Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, nel nostro inserto, Virginia Della Sala racconta il lato poco green di Big Tech e l’ascesa dei consensi per il ritorno al nucleare. Del resto, l’Intelligenza artificiale consuma 10 volte l’energia elettrica dei consueti motori di ricerca come Google. Ma i colossi preferiscono puntare sull’atomo piuttosto che sulle rinnovabili. Intanto, in Europa, il nucleare è riconosciuto tra le fonti di energia green e a febbraio è nata una Alleanza europea proprio per lo sviluppo degli Small modular reactor (Smr), lanciata dalla Commissione Ue con l’obiettivo di accelerare la realizzazione dei reattori nucleari di piccole dimensioni.
Marco Palombi approfondisce il ruolo dei data center, l’infrastruttura materiale che sorregge l’Ia e i sistemi informatici. La loro manutenzione costa il 35% della spesa pubblica per le tecnologie Ict: la concorrenza farebbe scendere i prezzi, invece pochi produttori internazionali strozzano il mercato rifiutandosi di concedere ad aziende terze gli aggiornamenti dei software. Mentre arranca il Cloud nazionale, opera strategica del Pnrr ma in ritardo sul ruolino di marcia.
Alessandro Aresu – analista ed ex consigliere di palazzo Chigi – nell’intervista con Carlo Di Foggia coglie il lato geopolitico dell’Intelligenza artificiale, inteso come strumento di potere tra gli Stati. Nella corsa tecnologica, il ritardo dell’Europa appare incolmabile mentre Cina e Usa dominano l’innovazione con le “loro” multinazionali.
Torniamo al dibattito economico italiano, incentrato sulla Manovra. Malgrado il governo ce la metta tutto per celare il tradimento delle promesse elettorali, i numeri non mentono: tagli feroci per ridurre la spesa e rispettare i parametri del nuovo Patto di stabilità. Ma così si stronca la crescita.
Con Leonardo Bison vi raccontiamo il mondo del cinema in subbuglio per il nuovo Tax credit. Ora il ministero della Cultura vuole incassare parte dei ricavi dei film finanziati, e le produzioni sono in allarme.
Infine, per la rubrica sulle criptovalute, approfondiamo lo scoop del Wall street journal: il governo federale americano avrebbe aperto un’inchiesta sul colosso Tether per violazioni delle regole sull’antiriciclaggio.
Buona lettura
Tether sotto inchiesta federale negli Usa: sospette violazioni delle regole sull’antiriciclaggio
di Marco Franchi
Dopo mesi e mesi di indiscrezioni, è arrivata infine la conferma: il governo federale degli Stati Uniti sta indagando sulla società di criptovaluta Tether per possibili violazioni delle sanzioni e delle regole antiriciclaggio. La notizia è stata lanciata giovedì scorso dal Wall Street Journal, secondo il quale l’indagine penale, gestita dai pubblici ministeri presso l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti di Manhattan, sta esaminando se la criptovaluta sia stata utilizzata da terzi per finanziare attività illegali come il traffico di droga, il terrorismo e l’hacking o per riciclare i proventi generati da queste attività illecite.
(Continua)
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