. Intanto, è a sud che la scarsità dell’acqua giù si sente, con molti comuni siculi giunti al razionamento.
Voltiamo pagina per parlare dell’industria della moda, dopo il commissariamento di una società della galassia Armani. Secondo i giudici, il marchio italiano delegava la produzione in opifici senza alcun riguardo per la dignità dei lavoratori: paghe da fame, senza orari né contratti da far valere.
Poi approfondiremo il tema delle Autostrade, con il vicepremier Matteo Salvini che pare deciso a invertire la rotta e forse con una buona idea: pedaggi allo Stato e gestione ai privati, ma con tratte piccole, rendimenti contenuti e tariffa unica. L’unica sicurezza è che il modello attuale è stato un disastro, con poca manutenzione e gli automobilisti spremuti al casello.
Per la rubrica sulle criptovalute, infine, Nicola Borzi racconta una serie di inchieste internazionali che hanno svelato l’uso sempre più massiccio di Tether e altri token da parte di attori come la Russia di Putin o Hamas per aggirare le sanzioni e trovare canali sicuri di finanziamento.
Buona lettura.
Russia-Ucraina e Israele-Iran: il filo rosso delle cripto che lega le guerre (e in mezzo c’è anche un italiano)
di Nicola Borzi
Il Medio Oriente rischia di cadere in una guerra regionale che vede contrapposti Israele e Iran. Nel frattempo la Russia di Vladimir Putin continua a conquistare posizioni nella guerra di invasione che da oltre due anni sta conducendo contro l’Ucraina. E, dietro le quinte, la Cina manovra per stringere legami sempre più forti con i regimi di Mosca e di Teheran, che da parte sua finanzia il terrorismo di Hezbollah in Libano e di Hamas nella striscia di Gaza. C’è un legame che unisce tutte queste operazioni, e sono le criptovalute. Numerose indagini infatti hanno stabilito che proprio le cripto sono il canale finanziario parallelo attraverso il quale questi Paesi sostengono economicamente gli sforzi bellici e pagano le organizzazioni del terrore. Al centro della rete c’è, molto spesso, una stablecoin paradossalmente legata al dollaro Usa, potenza nemica di tutti questi Stati: si tratta di Tether.
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