Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un’indagine del Financial Times sul metaverso e sul modo in cui aziende e investitori stanno provando a trasformarlo in un mercato redditizio per gli investimenti immobiliari, dove le agenzie comprano e rivendono beni virtuali, non più fisici. Poi a Milano, dove l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate è sotto sfratto: vedremo perché e quali sono i problemi. Dal mondo delle critpovalute, Virginia Della Sala ci parla dei non fungible token, uno sfizio per i ricchi che ha fatto crollare il mito della democrazia della Rete.
Buona lettura.
Financial Times: Nft invece dei mattoni: il metaverso è la nuova frontiera degli investimenti immobiliari?
di Siddharth Venkataramakrishnan e George Stee
La pandemia ha costretto molti di noi a cambiare prospettiva sul luogo migliore dove vivere. Che senso ha stare in un appartamento angusto in una città piena di smog se puoi fare le riunioni su zoom da un casale o da una villa storica in aperta campagna, o magari da un castello? Di più, perché non trasferirsi su un’isola deserta, comprarsi una villa lì? Si può fare su Fantasy Island, esclusiva comunità di non più di 100 persone, lontana dal trambusto delle strade affollate della città. Il sito web riporta che il progetto è stato creato dalla “poetessa pirata” Agadora Humphries. Il prezzo di partenza è 104 mila dollari: un furto, ma comunque meno della metà del costo medio di una prima abitazione nel Regno Unito.
C’è un piccolo intoppo, però. Fantasy Island esiste solo online e non ci si può andare a vivere per davvero. Per la precisione, esiste nel metaverso chiamato The Sandbox, uno dei tanti mondi virtuali nati negli ultimi anni e pieni di beni digitali che spaziano dai vestiti alle scarpe da ginnastica alle opere d’arte alle automobili. Funziona così: gli utenti acquistano una ricevuta digitale della proprietà, un token non fungibile o “Nft”, che viene registrato su un libro mastro digitale condiviso noto come “blockchain”, analogamente a come vengono registrate le transazioni in criptovaluta.
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