Prosegue l’appuntamento con la newsletter il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un articolo di Martin Wolf sul Financial Times che traccia un parallelo tra la situazione economica attuale segnata da forte inflazione, caro energia e rallentamento della crescita e la crisi petrolifera degli anni 70, mettendo in luce gli errori del passato che potremmo commettere di nuovo. Per la nostra rubrica sulle monete virtuali, Nicola Borzi si occupa del crollo del prezzo del Bitcoin e ci spiega i problemi, non solo economici ma anche di sicurezza, che ciò comporta.
Buona lettura.
FT: Inflazione e caro energia, la crisi di oggi assomiglia agli anni 70 e potremmo fare gli stessi errori
di Martin Wolf
Inflazione inaspettatamente alta, guerre tra Paesi produttori di materie prime, calo dei salari reali, rallentamento della crescita economica, timori di un inasprimento della politica monetaria e turbolenze nei mercati azionari. È lo scenario dell’economia mondiale di oggi, ma era anche quello dell’economia della fine degli anni ’70. All’epoca quella congiuntura fu chiusa (all’inizio degli anni ’80) con una brutale stretta monetaria negli Stati Uniti, una forte riduzione dell’inflazione e un’ondata di crisi del debito nei Paesi in via di sviluppo, soprattutto in quelli dell’America latina. Si determinarono anche grandi cambiamenti nella politica economica: si mandò in soffitta il keynesismo e si cominciò a liberalizzare i mercati del lavoro, a privatizzare le aziende di Stato e ad aprire le economie al commercio internazionale.
Quanto è attinente il parallelismo tra la situazione economica odierna e quella gli anni ’70? Quali sono le differenze e cosa possiamo imparare dagli errori commessi in passato? Queste domande sono state affrontate dal rapporto Global Economic Prospects della Banca Mondiale, che mette in chiaro sia i parallelismi che le differenze tra i due periodi. Non da ultimo, si parla anche degli errori da evitare. In sintesi: non essere troppo ottimisti, non prendere alla leggera l’alta inflazione e non lasciare le persone e le economie vulnerabili senza un paracadute contro la crisi e le sue dolorose conseguenze.
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