Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana nel nostro inserto ci occupiamo dello sfruttamento dei lavoratori nei Paesi in via di sviluppo, dove le paghe e i diritti sono quasi azzerati nel nome del profitto delle multinazionali. Accendiamo un faro sul Pakistan, tra i primi 7 maggiori produttori mondiali di cotone. Ma anche al 18esimo posto nell’Indice globale della schiavitù, con 2,3 milioni di lavoratori sfruttati. Però i marchi d’abbigliamento del Vecchio Continente hanno mani libere: l’Ue non pone obblighi per certificare che i loro capi siano prodotti senza lo sfruttamento di bambini e lavoratori. Così, anche i consumatori restano all’oscuro. Daremo voce a Iqra, giovane pakistana di 12 anni costretta a lavorare: “Io non ho scelta, serve alla famiglia”.
Torniamo in Europa per raccontarvi le manovre dietro le quinte del ministro degli Esteri Antonio Tajani. In patria è l’erede di Berlusconi al vertice di Forza Italia, in Europa ha una lunga esperienza e ora sogna l’ascesa alla presidenza della Commissione Ue. I popolari, del resto, non sono affatto convinti di concedere il bis ad Ursula von der Leyen.
Riprendiamo il filo del lavoro per declinarlo in Italia, un Paese in fondo alla classifica Ocse sulla crescita dei salari. La Cgil ha promosso un referendum sull’abolizione del Jobs act di renziana memoria, la riforma del lavoro introdotta nel 2015 che abolì l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (sul divieto di licenziamento senza giusta causa). La speranza è che la chiamata alle urne possa rafforzare i lavoratori nei negoziati con i datori di lavoro su salari e diritti.
Infine vi racconteremo una storia di “ordinaria follia” burocratica. Al ministero dell’Agricoltura del cognato d’Italia, Francesco Lollobrigida, è bastata l’assenza di un manager per bloccare tutte le certificazioni dei prodotti biologici.
Buona lettura.
Da Dubai al processo: chiesto il giudizio immediato per un influencer veronese delle criptovalute
di Virginia Della Sala
La sua ultima foto per i 31mila follower su Instagram è del 21 dicembre 2023: a Dubai, hotel lussuoso, piscina a sfioro alle spalle, outfit minimal ma apparentemente costoso, cuffie nelle orecchie. Nulla di diverso dal resto del feed: tenore di vita apparentemente altissimo, animali tropicali, spiagge da urlo e feste in piscina ma anche uffici e business stand up davanti alle lavagnette, con giacca e camicia.
(Continua a leggere)
|