Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Oltre agli articoli del nostro inserto, questa settimana dal Financial Times pubblichiamo un’inchiesta sulle scelte economiche della nuova premier britannica Liz Truss, che oltre a inimicarsi una parte della popolazione ha irritato anche i mercati. Tanto che il governo ha dovuto ritirare il progetto di taglio delle tasse ai più ricchi. In ambito cripto, invece, con Virginia Della Sala ricostruiamo la grande crisi del Bitcoin, un tonfo di valore che sta trascinando nella polvere imprese e lavoratori.
Buona lettura
FT: la settimana nera di Liz Truss, in rotta di collisione con i mercati
di George Parker
Lunedì 26 settembre sui mercati britannici scoppia una tempesta. La sterlina è in forte ribasso, i tassi di interesse aumentano. La neo eletta premier Liz Truss, però, decide di seguire il suo primo istinto: non fare niente. “C’era il caos, ma al Numero 10 di Downing street l’umore era stranamente calmo. Si facevano riunioni su argomenti che non avevano nulla a che fare con la crisi”, ha raccontato al FT una fonte nel partito conservatore.
Era successo che gli investitori avevano bocciato il piano di una radicale riduzione delle tasse presentato dal governo tre giorni prima. Nella City di Londra molti investitori navigati si chiedevano come avrebbe fatto il governo a finanziare 45 miliardi di sterline di tagli fiscali, e alcuni iniziavano a sentire la puzza di un crollo finanziario. Luke Hickmore, gestore del reddito fisso presso Abrdn che investe in titoli di Stato britannici da 21 anni, ricorda con stupore che in quei giorni ci sono stati dei momenti della giornata in cui i gilt a lunga scadenza (titoli equivalenti ai bot italiani, ndt) non avevano acquirenti: “Non ho mai visto niente del genere. Anche durante la crisi finanziaria del 2008 c’è sempre stato un mercato per i gilt”.
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