Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, negli articoli del nostro inserto, parliamo di Matteo Renzi e di quei disastrosi 4 anni in cui fu premier e segretario del Pd e in cui provò, fallendo, a “prendersi” il sistema bancario. Nella rubrica dedicata alle cripto, Virginia Della Sala racconta un report esclusivo dell’Onu, rivelato dal Financial Times, sulle attività criminali che utilizzano la stablecoin Tether, già sanzionata dalle autorità Usa per mancanza di trasparenza.
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Tether, la moneta preferita dalle mafie del sud-est asiatico
di Virginia Della Sala
Nella settimana in cui l’approvazione da parte della Sec sugli Etf di bitcoin sembrava destinata a cambiare le sorti del mercato (vedremo che accadrà, nel frattempo non si segnalano grossi scossoni in borsa per le società che operano nel campo), si torna a parlare di Tether, la stablecoin più utilizzata al mondo che negli ultimi tempi ha generato enormi scossoni nel mondo cripto, a partire dal fatto che nel 2021, è stata accusata dall’autorità di regolamentazione statunitense, la Commodity Futures Trading Commission, di aver rilasciato dichiarazioni fuorvianti sul fatto di avere abbastanza dollari per sostenere la sua stablecoin e ha pagato una multa di 41 milioni di dollari senza ammettere alcuna responsabilità. A “denunciare” stavolta è un report dell’Onu, raccontato da Financial Times, secondo cui sarebbe stato uno dei principali metodi di pagamento per riciclatori di denaro e truffatori che operano nel sud-est asiatico.
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