Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo la seconda parte dell’inchiesta del Financial Times su com’è cambiato il lavoro con il Covid: negli Usa 4,4 milioni di persone hanno lasciato il posto. Vediamo perché. Per le monete virtuali, Nicola Borzi ci racconta il calo del Bitcoin dovuto alla paura per la variante Omicron, nel momento in cui le transazioni in cripto stanno per detronizzare i “normali” sistemi di pagamento.
Buona lettura
Financial Times: Negli Usa i giovani cambiano lavoro sempre più spesso e sono più felici
di Taylor Nicole Rogers
Lindsay Coleman ha 29 anni e quest’anno ha dato due volte le dimissioni. La prima a gennaio, da un impiego di commerciale di una società di software dove era entrata appena laureata e lavorava da quasi sei anni. I colleghi le piacevano, non era questo il punto, ma sentiva che non ha potuto rifiutare un’offerta da un concorrente per un ruolo che pensava potesse essere più soddisfacente. Se non fosse che a ottobre di quest’anno Coleman si è resa conto che le sarebbe piaciuto vendere appartamenti invece che software. Così si è procurata una licenza immobiliare a New York, dove vive, e ha dato le dimissioni un’altra volta. Ora lavora nel gruppo immobiliare Corcoran.
“Vendere software è una carriera molto redditizia, ma ho sempre saputo che non era quello che volevo davvero fare. Non ero sicura che sarei mai riuscita a cambiare, ma quando stai tutto il giorno, tutti i giorni, seduta sola in un appartamento a lavorare alla fine ti rendi conto se sei felice o no”.
Lindsay Coleman fa parte dell’ondata senza precedenti di dimissioni che ha investito gli Stati Uniti nel 2021. Secondo il dipartimento del Lavoro statunitense solo a settembre circa 4,4 milioni di americani hanno lasciato il lavoro che facevano, il numero più alto mai registrato da quando sono iniziate le rilevazioni, nel 2001. Il record precedente era stato stabilito ad agosto.
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