Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre agli articoli del nostro inserto, ecco in esclusiva un’inchiesta del Financial Times sul declino del patron del Real Madrid, Florentino Perez: dopo il flop della SuperLega anche l’operazione Autostrade procede in salita. Poi le novità dal mondo delle criptovalute: Nicola Borzi ci racconta gli attacchi hacker subiti dagli investitori che fanno sorgere dubbi sulla sicurezza dei bitcoin & C. Poi il perchè del crollo delle monete elettroniche avvenuto in questi giorni.
Buona lettura
Exchange, attacchi hacker e annunci di nuove tasse: dilaga il panico nel mondo delle criptovalute
di Nicola Borzi
Nel mondo delle criptovalute succedono cose turche. A Instabul è scoppiata una maxifrode da due miliardi di dollari ai danni di quasi 400mila investitori in asset digitali, con successive retate e cacce all’uomo. Quello della sicurezza è un problema ricorrente a più livelli nel mondo dei token. Ma non mancano questioni regolamentari e fiscali che nelle ultime ore hanno mandato ulteriormente a picco il prezzo del bitcoin e di altre criptovalute.
L’ultimo esempio di cripto-stangata arriva dalla Turchia e colpisce sempre uno degli snodi più deboli della catena, il mondo degli exchange, le piattaforme di scambio dei criptoasset. Da domenica 18 aprile la piattaforma Thodex, fondata nel 2017 a Istanbul, non è utilizzabile ai suoi 391mila utenti, che sono rimasti tagliati fuori da fondi investiti per un controvalore stimato in 2 miliardi di dollari. Dal 19 aprile il fondatore e amministratore delegato di Thodex, il 28enne Faruk Fatih Özer, è in fuga. La sua ultima immagine lo mostra in partenza dall’aeroporto di Istanbul verso Tirana in Albania, da dove però si crede sia immediatamente ripartito in direzione della Thailandia. Così, dopo l’attacco al mondo delle criptovalute usato per far defluire capitali dal Paese alle prese con una devastante crisi valutaria, il governo di Ankara ha emesso un mandato di cattura internazionale contro Özer e altre 77 persone, 62 delle quali sono già state arrestate. In Turchia gli exchange di criptovalute negli ultimi anni sono stati utilizzati da centinaia di migliaia di cittadini che hanno acquistato criptoasset per tentare di sottrarre i loro risparmi dall’inflazione al 16% e dalla svalutazione della lira, che in poco più di due anni si è deprezzata di oltre il 35% rispetto al dollaro. Non a caso il Paese anatolico è quello con il maggior volume di scambi del Medio Oriente, ben 27 miliardi di dollari nel solo bimestre febbraio-marzo. Per fermare il canale di deflusso di capitali, dal 16 aprile la Banca centrale di Ankara ha vietato l’uso di criptovalute come controvalore per acquistare beni o servizi, anche se è ancora legale possederle.
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