Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre agli articoli del nostro inserto, questa settimana traduciamo un’analisi del Financial Times sul ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, dove si spiega perché il governo amerciano dovrà aggiornare presto la sua politica di investimenti militari. Nella rubrica cripto della settimana, invece, Nicola Borzi parte dal braccio di ferro in corso a Washington tra fondi di investimento e autorità di controllo sull’approvazione degli Eft sui bitcoin per passare al vaglio le ipotesi sulle prossime evoluzioni della moneta digitale.
Buona lettura.
FT: Dopo il ritiro dall’Afghanistan, gli Usa devono ripensare la spesa militare
di John Dizard
Il caotico ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan e i successivi eventi a Kabul spingono a riflettere sulle connessioni tra la politica di difesa degli Stati Uniti e il loro futuro andamento economico.
Per anni, il dibattito pubblico statunitense ha ruotato intorno a due idee contrapposte: aumentare l’imposizione fiscale e i prestiti per andare verso una redistribuzione del reddito e una maggiore equità sociale, oppure tagliare tasse e indebitamento per preservare i rendimenti dei capitali privati e dei valori immobiliari. Su un punto entrambi i partiti politici si sono trovati d’accordo: nessuno, o quasi, vuole sentir parlare di un’altra guerra.
Eppure, in guerra, gli Stati Uniti c’erano già e ci sono ancora. Per citare solo l’ultimo esempio: di recente le forze speciali Usa si sono “inserite” nella provincia del Nord Kivu della Repubblica Democratica del Congo per aiutare l’esercito congolese a combattere sul campo una milizia affiliata all’Isis. A giustificare questa scelta ci sono senz’altro motivi umanitari, ma il fatto è che, oltre a essere una zona ad alto rischio di Ebola, il Nord Kivu è uno dei territori più ricchi di metalli rari necessari alla fabbricazione di batterie e aerei avanzati.
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