Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana nel nostro inserto Marco Palombi illustra i risultati, assai poco soddisfacenti, della Strategia nazionale per le aree interne, progetto nato nel 2013 su impulso dell’allora ministro Fabrizio Barca che avrebbe dovuto rilanciare, ripopolare e avviare a nuovo sviluppo oltre 4mila Comuni a rischio spopolamento. Beh, dopo oltre 10 anni un quinto degli interventi non è stato ancora avviato, in 9 delle 72 zone coinvolte non è stato speso un euro, dei 480 milioni a disposizione finora ne sono stati impegnati 266 e spesi solo 185.
Risultato: quello delle “aree interne” è un pezzo d’Italia che si va sempre più spopolando. Il declino demografico è 3 volte più veloce che nelle città: in 20 anni da quelle zone sono andati via 160mila laureati. Tragica la situazione al Sud: dai territori marginali del Meridione parte circa la metà dell’immigrazione interna.
Sul fronte dell’ecologia, intanto, le cose non vanno meglio: le fonti rinnovabili si stanno aggiungendo a quelle fossili invece di sostituirle. Due i rimedi, racconta Giuliano Garavini: smantellare il mercato elettrico liberalizzato – il sistema deve tornare a essere un servizio pubblico, basato sui bisogni e indipendente dal profitto – e tagliare decisamente i consumi.
Infine, Nicola Borzi ci racconta le ultime novità in tema di “migrazione fiscale“: il Financial Times rilancia i timori di una futura grande fuga dei milionari dai paesi di origine per evitare di pagare le tasse, ma secondo studi americani chi fa fortuna in un luogo difficilmente si sposta altrove.
Buona lettura
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