Nel Fatto di domani in primo piano le due grandi opere-scandalo: il Morandi, con la querelle con Autostrade, e il Mose di Venezia che prende il via. Per il ponte le tre ipotesi sul tavolo del Consiglio de ministri e le varie posizioni a riguardo nel Pd. Per il Mose un dossier su tutti i guai dell’opera. A seguire Conte e l’Europa, con incontro tra Di Maio e Draghi. Poi ancora il caso Berlusconi, con la seconda puntata di Travaglio che ci ricorda chi è davvero l’ex Cavaliere. In Cronaca la vicenda Palamara, con Ferri che si dimette dall’Anm. Il Focus sarà sulla ‘ndrangheta stragista, con la requisitoria al processo. Poi il caso dell’associazione degli ex parlamentari: apre un “caf “per risolvere i problemi burocratici per i parlamentari. Sul covid il rischio proroga dello stato di emergenza. Sempre in ambito virus il caso delle Rsa Lombarde: quanti sono i pazienti ricoverati negli ospedali? Chi dice migliaia, chi – la Regione – dice centinaia. Poi un aggiornamento sulla vicenda dei camici “donati” a Fontana. Negli esteri i cadaveri per fare ricerca sul covid lasciati marcire a Parigi. In Radar la storia di Santa Sofia in Turchia. E poi il nostro Cosa c’è di bello.
Economia, ambiente, donne, spettacoli e tanti altri temi: per ricevere le nostre newsletter settimanali basta un clic. Se volete scriverci: newsletter@ilfattoquotidiano.it. E se ve le siete perse, ecco le notizie della giornata.
“Ragionevolmente ci sono le condizioni per proseguire lo stato di emergenza per il coronavirus dopo il 31 luglio“. A dirlo è il premier Giuseppe Conte che, a margine della cerimonia del Mose, a Venezia, ha parlato dell’ipotesi circolata in queste ore sulla possibile proroga dello stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre. Intanto secondo la Protezione civile i nuovi contagi sono in crescita: 276 nelle ultime 24 ore (229 ieri) e 12 morti.
Per la prima volta le 78 paratoie del Mose si sono sollevate tutte insieme, nella prova generale fatta stamattina, dividendo così la laguna di Venezia dal mare aperto. Simbolicamente, il premier, Giuseppe Conte, ha premuto il pulsante che ha dato il via libera all’innalzamento dei parallelepipedi gialli: “Non siamo qui per una passerella ma per un test. L’opera deve essere pronta entro l’inverno”, ha detto Conte. I costi lievitati, le mazzette e gli scandali legati ai lavori. In mattinata la protesta dei No Mose (il video).
O arriva una “proposta irrinunciabile” da Aspi nelle prossime ore oppure il governo procederà con la revoca della concessione sulla rete autostradale. Il presidente del Consiglio, intervenendo a margine del primo test sul Mose, ha lanciato l’ultimatum del governo ad Autostrade per l’Italia: “Basta regalare i soldi, men che meno ai privati”.
|