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6 Maggio 2022
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Prosegue l’appuntamento con la newsletter internazionale dai contenuti inediti. Qui trovate alcune “cartoline” dalle principali capitali mondiali che vi raccontano quello che sta succedendo, quello che vi siete persi, quello che potrà succedere. Con uno sguardo particolare alla situazione in Ucraina. Fatto inedito nella stampa italiana, le lettere sono siglate tutte da giornaliste.
Buona lettura.
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Lettera da Londra
Boris ha dovuto riconoscere pubblicamente che i conservatori non se la stanno passando bene, e qualcuno ora gli presenta il conto. Ma anche i laburisti ne escono male. Occhi puntati sul risultato irlandese
di Sabrina Provenzani
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Lettera da Tokyo
Le frontiere rimangono sigillate nei confronti degli stranieri, se non studenti o persone con rapporti contrattuali di lavoro. Il governo pressato da chi vorrebbe riaprire tutto, seppure con gradualità. Il premier Kishida ricevuto a Palazzo Chigi da Draghi: sul tavolo la guerra in Ucraina e il gas
di Fabiola Palmeri
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Lettera da Parigi
Con il sofferto voto del PS di questa notte (Hollande ha detto no), l'unione delle gauche, che sembrava ancora impossibile fino a qualche tempo fa, è diventata realtà. La Nouvelle Union populaire écologique et sociale sfiderà Macron alle politiche di giugno
di Luana De Micco
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Lettera da Madrid
Mentre con la riforma i contratti precari continuano a ridursi, per i tirocinanti viene creato un contratto nazionale di lavoro vero e proprio che prevede una soglia minima per il rimborso spese, le ferie, fino addirittura a un parcheggio riservato
di Alessia Grossi
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Lettera da Mosca
L'Europa, come gli Stati Uniti, ha sanzionato l'ex giovane premier di Elsin, dopo l'avvelenamento del dissidente Aleksey Navalny nel 2020 perché è tra i funzionari della cerchia del presidente. Ora un nuovo incarico
di Michela AG Iaccarino
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Lettera da Ankara
Chi teme un'ulteriore repressione del dissenso e dei propri diritti si sta rifugiando soprattutto a Istanbul. Eppure il Parlamento europeo giusto ieri ha adottato una risoluzione che condanna l'ergastolo inflitto a Osman Kavala, che nel 2013 tentò di mediare tra il governo e i ragazzi di Gezi Park
di Roberta Zunini
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