Prosegue l’appuntamento con la newsletter il Fatto Economico. Questa settimana, oltre agli articoli del nostro inserto, pubblichiamo un’inchiesta del Financial Times sull’efficacia (o meno) delle sanzioni occidentali a Mosca. Per la nostra rubrica sulle criptovalute Nicola Borzi ci racconta il tracollo del bitcoin (e delle altre monete) di questi giorni, dovuto all’effetto Ucraina ma anche al risveglio del Covid in Oriente.
Buona lettura
FT: come funzionano davvero (e quando) le sanzioni occidentali alla Russia
di Martin Sandbu
Per capire l’impatto reale delle sanzioni occidentali contro Mosca ho ascoltato il parere di molti esperti sullo stato di salute dell’economia russa e sul funzionamento delle sanzioni. Tra questi ci sono i responsabili dell’istituto della Banca di Finlandia per le economie emergenti, acronimo Bofit, che è un’autorità in tema di informazioni sull’economia russa. Ecco cosa ho imparato.
La conoscenza è potere. C’è poco di buono da dire sul governo russo, ma è un fatto che i dati del Paese sono stati a lungo ai livelli delle migliori economie internazionali. Dopo lo scoppio della guerra questa situazione ha iniziato a cambiare. I miei interlocutori di Bofit sottolineano il fatto che è stata interrotta la pubblicazione dei risultati delle singole banche russe e sono scomparsi anche i numeri dettagliati sulla produzione di petrolio, secondo quanto riferisce l’ex vice ministro delle finanze russo e vice governatore della banca centrale Sergey Aleksashenko. C’è da aspettarsi lo stesso destino per tutte le statistiche che il Cremlino riterrà troppo esplicite sui punti di forza e di debolezza del Paese. Cosa sappiamo, esattamente?
(Continua a leggere)
|