Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un’indagine del Financial Times sul potere di Donald Trump nella politica americana: la gigantesca macchina da soldi elettorale dell’ex presidente gli sta spianando la strada per una ricandidatura nel 2024. Dal mondo cripto, Nicola Borzi ci racconta delle nuove regole varate dal ministero dell’Economia sulle cripto. Norme, come vedremo, piene di falle e facili da aggirare che non tutelano gli investitori.
Buona lettura.
FT: la macchina da soldi di Trump tiene in scacco l’America
di Lauren Fedor, James Politi Caitlin Gilbert e Sam Learner
Poco più di una settimana fa, durante un evento a Conroe, Texas, Donald Trump si è presentato più carico che mai. Ha sparato a zero sulle “fake news che hanno abbindolato la gente” e sui “pazzi furiosi” della sinistra, incluso Joe Biden, che a suo dire stanno portando gli Stati Uniti allo sbando, mentre “tutti a Washington” si preoccupano più dei confini dell’Ucraina che di quelli dell’America. C’è una frase, però, che si è distinta su tutti i vaneggiamenti dell’ex presidente: la previsione di tornare in trionfo alla Casa Bianca nel 2024, e l’annuncio che userà i poteri presidenziali per scagionare le centinaia di persone che hanno preso d’assalto il Campidoglio il 6 gennaio: “Se mi candido e vinco, tratteremo quelle persone del 6 gennaio in modo equo. E se ci sarà bisogno della grazia, daremo loro la grazia, perché sono stati trattati ingiustamente”.
I suoi fan hanno ritrovato il Trump di una volta, che ha eccitato la folla e si è imposto ancora una volta nel dibattito politico statunitense. A sottolineare la persistenza del potere del marchio Trump nella politica americana ci sono dati sulle raccolte fondi. Da inizio anno, la campagna di Trump e i comitati d’azione politica affiliati hanno a disposizione oltre 143 milioni di dollari di finanziamenti, avendo raccolto solo nella seconda metà dell’anno scorso circa 64 milioni. Ma se le prossime elezioni presidenziali sono ancora lontane, questa forte base finanziaria serve intanto a scoraggiare i altri potenziali concorrenti che pensassero di contendere a Trump lo scettro di candidato dei repubblicani.
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