Prosegue l’appuntamento con la newsletter Il Fatto Economico: oltre agli articoli del nostro inserto, ecco in esclusiva un’inchiesta del Financial Times su come i giovani (e i manager) vedono lo smart working: serve davvero andare in ufficio?
Buona lettura.
Financial Times. Smart working & pandemia: ai giovani serve davvero lavorare in ufficio?
di Emma Jacobs
Non scherzava l’amministratore delegato e presidente di Goldman Sachs, David Salomon, quando ha detto che lavorare da casa è “un’aberrazione che correggeremo il più rapidamente possibile”. Aggiungendo di non volere “un’altra generazione di giovani a distanza, senza contatto diretto o un apprendistato o tutoraggio diretti”.
Molti manager e dipendenti non avranno preso bene queste affermazioni. A molti è piaciuto allentarsi un po’ il colletto bianco per lavorare da casa. Ma Solomon non è l’unico manager a ritenere che i dipendenti più giovani abbiano bisogno di ufficio. Molti quadri dirigenti con cui ho parlato mi hanno riferito di essere preoccupati che i giovani dipendenti siano stati privati in questo periodo di quelle fondamentali occasioni di apprendimento che sono di solito le riunioni e le conversazioni tra colleghi.
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