Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, il Financial Times ripercorre la storia degli investimenti della compagnia petrolifera Bp in Russia e dei rapporti economici e finanziari stretti con gli oligarchi e con lo stesso Putin. Nicola Borzi ci racconta la guerra tra le Banche centrali delle grandi potenze per la creazione di una propria moneta virtuale. Un processo che la crisi ucraina sta accelerando e non privo di rischi.
Buona lettura.
FT. Petrolio, oligarchi, profitti: la storia di Bp in Russia e quando Putin era un “riformatore”
di Tom Wilson
Nell’aprile 1990, cinque mesi dopo la caduta del muro di Berlino, John Browne stava seduto in macchina fuori dal ministero del petrolio e del gas a Mosca, mangiando un hamburger di McDonald’s. L’Unione Sovietica era in corso di disfacimento. Browne era un alto dirigente di Bp, la compagnia petrolifera britannica che successivamente avrebbe diretto per 12 anni, ed era in città per discutere di opportunità di investimento al di là la cortina di ferro, con chiunque fosse disposto ad ascoltarlo.
Mentre i finestrini si appannavano per la condensa, Browne commentava con il suo team una conversazione avuta in giornata. Le risorse naturali della Russia, che includono alcune delle più grandi riserve mondiali di petrolio e gas, rimanevano ancora di proprietà esclusiva dello Stato, ma il sistema scricchiolava. Vagit Alekperov, vice ministro a Mosca, aveva confidato al manager britannico che intendeva creare una compagnia petrolifera e gli aveva chiesto se Bp voleva far parte dell’affare.
Bp non ha mai investito nella compagnia di Alekperov. che venne creata 18 mesi dopo quella conversazione fondendo tre aziende di Stato e ora è conosciuta come Lukoil, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo. Ma quell’incontro ha segnato l’inizio di un rapporto durato 32 anni tra la Bp e la Russia, che ha aperto la strada a molte compagnie petrolifere occidentali, banche d’investimento e fornitori di servizi.
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